[Ni No Kuni] Ni no Kuni

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    In molti hanno chiesto la mia recensione/opinione/o quel che è su Ni No Kuni. E dal momento che vorrei ricominciare a scrivere qualche riga sui titoli che ho portato a termine, perché non cominciare da questo?

    Il titolo è stato prodotto da Level-5 con l'ausilio dello Studio Ghibli, il quale si è occupato del lato artistico del gioco. Il risultato finale è un gioco visivamente stupendo, ma che si rivela povero nei contenuti e nella trama. Non temete, niente spoiler qualora non venisse segnalato. Potete leggere tranquillamente.


    ■ Trama.

    Ni No Kuni rientra in quella tipologia di giochi che non ha la pretesa di avere una trama profonda e coinvolgente, piena di rivelazioni che non ti aspetteresti mai e divinità scese in terra da combattere. Se siete alla ricerca di questi elementi, allora il titolo Level-5 non fa per voi. Personalmente ho preso Ni No Kuni per il gioco che è, ovvero una fiaba in cui bisogna combattere il cattivone di turno per riportare la pace e l'allegria nel mondo, ma pur avendo questo approccio non sono riuscita ad apprezzarlo nemmeno un po'.
    Ma di preciso, di cosa parla Ni No Kuni? Il protagonista è Oliver, un bambino che vive nella piccola e spensierata città di Townsville insieme alla madre. Tutto cambia nel momento in cui, in seguito ad un incidente, la madre perde la vita, e lascia Oliver solo e disperato. È in questo momento che il nostro protagonista fa la conoscenza di Lucciconio, una fata che è sempre stata in casa sua, ma che fino a quel momento aveva sempre avuto le sembianze di una bambola. Egli spiega al bambino di provenire da un altro mondo parallelo, Ni No Kuni, favoloso e pieno di creature magiche, in cui la magia è realtà. Ma c'è di più: i due mondi sono strettamente collegati, ed entrambi si influenzano a vicenda, infatti ogni abitante di Townsville ha il proprio alter-ego in Ni No Kuni. Così, salvando l'alter-ego della madre nel mondo parallelo, questa potrà tornare in vita, ed è ciò che spingerà Oliver a mettersi in viaggio e ad apprendere le basi della magia grazie all'Abbecedabra, un libro pieno di incantesimi. Infatti, oltre a dover salvare la madre, il nostro giovane maghetto si ritroverà ad affrontare Shadar, potente mago che minaccia il mondo incantato di Ni No Kuni. Aiuteremo i re dei vari regni a risolvere i problemi che li affliggono per ricevere in cambio il loro supporto nella lotta contro Shadar, e grazie alla nostra magia potremo aiutare i "Cuorinfranti", persone incapaci di provare determinate emozioni. Le premesse sono interessanti, tuttavia i grossolani difetti emergono molto presto, e con una certa prepotenza aggiungerei. La trama si perde per strada, e diventa banale, eccessivamente prevedibile, e a mio avviso incapace di trasmettere qualcosa al giocatore. Avevo alte aspettative nei confronti di Shadar, poiché avevo sentito pareri estremamente positivi per quanto concerne il suo background, e ne sono rimasta parecchio delusa nel momento in cui mi sono resa conto che le teorie che mi ero fatta circa il suo personaggio si sono rivelate corrette. Inoltre, l'arco finale dedicato alla Strega Cinerea è il picco più basso dell'intera produzione, ed è abbastanza evidente il fatto che si tratti di una mera aggiunta per differenziare il titolo dall'originale versione per DS. I fatti che coinvolgono questo personaggio non fanno altro che allungare il brodo ad una trama che non brilla dall'inizio alla fine, e si rivelano essere oltremodo superflui e tediosi. Inoltre, non vorrei fare ulteriore leva sul fattore prevedibilità, ma anche qui ci ritroviamo ad un ""plot-twist"" così scontato che quasi infastidisce chi sta giocando, che tra l'altro ha ormai raggiunto il limite di sopportazione di banalità. Ni No Kuni, come già detto, non ha la pretesa di avere una trama maestosa e colossale, ma vuole colpire l'animo del giocatore, a mio avviso fallendo su tutti i fronti. Ed è un vero peccato, perché le potenzialità per creare un gioco quantomeno godibile c'erano tutte, ma gli sceneggiatori hanno chiaramente perso la loro occasione. Personalmente sono sempre rimasta indifferente di fronte ad ogni singolo evento che mi si presentava davanti, mai una risata o un accenno di tristezza o commozione. Non vedevo l'ora che questa fiera della banalità finisse, è innegabile.


    ■ Personaggi.

