Votes taken by Lux PKK

  1. .


    NIS America ha rilasciato informazioni sulle classi utilizzabili in gioco.



    In Grand Kingdom le discipline si possono classificare in tre categorie: Melee, Ranged e Magic, che in combattimento interagiranno tramite un sistema di morra cinese, ognuna con debolezze e resistenze particolari nei confronti delle altre due.
    Esiste poi un quarto gruppo, gli Specialist, con classi dalle abilità individuali molto varie a scapito della flessibilità. Vediamo insieme le Classi annunciate!

    Magic Units
    Le Magic Units hanno un raggio d'azione medio e possono utilizzare attacchi a distanza che colpiscono tutti i nemici (in gergo RPG gli AoE). Alcune magie però vanno caricate per essere utilizzati, e questo li lascia vulnerabili agli attacchi a distanza.

    Witch - Classe specializzata in potenti magie ad area. Pur essendo forti e dall'ampio raggio d'azione, c'è da stare attenti a non colpire i propri alleati che rientrano per sbaglio nell'area d'attacco.

    Shaman - Classe specializzata negli attacchi a costo della propria energia vitale, più precisamente status negativi e maledizioni. Le sue magie però non fanno distinzione tra alleati e nemici, rendendo queste unità un pericolo costante per entrambi gli schieramenti.

    Arcanist - Classe pratica sia di magie offensive che di supporto, i suoi attacchi sono estremamente precisi, e può avvalersi di incantesimi che avvolgono l'intero campo di battaglia, creando delle zone magiche a supporto dei propri alleati o per danneggiare i nemici.

    Melee Units
    Come suggerisce il nome, i Melee sono coloro che attaccano in mischia. Possono anche bloccare alcuni attacchi, seppur con limitazioni, tramite il comando Guard. Tuttavia, la loro difesa magica è scarsa, motivo per cui sono deboli contro le Magic Units. In genere posseggono alta difesa fisica, ma esistono eccezioni.

    Fighter - L'unità bilanciata tra attacco e difesa, una costante in questo genere di giochi. In grado di difendere i propri compagni con lo scudo e affettare i nemici con la spada, grazie anche a un repertorio di Skill (Tecniche) vario.

    Lancer - Armato di lancia, i suoi attacchi hanno un raggio d'azione superiore agli standard e possono anche colpire i nemici che si riparano tra le retrovie. Avvolti dalla loro armatura d'acciaio, i Lancer hanno ottime capacità difensive, a scapito della mobilità.

    Noble - Una classe anch'essa spadaccina, ma che sacrifica la scudo per una maggiore offensiva. Dai rapidi attacchi consecutivi e le Skill in grado di colpire più nemici contemporaneamente, richiede accortezza viste le sue scarse capacità difensive.

    Blacksmith - Unità dagli attacchi pesanti, questa Classe brandisce un enorme martello con cui può seminare distruzione tra le fila nemiche, schiacciando i loro armamenti e i loro oggetti, contro i quali si rivela il suo vero potenziale.

    Rogue - Dalle elevate capacità furtive e altissima mobilità, i Rogue possono introdursi di nascosto tra le fila nemiche, e attaccare a sorpresa quando nessuno se lo aspetta. Tuttavia, la loro scarsa difesa li costringe ad attendere pazientemente il momento opportuno per tagliare la gola all'avversario, per non essere eliminati in pochi colpi.

    Ranged Units
    Le Ranged Units possono attaccare da qualsiasi parte del campo di battaglia. Con il loro raggio d'azione superiori alla media possono sparare e interrompere il cast delle magie nemiche, ma dalle retrovie: nella mischia rischiano solo di non uscirne vivi.

    Hunter - Un cecchino provetto che colpisce i nemici con assoluta precisione, non importa dove si trovino. I suoi assi nella manica sono molteplici, tra attacchi ad area e capacità di interrompere gli incantatori avversari.

