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Io sul XII avevo grandi aspettative, che sono rimaste deluse a poco a poco. Passi il battle system che non mi ha convinta, però una trama così piatta, senza neanche un colpo di scena, davvero non mi sta bene per un Final Fantasy. Final Fantasy X-2 è un aborto proprio perché è presentato come seguito di Final Fantasy X, con il quale non c'entra assolutamente niente, e ne massacra atmosfere e personaggi; ma fingendo per un attimo che sia un gioco indipendente, alla fine alcuni personaggi un po' di spessore ce l'hanno (le nuove aggiunte, come Paine e i tre dell'Ave Maria, Nooj, Gippal e Baralai, non sono così malaccio) e da giocare può essere divertente. Perlomeno, preferisco il battle system del X-2 a quello del XII, dove alla fine muovevo solo stick per esplorare e per il resto facevano tutto i personaggi, una volta settati i gambit bene. L'unica cosa che davvero mi piace senza riserve di Final Fantasy XII sono le ambientazioni: ci sono splendide città, tutte particolari, e grandi luoghi da esplorare che segnano davvero un passo avanti rispetto alla linearità di esplorazione del X.
Comunque, alla fine, ho fatto parecchie ore di gioco sia con l'X-2 (ero arrivata quasi alla percentuale di completamento massima, giocandolo due volte), sia con il XII (dove con le missioni di caccia ero arrivata oltre le 120 ore di gioco), e riesco a trovare dei lati positivi in entrambi (non potrei comunque definirli giochi brutti, e per questo ritengo che la scelta del titolo di questo topic sia quanto mai azzeccata), però mi hanno lasciata con l'amaro in bocca tutti e due.
Tuttavia, ritengo che Square impari dai suoi errori, e secondo me la saga di Lightning ne è un esempio. Ho sempre valutato Final Fantasy XIII in relazione al gioco che l'ha direttamente preceduto, cioè il XII, trovandolo nettamente superiore. La mia personale interpretazione è che con Final Fantasy XIII si sia cercato un compromesso tra la tradizione della saga e le troppe innovazioni di Final Fantasy XII, che avevano snaturato un po' il gioco: così si è arrivati al battle system di Final Fantasy XIII, che rintroduce l'ATB e trasforma il sistema di automatizzazione dei Gambit di FFXII in quello ben meno automatico degli Optimum con i loro assalti. C'è chi dice che Final Fantasy XIII è noioso e si deve solo premere X, e io rispondo che: 1) Non è affatto così semplice, e, anzi, i combattimenti più impegnativi obbligano il giocatore ad essere strategico nello scegliere la giusta combinazione di Optimum e rapido nel cambiarli, e certo non ci si annoia in quei casi; 2) Nessuno ti obbliga a usare l'assalto predefinito premendo X, considerando che si può tranquillamente scegliere quali attacchi usare manualmente. Di Final Fantasy XII, il XIII ha tenuto ciò che c'era di buono, ossia l'endgame, con la pianura di Archyte che ricorda molto le location del dodicesimo capitolo e il sistema di quest secondarie degli Omen che è praticamente identico a quello delle missioni di caccia. Ho sentito in giro che ci sarebbero dovute essere almeno altre due grandi mappe esplorabili come nel XII, ma che furono tagliate dal progetto quando si decise di far uscire il gioco anche per Xbox360, i cui dischi sono assai meno capienti dei blu-ray PS3. Il sistema di sviluppo, il Cristallium, corregge gli errori della tavola delle licenze di FFXII, strizzando l'occhio a un simile sistema di sviluppo ben meglio realizzato, ossia la Sfereografia del X.