    All'interno di Ni No Kuni abbiamo a che fare con una miriade di personaggi, tutti molto diversi tra loro. Oliver è un bambino forte e determinato, ed è evidente come sia disposto a fare qualsiasi cosa pur di riportare sua madre in vita. Ho apprezzato questo lato di lui, che nonostante tutto mantiene un atteggiamento positivo nei confronti delle situazioni che si ritrova a dover affrontare, e nel corso del gioco cresce come mago e come persona. Tuttavia, si tratta pur sempre del classico protagonista altruista e senza macchia, che per tale ragione non porta alcuna novità con sé. Insomma, nemmeno gli altri personaggi brillano per originalità, tutti sono tranquillamente associabili ad un determinato stereotipo: abbiamo Ester, una ragazzina saccente che fungerà da main healer e da puliscipavimento all'interno del party; Arsuino, ladro misterioso che pare avere dei segreti; e Lucciconio, fata mascotte, i cui dialoghi, peraltro, sono stati tradotti con un dialetto romano molto accentuato. Buona parte della nostra avventura la trascorreremo in compagnia di questo trio, il cui rapporto crescerà sempre di più. Personalmente ho trovato abbastanza fastidiosa Ester, la quale dovrebbe imparare a tacere ogni tanto, visto che non mancherà di criticare più volte le azioni o le parole di Arsuino. È piatta, non ha un minimo di crescita personale, e soprattutto superflua all'interno della trama, infatti il gioco potrebbe tranquillamente andare avanti anche senza di lei. La situazione di certo non migliora con il resto del cast: Arsuino è forse il più interessante fra i tre, in quanto si mette in viaggio con motivazioni abbastanza convincenti, tuttavia, data la differenza di età tra lui e gli altri, trovo un po' forzato il modo in cui si lega a loro. Il classico "potere dell'amicizia" che combatte il male è un temo visto e rivisto, che a me ormai ha stancato non poco, e ne sono abbastanza satura. Questi personaggi non trasmettono nulla al giocatore, non hanno niente di veramente unico che li caratterizza dalla massa, e nemmeno Lucciconio riesce a spiccare particolarmente. Shadar ha un background interessante, mi è piaciuto, ed è probabilmente il personaggio più riuscito fra tutti, però nemmeno lui è stato in grado di fare breccia nel mio cuore, probabilmente perché
    [spoiler_tag]Wait for battaglia finale contro Shadar[/spoiler_tag]
    il tema del personaggio dall'animo buono che viene corrotto dalla malvagità lo trovo parecchio scontato. Che fosse l'alter-ego di Oliver l'aveva capito pure mia nonna.

    Riponevo una certa fiducia nei confronti di questo nemico proprio per come me ne avevano parlato, e alla fine è stato ciò che più mi ha deluso di tutto il gioco, probabilmente proprio perché avevo riposto aspettative troppo alte in un gioco che chiaramente si è rivelato un mezzo fallimento sotto il punto di vista della trama e dei personaggi.
    Il background di Pea era interessante, e vagamente triste, tuttavia
    [spoiler_tag]Wait for finale[/spoiler_tag]
    anche la sua identità era stata prevista da mia nonna. Insomma, ti fanno vedere questi flashback di un personaggio che GUARDA IL CASO ha i capelli dello stesso colore della bambina che parla con Oliver sin dall'inizio del gioco. E per la seconda volta ci ritroviamo il solito tema: il personaggio buono che diventa cattivo dopo una vita di sofferenze. Oh, viva l'originalità!

    Nonostante Shadar mi abbia abbastanza infastidito per il potenziale totalmente sprecato, posso affermare con certezza di aver detestato molto di più la Strega Cinerea. Ora, io capisco che gli autori dovessero inserire aggiunte di rilievo in questo remake per PS3, ma l'inutilità e la superfluità di questo personaggio sono così evidenti da non aver alcun tipo di voglia nel portare avanti questo titolo, per cui tra l'altro non è mai stata alle stelle. Il gioco porta il suo nome, ma sostanzialmente serve solo ad allungare il brodo, e sebbene gli autori abbiano cercato di inserirla sin dall'inizio insieme a Shadar per rendere il tutto più coerente, non cambia il fatto che le ultime ore di gioco siano perfettamente evitabilissime, poiché non aggiungono niente di nuovo, e non si possono nemmeno considerare un approfondimento della trama.


    ■ Gameplay.