    Gunner - Con l'ausilio della loro pistola, i Gunner possono colpire i nemici che si trovano davanti a loro, in linea retta. Inoltre, differenti tipi di proiettili producono differenti effetti, rendendo la scelta delle munizioni cruciale per questa classe. Ma nel mondo di Resonail, le armi da fuoco e le munizioni sono molto rare, quindi c'è bisogno di non strafare, e di far sì che ogni singolo colpo non vada sprecato.

    Specialist Units
    Come già accennato in precedenza, gli Specialist sono delle unità dal ruolo unico sul campo di battaglia, con abilità e stili unici. Il loro essere specializzati è proprio la loro vulnerabilità, non essendo in grado di adattarsi a molteplici situazioni come le altre unità, la loro utilità è relegata solo a specifici campi.

    Medic - Un'unità che usa medicine e oggetti curativi per rimettere in sesto gli alleati. Le fiale possono essere riempite anche con acidi e veleni, fornendole anche un po' di difesa personale.

    Challenger - Il Challenger è uno specialista degli esplosivi, gettandosi a capofitto nella mischia per far saltare in aria qualsiasi cosa con i suoi barili esplosivi. State attenti, è facile rimanere feriti dalle vostre stesse bombe!

    Dragon Mage - Pur occupando due spazi nella formazione invece che solo uno, il Dragon Mage è un letale incantatore in grado di usare i propri poteri sia per attaccare a distanza come una normale Magic Unit, sia gettarsi nella mischia a cavallo del suo drago!









    Grand Kindom uscirà in Europa il 17 Giugno per PS4 e PSVita, ed è già preordinabile in numerosi store, tra cui AmazonIT.



    Edited by Viv~ - 6/4/2016, 21:38
  2. .
    Cronache: Zemid e Lace

    Due settimane dopo l'Epilogo
    Lace quella mattina era uscita presto da Babel.
    Zemid, già preso dal suo lavoro, non si era però dimenticato di dare un'occhiata fuori dalla finestra della torre, situata abbastanza in alto, nel tentativo di trovarla con lo sguardo e sentirsi più tranquillo.
    La porta del suo ufficio si aprì, e si fece avanti uno Studioso con un lungo camice bianco, gli occhiali e i capelli spettinati. Sembrava sulla trentina, o giù di lì.
    "Soma" fece Zemid.
    "Quindi tu sei il famigerato Zemid?" rispose l'uomo. "Non pensavo che il mitico contrabbandiere potesse essere uno di noi"
    "La vita è davvero piena di sorprese eh?" ridacchiò "Non vorrai dirmi che nessuno qui tra gli Studiosi ha un passato... losco, vero Soma?"
    Egli sospirò."Immagino di no" si sedette. "Sono venuto a parlare del Rapporto"
    "Ah, il Rapporto del Fondatore!" fece. "Mi spiace ancora per avervelo portato via... vi sta tornando utile immagino"
    "Sì, questo sì ma..." disse perplesso. "C'è una parte ancora indecifrabile"
    "Ah, l'avete vista anche voi..." Zemid si alzò, e tornò alla finestra. "Ho provato in tutti i modi, ma decriptare l'ultima parte del file... è impossibile senza la chiave"
    "La chiave?" chiese curioso Soma.
    "Alcune stringhe di codice fanno riferimento all'immissione di una chiave" spiegò. "È magnetica, cioè non basta provare lettere e numeri a caso fino alla soluzione..."
    "Vuoi dire che è da qualche parte?" fece. "Un supporto fisico..."
    "E non solo. Non possiamo nemmeno emularla" aggiunse l'ex contrabbandiere. "Il controllo di sicurezza è molto rigido"
    A quel punto, Soma si alzò pure, pensieroso. "Pensi possa averla nascosta il Fondatore insieme alla Sfera del Vuoto?"
    "Il settore 27" replicò il padre di Lace. "Dove il Fondatore ha nascosto la Sfera del Vuoto"
    "Sì, c'era scritto ma... che significherà?" replicò lui. "A cosa si può riferire un criptico 'settore 27'?"
    "Questo non lo sappiamo, non c'è assolutamente nessun indizio sul significato di questo 'settore 27" si sedette nuovamente Zemid, sistemando la sua scrivania.
    "Peccato..." si avvilì lo Studioso. "Beh, torno a lavoro. Ciao Zemid..." fece lasciando l'ufficio.
    "Il rapporto del Fondatore... certo che è strano..." cominciò a riflettere. "Molti sono morti, li ho fatti uccidere, per quel documento che neanche ho potuto utilizzare. E adesso mi trovo qui, a lavorare e parlare con loro...
    Ma quel Soma... sembra capire. Che abbia anche lui un passato come il mio...?
    Eppure è qui, sta portando avanti il suo lavoro, senza guardarsi indietro. Proprio come devo fare io. Le vite che ho spezzato non ritorneranno. Ma questo non significa che io non possa percorrere un cammino di redenzione"
    Alzò gli occhi verso l'alto. "A voi che siete morti a causa mia... vorrei raggiungervi, davvero. Ma ho promesso a Lace che non l'avrei più lasciata sola. Capite? Aspettate ancora un po', per favore..."
    In quel momento, lo scienziato scorse la figlia con la coda dell'occhio, in una via di Babel. Inizialmente concentrato sul seguirne gli spostamenti, Zemid la perse volutamente di vista dopo qualche secondo.
    "Va tutto bene Zemid" si diceva. "Non devo starle troppo addosso, sa badare a se stessa... e poi sono sicuro che Mizuro non la lascerà ferire..."
    Sedutosi nuovamente, portò alla sua attenzione un documento scritto da poco.
    "Deman, Saggio del Fuoco. Mizuro, Saggio dell'Acqua. Kyuze, Saggio del Vento. Raiden, Saggio del Tuono. Uroboros, Saggio dell'Ombra. Gigas, Saggio della Terra. Lumen, Saggio di Luce" lesse a voce alta. "Quel nome... 'Jinuum'... non è da nessuna parte. A che scopo, per Uroboros, apparire celando il suo vero nome, se è cultura generale? Che sia... un'entità esterna che non riusciamo a comprendere?"