Passando a storia e personaggi, ritengo che il XIII sia nettamente superiore al XII - anzi, non c'è neanche gara - e non abbia nulla da invidiare ad altri capitoli. I personaggi, soprattutto, sono secondo me davvero ben caratterizzati, e non ho trovato nessuno di essi piatto o stereotipato. E' vero, non ci sono negozi e, fino alla fine, c'è poca esplorazione, ma FFXIII è un gioco story-driven, proprio come lo era Final Fantasy X: in entrambi si procede in linea retta fino a poco prima della fine. Neanche a me è piaciuto avere i negozi dal save-point, ma la mancanza di esplorazione cittadina è coerente a una trama in cui
i protagonisti sono dei ricercati, ostracizzati dalla popolazione. Anche le evocazioni che si trasformano in mezzi di trasporto sono coerenti con la trama, perché Cocoon è un mondo in cui la componente spirituale si fonde con quella meccanica, e abbiamo esseri simili a dei, i Fal'Cie, che gestiscono aspetti della produzione umana, come la produzione alimentare o l'illuminazione. Ripeto, può non piacere (a me personalmente non ha urtato), ma almeno in questo gioco le evocazioni hanno un proprio posto e ruolo (io ho adorato l'idea che giungano ai personaggi nei momenti di profondo sconforto come "prove"), mentre in altri capitoli sono semplicemente buttate lì come elementi del gameplay, senza background e con poca utilità. Insomma, valutando il XIII rispetto al suo diretto predecessore, secondo me si notano grandi passi avanti e una volontà di Square di trovare il suo equilibrio tra tradizione e innovazione; certo, neanche FFXIII ci riesce perfettamente, ma personalmente lo trovo molto più riuscito del XII.
Anche per il XIII-2 Square ha fatto tesoro della sua esperienza, a mio avviso. Riguardo a un nuovo sequel ero assai scettica, dopo Final Fantasy X-2, ma giocando al XIII-2 ho capito che ci trovavamo davanti a un altro tipo di gioco rispetto a Yuna popstar eccetera. Certo, due sequel a Final Fantasy XIII non erano previsti, e quindi non erano necessari: la storia di Lightning & Co poteva finire tranquillamente con il XIII (che tra l'altro per me ha una conclusione perfetta), ma Square doveva rifarsi delle perdite del primo Final Fantasy XIV e probabilmente anche dello spostamento a next gen del Versus/XV, quindi ha sfruttato un gioco che aveva riscosso un gran numero di consensi (in Giappone tutti amano Lightning). Quindi sì, è un sequel superfluo che allunga il brodo, ma non è un gioco che snatura il suo predecessore come lo era il X-2, anzi. Introduce elementi della trama del tutto nuovi, ma riesce ad essere interessante e non fa storcere il naso al giocatore, intrattenendolo con un gameplay che cerca di migliorarsi rispetto a Final Fantasy XIII, che punta proprio sull'esplorazione e sulle quest. Certo, non è il gioco del secolo e per me si può anche evitare, ma è carino, e personalmente lo valuto in quanto a trama un capitolo di transizione in attesa di Lightning Returns, quindi vedrò poi come sarà LR per decidere appunto se ne sarà valsa la pena o meno.
Questo per dire che sì, molti dicono come Isma che Lost Odyssey (o Xenoblade o un qualsiasi JRPG più riuscito) avrebbe potuto essere il Final Fantasy XIII che il mondo voleva, ma Final Fantasy è una saga, composta di tanti episodi, e ogni nuovo capitolo deve fare i conti con la storia del brand per trovare appunto il giusto equilibrio tra innovazione e tradizione. Credo che creare un gioco indipendente sia molto più semplice, proprio perché nessuno andrà a confrontarlo con i suoi predecessori. Ripeto, per me Final Fantasy XIII non è un gioco perfetto, ma credo che molta gente ci vada giù troppo pesantemente solo perché lo deve mettere a confronto con il VII o altre simili pietre miliari: Final Fantasy è una saga di svariati capitoli e spin-off, ed è impossibile che raggiunga sempre lo stesso standard qualitativo. Per me il XIII è un passo avanti rispetto al XII, e spero che il XV ne sarà uno ulteriore. Sbagliando si impara a casa Square, e ne è un esempio palese il caso di Final Fantasy XIV, risorto dalle ceneri di un clamoroso flop con quel bellissimo gioco che è A Realm Reborn.
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