    Forse il punto più dolente di tutto il gioco. Ci ritroviamo di fronte ad un Action-JRPG un po' atipico, nel quale potremo decidere se utilizzare i personaggi o i famigli, animaletti catturabili durante le battaglie grazie al flauto di Ester, e che sicuramente non mancheranno di dare un senso di dèja-vù ai fan dei Pokèmon. Ognuno di essi spiccherà in un campo specifico: ci saranno quelli fisici, magici orientati verso un elemento in particolare, quelli curativi e così via. Ciascun famiglio potrà essere assegnato ad uno dei party member, che potranno così utilizzarli in combattimento in base alle esigenze del momento, sebbene non in modo illimitato. Infatti, quando combatteremo nei panni di un famiglio comparirà una barra che indicherà per quanto tempo ancora potremo utilizzarlo. Nel menù, poi, potremo dare loro varie pietanze e farli evolvere grazie a delle sfere particolari che troveremo in giro per i dungeon. Insomma, alla base parrebbe funzionare tutto molto bene, quindi vi chiederete in cosa consista il mio disappunto. Ebbene, avrei preferto un classico J-RPG action che funzionasse bene in tutto e per tutto, senza inutili famigli che peggiorano quello che alla base è un sistema mal funzionante. Avrei preferito che, prima di inserire quella che poteva essere un'idea molto interessante, curassero l'IA dei personaggi, dal momento che i nostri compagni (Ester in particolare) si ritroveranno perennemente a terra pronti a rendere splendenti i pavimenti come i migliori panni della Suiffer. Il tutto vi porterà a non avere più voglia di consumare - vanamente - gli oggetti per rianimarli, dal momento che presto vi ritroverete nella stessa situazione di prima. Per tale motivo, più volte ho combattuto i boss utilizzando esclusivamente Oliver e le sue potenti magie, ripristinando i PM grazie alle sfere che trovavo sparse sul terreno.
    È un battle-system che si lascia detestare facilmente, che non diverte e che stanca presto, e che più volte mi ha fatto venir voglia di spegnere la console e giocare ad altro. I dungeon sono esteticamente molto belli, tuttavia non mi piaciuto proprio per niente il fatto che i nemici, pur essendo visibili, sono così veloci da risultare praticamente quasi impossibili da evitare.
    Tra gli altri elementi che condiscono il gameplay vi è sicuramente l'Alchimia: grazie ad un calderone (fa tanto Atelier questa cosa), infatti, sarà possibile craftare una mole di oggetti non indifferente, qualora disponessimo delle ricette. Questa è una parte interessante, che spinge il giocatore ad andare alla ricerca dei vari materiali per sbizzarrirsi un po'.
    Inoltre, nel gioco saranno presenti numerosissime quest che estenderanno non poco la longevità del gioco, sebbene io abbia preferito tralasciarle a causa del mio interesse decrescente nei confronti del titolo.
    Da non dimenticare che ci si muove nel mondo di gioco attraverso una mappa tipica degli RPG vecchia scuola: inizialmente potremo affidarci solamente alle nostre gambe, per poi passare ad una nave e, infine, ad un drago.


    ■ Grafica e Sonoro.

    Ai tempi, questo gioco divenne sin da subito conosciuto ai più per la collaborazione con il celebre Studio Ghibli, il quale ne curò il lato artistico, che di fatto risulta essere ciò che più colpisce. Ni No Kuni, infatti, è visivamente splendido, con un cel shading curato in modo maniacale e senza il minimo accenno di sbavatura. Tuttavia, la delusione è tanta quando ci si rende conto che le scene animate si contano sulle dita di una mano, infatti basti pensare che persino il finale utilizza la grafica in-game, e ci si aspettava molto di più su questo fronte da un titolo che dalla massa è più conosciuto per lo Studio Ghibli che per gli effettivi autori, ovvero Level-5.
    Dal punto di vista della colonna sonora, invece, ci attestiamo su buoni livelli, ma non eccezionali. Le tracce, sono godibili, ma non rimangono impresse e risultano leggermente anonime. Probabilmente, questa è la traccia che più mi ha colpito fra tutte, davvero molto bella.
    Il doppiaggio è molto british e ben fatto, sebbene avrei preferito che venisse doppiato tutto il gioco, non solamente un quarto.


    ■ Conclusione.

    Beh, che dire? Ni No Kuni aveva la pretesa di puntare tutto su una storia commovente e dalle tinte fiabesche, ma personalmente ho provato solo tantissima noia e sempre meno voglia di riprendere in mano il pad per giocare questo titolo, non mi sono sentita coinvolta nemmeno per un secondo dalle vicende raccontate. I personaggi si sono rivelati piatti, banali, anonimi e senza alcuna sorpresa. Il gameplay non brilla in alcun modo a causa di una IA semplicemente inammissibile e caratteristiche mal integrate. Osannato da tantissime persone solamente per via di uno Studio Ghibli che in fondo avrebbe potuto fare molto di più, dal momento che dubito gli mancassero i soldi per fare qualche scena animata in più. Inoltre, il loro contributo non rende il gioco automaticamente un capolavoro indiscusso, in quanto un gioco prima di tutto va giocato, non guardato. Bisogna giudicare Ni No Kuni per quello che è, un gioco, non un film.
    Mi ha deluso, e parecchio anche.


    Edited by fantasy` - 4/6/2016, 20:09
     
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30 replies since 16/2/2014, 12:53   677 views
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