    Quella sera, Lace rientrò, stanca. Posò alcune buste all'ingresso della camera del padre, e si gettò sul letto per riposare, stringendo però una lettera tra le mani.
    Quando l'ex contrabbandiere passò di là, si fermò per salutare la ragazza.
    "Lace!" disse. "Bentornata, hai avuto impegni?"
    Ella indicò le buste alla destra dell'uomo, nelle quali egli mise mano, tirando fuori un largo cappotto bianco, insieme a dei pantaloni neri.
    "Ma Lace..." ridacchiò. "Questi sono da uomo! E il cappotto non è affatto della tua taglia!"
    Ma la ragazza non si sorprese, e indicò il padre, insistente.
    "Ah..." realizzò. "Sono... per me?" ella annuì, serena.
    "Ma grazie Lace!" esultò. "Fatti abbracciar-" si avvicinò, ma il suo sguardo ricadde sulla lettera che teneva in mano la cerulea.
    "Oh, e quella?" domandò lui, al quale Lace rispose con un'espressione di sconforto, cedendola.
    L'ex contrabbandiere aprì la busta, e ne sfilò il contenuto. La carta recava un simbolo a lui familiare, che impiegò poco a riconoscere: era lo stemma della famiglia Midas.
    "Zeno, recati a Tarn, sul pianeta Omicron" recitava il messaggio. "Porta anche Lace, a tutti i costi. Quella ragazza deve assumersi alcune responsabilità. Firmato: Ruben Midas"
    "Padre..." sussurrò lo Studioso. "Lace, lui è..."
    Ella annuì, facendo intendere che avesse capito di chi si trattasse.
    "A giudicare dal tuo sguardo, conoscevi già la provenienza della lettera" notò. La sua osservazione ottenne riscontro positivo. "Hai riconosciuto il messaggero immagino... e non posso neanche chiederti di cosa tu debba 'assumerti le responsabilità'..."
    La figlia scosse la testa.
    "Beh, immagino lo scopriremo tra qualche giorno..." fece il padre. "Anche se aspetteremo, prima di andare a trovare il nonno, Lace. Ho del lavoro da fare, e anche tu, giusto? Stai aiutando con la ricostruzione della città, no?"
    La ragazza annuì, e sorrise, per far capire che non c'erano problemi, per poi essere stretta tra le braccia di Zemid, anch'egli gioioso.
  3. .
    Finito un "normalissimo" evento su Final Fantasy XIV ispirato a FFXI con un cameo del Rathalos di Monster Hunter, parte un trailer in cui si vede una Limsa Lominsa in CGI. Deduco si tratti di un film su FFXIV. La grafica è stupenda, la città è un po' diversa dall'originale ma si riconosce.
    Alla fine appare la scritta

    October 2 2016, coming to Italy

  4. .
    Ali e Ygg discutono dei progressi in Trails of the Cold Steel, per PSVita.
    Esce fuori il discorso che Ygg gioca molto di più di Ali per questioni di tempo.

    Ali: "Eh scusa ma io ho anche una vita, ho da fare, sono spesso fuori casa..."
    Ygg: "Anche io ho una Vita, la accendo tutti i giorni"
    Noi: "OOOOOOOOH"

    Giovani Ygg che spengono.
  5. .
    Su PSP sto giocando Trails in the Sky SC, su PS3 dovrei fare Disgaea 3 e Uncharted 1, ma mi dimentico lol
    Su PS4 dovrei fare MGS5, ma è lungo lol
    Su 3DS giochicchio Pokémon X, ricominciato da zero.
  6. .
    Finale: Percorsi

    La mattina seguente, il gruppo, completamente rimesso in sesto da un sonno ristoratore, si fece trovare all'esterno di Babel (con eccezione di Meten, ancora in ricarica, Andvari, occupato e Lace, ancora addormentata) per accogliere la navetta di Schinder, finalmente giunto a destinazione.
    Tra saluti e presentazioni, l'occhialuto si mise presto a suo agio, e raccontò della sua esperienza con Dokubyakorin su Takenawa.
    "Devo ammettere che la gente della Tanathia ci sa fare" fece il ricercatore. "Non ne avevo mai conosciuta, prima d'ora"
    Herid abbozzò un sorrisetto, evidentemente compiaciuto, ma restio ad ammetterlo.
    "Byak mi ha raccontato la vostra storia" fece al mercenario. "C'è niente che possiamo fare per la Tanathia?"
    "No" scosse la testa il guerriero. "Non c'è nulla di fattibile per il nostro pianeta natale. Depurarlo, se anche fosse possibile, ci creerebbe solo altri problemi"
    "In che senso?" domandò Veiss.
    "Noi della Tanathia ci siamo adattati a quell'ambiente inizialmente inospitale" spiegò. "I pochi di noi che hanno lasciato la terra madre si sono abituati a respirare normalmente dopo mesi e mesi di... 'riabilitazione', chiamiamola"
    "Mentre i locali..." parlò Lucrezia.
    "I locali che non vogliono o non possono lasciare la Tanathia avrebbero solo problemi respiratori e fisiologici" disse. "Ed evacuare tutti gli abitanti del pianeta sarebbe lungo e pericoloso, non tutti approverebbero"
    "In poche parole l'aria nociva non vi crea problemi?" domandò Victor.
    "Affatto" annuì lui. "Siamo abituati, e sono affari nostri. Ma il pensiero, ricercatore, lo apprezzo"
    "A proposito di tossicità..." parlò Elaisa. "Walter e la Bomba Shadow?"
    "Ecco..." si schiarì la voce l'occhialuto. "Le indagini sono terminate" disse. "La Bomba Shadow ha ucciso più di cinquecento persone, tra Imperiali, prigionieri e civili"
    "È vero, Nakano è uno spazioporto" disse lo spadaccino. "Immagino che anche la parte... meno losca non sia stata risparmiata"
    "Non sbagli" continuò lo Studioso. "I laboratori di Nakano sono nascosti, ma l'esplosione non ha risparmiato nessuno..."
    "Neanche Walter?" chiese la rossa.
    "Ecco... Walter e il suo compagno Doku... erano lì quando è avvenuta l'esplosione ma..." rivelò. "I loro corpi non sono stati trovati da nessuno"
    "Nessuna traccia? Sono dispersi?" si preoccupò Crinn.
    "Esattamente" rispose Schinder. "Ho contattato giusto qualche minuto fa Byak, per sapere se fossero tornati a Takenawa... nulla. Hanno fatto esplodere quella bomba e sono scomparsi"
    "Immagino non rispondano neanche ai CMDV..." notò la pistolera.
    "Immagini bene" disse. "Al momento non sappiamo neanche dove cercarli, ma Byak mi ha garantito che lui e la sua rete di informatori terranno gli occhi aperti"
    "Farò anche io la mia parte" fece Elaisa. "Ho la mia rete, se qualcuno dovesse scoprire qualcosa ve lo farò sapere"
    "Lo stesso vale per me" parlò Zemid. "Qualche informatore, nel contrabbando, lo conosco"
    "Grazie davvero" si inchinò lo scienziato. "Io farò il possibile per rivitalizzare gli Studiosi del Vuoto"
    "A proposito..." notò il mitragliere. "Eri scappato con un bel gruppetto di scienziati, dove sono adesso?"
    "Ah, tranquilli!" esclamò l'occhialuto. "Hanno preso una navetta per Telos. Per qualche strano motivo, l'Impero non si è mai deciso ad attaccarci lì... almeno di recente"
    "Trasferirete la sede su Telos?" domandò l'ex soldato.
    "Non lo sappiamo ancora, per adesso Soma ci sta aiutando" spiegò. "Speravo fosse anche interessato a guidare gli Studiosi, ma credo proprio toccherà a me"
    "Soma non è mai stato un buon leader" commentò Victor. "Ne ho sentite di storie da un suo vecchio amico"
    "Perché io ti sembro tagliato?" ridacchiò, un po' imbarazzato, Schinder. "Walter avrebbe scelto Alexa!"
    "Ma ora lei non c'è" disse Lucrezia. "E i tuoi colleghi contano su di te"
    "L'Anziano del mio villaggio" raccontò Herid. "Era proprio come te prima di diventarlo. Suo padre morì prematuro, e fu costretto, fin da giovanissimo, a guidare Orin. Adesso è uno degli eroi della Tanathia. Non farti intimorire dalla carica, quando hai guadagnato il rispetto dei tuoi sottoposti sei già adatto"
    "Beh.. grazie" si sistemò gli occhiali. "Ma basta parlare di me! Cosa intendete fare, ora che tutto è finito?"
    La domanda colpì tutti i presenti, che cominciarono a guardarsi intorno confusi o pensanti.
    "Io..." parlò Crinn. "Parlerò con Andvari, appena lo vedrò. Voglio entrare nella Ribellione"
    "Oh, audace!" commentò Victor. "Vengo anche io!"
    "Cosa?" rispose stupito il ragazzo. "Così, dal nulla?"
    "Ho fatto una promessa a un vecchio amico" parlò. "Ricordate? 'non lasciare che si ripeta un'altra tragedia'"
    "Giusto!" annuì il giovane. "Vincent!"
    Veiss abbozzò un sorriso: pur non essendo felice per la scelta del fratello, non era veramente arrabbiato con lui.
    "Io ho intenzione di tornare indietro... a fare quello che facevo prima" disse.
    "Oh, si può sapere?" commentò il ricercatore.
    "Lasciamo perdere" mantenne il segreto. "Diciamo solo che tornerò a casa"
    "Mh, io..." pensò Elaisa. "Io anche tornerò a lavorare"
    "Elaisa..." si incuriosì Lucrezia. "Ma tu come ti sei guadagnata tutti quei soldi?"
    "Sì, beh, hai menzionato qualche giorno fa che tuo padre era un attore" disse Crinn. "Pensavo fossi un'ereditiera di qualche compagnia o simili..."
    "Mia madre commerciava" disse. "Se ho tutti questi soldi adesso lo devo solo alla loro costanza e il loro impegno, nessun colpo di fortuna, nessuna eredità..."
    "Beh, è una bella cosa" commentò Veiss. "Immagino che anche la tua paga di soldatessa abbia contribuito"
    "Sì, beh, quando ho lasciato l'esercito avevo già messo da parte qualcosa. Non ho mai voluto abusare troppo dei soldi lasciati dalla mia famiglia" fece la rossa.
    "Per quanto riguarda Meten?" domandò Zemid.
    "In effetti è una bella domanda..." disse la spadaccina. "Non so se posso portarlo con me..."
    "Se è possibile, mi piacerebbe tenerlo per un po' con gli Studiosi" si inserì Schinder. "Vorremmo fare qualche test, permetti?"
    "Se gli andrà bene sì" annuì la spadaccina. "Rimarranno pure Zemid e Lace, no?"
    "Naturale" fece l'ex contrabbandiere. "Almeno... se per Schinder non ci sono problemi"
    "Zemid..." parlò il ricercatore. "Le tue azioni passate non sono state le migliori, ma c'è sempre spazio per una seconda possibilità, questo è quello che ti direbbe Walter"
    "Ti ringrazio infinitamente, Schinder" rispose. "Voglio veramente rimediare ai miei errori, come Studioso... e come padre"
    "Buona fortuna" gli strinse la mano Crinn. "Io passerò ogni tanto per qualche esperimento, se avete bisogno"
    "Chiaramente" annuì l'occhialuto. "Il tuo potere è speciale, ma non sentirti obbligato. Vedete, io e Zemid ci siamo già sentiti prima del mio arrivo qui. Mi ha raccontato che anche Lace possiede un potere simile al tuo"
    "Non dovrebbe essere un problema per lei aiutarci" disse il padre. "Dobbiamo scoprire solo se può aprire i portali come te. Inoltre, ho il Rapporto del Fondatore a casa mia, mi assicurerò di portarlo e condividerlo con voi"
    "Oh, questa è una bella notizia!" esclamò Schinder.
    "Lucrezia?" si chiese l'ex lanciere. "Tu non hai ancora detto cosa hai intenzione di fare"
    "Oh... beh..." pensò. "Spero ci sia posto nella Ribellione anche per me"
    "Anche tu?" ridacchiò Victor. "Bene, state tranquilli che vi tengo d'occhio, Crinn!"
    "Il sogno di mio fratello..." parlò l'ex mercenaria. "Detto da lui erano solo i deliri di un fanatico che voleva prendere il controllo della Galassia... ma di fondo, non era un'idea sbagliata. Voglio portare avanti, davvero, l'onore degli Alogos, non come pensava di fare lui"
    "Molto nobile" disse il ricercatore. "Con tutte queste cose che continuate a menzionare che capite solo voi, chissà quante avventure avete vissuto, voi sei!"
    "Certo che... è strano" parlò all'improvviso Crinn. "È strano sapere che ci separeremo"
    "Non ci avevo proprio pensato" si rattristò Victor, per poi riprendersi. "Oh, andiamo, ci rivedremo tutti no?"
    "Ma certo!" esclamò Lucrezia.
    "Anche tu Elsa!" la provocò. "So che ci vuoi bene!"
    "Sì, sì, non so come io faccia, ma è vero" rispose. "Soprattutto a voler bene a uno come te"
    "Sarà colpa del mio fascino?" scherzò l'uomo.
    "Sul serio, come faccio a voler bene a uno così?" fece lei.
    "Ehi Herid" lo chiamò l'ex lanciere. "Non ci hai ancora detto cosa farai tu"
    "Io rifletterò" replicò. "Non ho ancora una risposta"
    "Buona fortuna in ogni caso" gli disse lui.

    Passò il tempo, e tutto era pronto per la partenza. Quel pomeriggio, le navi di tutti avrebbero solcato il cielo insieme per l'ultima volta. Ma in cuor loro, erano consapevoli che si sarebbero rivisti e risentiti, e che un'avventura del genere non è facile da dimenticare.
    Avendo a disposizione una sola nave, quella portata da Schinder su gentile concessione di Byak, Elaisa si offrì di scortare tutti alla rispettiva destinazione. Un ultimo viaggio nella stessa nave.
    Qualche ora prima della partenza, la nave di Andvari giunse su Emerald per scortare il Generale e alcuni uomini (molti Ribelli scelsero di rimanere a Suzaku per aiutare i cittadini con la ricostruzione). il Brigadiere offrì un passaggio a tutti, ma declinarono. Sia per non tradire Veiss, sia per una questione puramente sentimentale di ognuno di loro.
    Il Generale li salutò con un sorriso, fiero di aver combattuto al loro fianco e di ricevere Crinn, Lucrezia e Victor come nuovi assetti del suo gruppo.
    Il momento dei saluti cominciò subito, dovendo lasciare Zemid, Schinder, Lace e Meten su Emerald.

    "Fate buon viaggio!" disse l'occhialuto. "Ci prenderemo cura noi del vostro cyborg"
    Meten era stranamente silenzioso.
    "Che c'è, scatoletta?" lo chiamò Victor. "Di solito fai sempre uno dei tuoi discorsi super razionali..."
    "Non ho nulla da dire" rispose. "Non comprendo quanto sta succedendo. So solo che è stato un onore combattere al vostro fianco"
    "Ti mancheremo?" sorrise Veiss.
    "Mancare...?" fece confuso il Cross. "Non... comprendo"
    "Vorresti passare più tempo con noi, vuol dire" spiegò la pistolera.
    "Credo... di sì" fece lui. "Mi è impossibile tuttavia esprimere tale sensazione. Credo di essere stato... felice"
    "Felice eh?" rise Elaisa. "Stai imparando! Sai che verremo a trovarti, vero?"
    "Io..." non riuscì a esprimersi il robot. "Credo di essere felice anche di sapere questo. Vi auguro buon ritorno alle vostre mansioni"
    "E...?" lo provocò la rossa.
    "E grazie" parlò il piccolo. "È corretto?"
    "Certo, grazie anche a te, Meten. Sei stato un buon amico, problemucci di programmazione a parte" fece Crinn.
    "Proprio perché hai compreso i tuoi errori, sei stato un vero amico per noi" disse lo spadaccino. "Complimenti"
    "...grazie" fece il Cross, abbozzando un sorriso. "Anche se... amico? È difficile..."
    "Non sforzarti troppo" disse l'ex contrabbandiere. "Capirai tutto col tempo"
    "Salutiamo anche te, Zemid" gli diede la mano Crinn. "Grazie del supporto"
    "Sono io che ti devo ringraziare, Crinn" fece. "Grazie a te ho di nuovo Lace e... ho di nuovo me stesso"
    "Figurati" sorrise il ragazzo.
    "Farò qualsiasi cosa per ripagare il favore che mi hai fatto" si inchinò.
    "Bene, allora sii un buon padre e riscattati negli Studiosi del Vuoto" disse. "È l'unico favore che ti chiedo, insieme a una piccola richiesta. Puoi mandarmi tutto quello che sai sui Saggi?"
    "Sarà fatto" annuì l'ex contrabbandiere.
    Infine, essi si separarono. Con un sorriso stampato in volto, chi doveva partire si sedette nella navetta. I portelloni si chiusero, e il velivolo partì con loro un'ultima volta.

    La prima sosta fu lo spazioporto di Takenawa, dove scese Takeheridorin. Il mercenario, sebbene fu riempito di saluti, si scompose ben poco.
    "Le nostre strade si incroceranno ancora" disse. "Motivo per cui non soffro nel salutarvi"
    "Tu sì che sei forte" si congratulò Crinn. "Ci si vede, Herid"
    La nave si alzò immediatamente, alla volta della seguente destinazione. Quando se ne andò, accanto al mercenario sopraggiunse Byak, che lo vide fissare verso l'alto. Quando si avvicinò per parlargli, una lacrima fu vista scendere sul suo pallido viso.
    "'Le nostre strade si incroceranno ancora'? È questo il motivo per cui non ti sei scomposto?" gli chiese il Doku.
    "...no" rispose il mercenario. "Sono abituato a vedere le persone andar via"
    "Ah, capisco..." fece l'amico. "Ma questa volta hai versato una lacrima"
    "Già" rispose. "Forse perché quei due per me non sono state normali persone"
    "Non ti ho mai visto così, neanche con gente della Tanathia che conosci da più tempo" si stupì Byak. "Che abbiano finalmente fatto breccia in quel tuo cuore di pietra?"
    "Diciamo solo..." abbassò lo sguardo il guerriero. "Che mi hanno ricordato di avercelo, un cuore..."

    Le ore passate in quella nave non facevano che crescere. Crinn, Lucrezia e Victor sarebbero scesi a Garana, sede della Ribellione.
    Il velivolo, seppur decisamente più veloce del primo con cui arrivarono a Emerald, impiegò del tempo per raggiungere la città splendente. Infine, quella sera, raggiunsero la destinazione.
    "Crinn" fece la donna dai capelli rossi. "Non so come saranno le mie giornate senza te e tuo fratello, adesso, ma di sicuro non così. Victor, mi mancherà la tua faccia da idiota. Per quanto riguarda te, Lucrezia, ho grandi aspettative. Teni a bada questi due uomini da parte mia, va bene?"
    "Certo!" annuì la pistolera. "Anche a me mancherai, Elaisa. Mi dispiace non averti mai conosciuta per bene... non ho mai avuto un'amica"
    "Ti prometto che ci rivedremo" disse lei. "Avrai bisogno di qualcuno con cui fare certi discorsi"
    "Ci sarei io!" esclamò Victor. "Posso ascoltarti quanto vuoi, eh!"
    "Certo, come no" rispose la rossa. "È uno scemo, tienilo sempre a mente. Sempre"
    "Veiss" lo chiamò lo 'scemo'. "Anche tu mi mancherai. Per quanto non mi piaccia l'Impero, mi raccomando, non perdere mai di vista quella per te è la strada giusta da prendere"
    "Non lo farò, grazie Victor" annuì.
    "Ma non dimenticare..." aggiunse lo spadaccino. "Non c'è niente di male a prendere qualche deviazione ogni tanto"
    "Qualche deviazione..." pensò.
    "Ci si vede, fratello" disse Crinn. "Non dimenticarti quello che ci siamo detti"
    "Lo stesso vale per te" sorrise. "Saremo anche lontani, ma tu sarai sempre mio fratello, Crinn"
    "Anche tu, Veiss" rispose il maggiore. "E ricordati che lavoriamo entrambi per lo stesso obiettivo, a modo nostro"
    "Giusto..." fece lui. "Anche se per l'Impero tu sarai morto, per me non lo sarai mai. E anche quando ci incontreremo come nemici, per me non lo sarai mai"
    "Julius mi ha detto di dirti di non fare la sua stessa fine" disse l'ex lanciere. "Ricordatelo, andavate nella stessa classe, giusto?"
    "Sì, sì" replicò. "Lo terrò a mente"
    Tutti si salutarono, e il momento fatidico avvenne. Il gruppo storico si divise, dopo numerose avventure insieme.
    Persino i due inseparabili fratelli scelsero strade differenti. Ma qualcosa permetteva loro di non disperare. Sapevano infatti che non sarebbe stata la distanza a spezzare un legame come quello temprato dai viaggi e le battaglie combattute.

    All'interno del mezzo rimasero solo Elaisa e Veiss, con la pilota che si stava dirigendo verso il pianeta Noctis, prima di essere bloccata dal mitragliere.
    "Lasciami a Sanctum" disse. "Lo spazioporto più vicino a Noctis"
    "Sei sicuro?" chiese la rossa.
    "Certo" annuì.
    "Senti Veiss..." fece la guerriera. "Sei sicuro di quello che stai facendo?"
    "Non ho intenzione di abbandonare la mia famiglia" disse. "Devo assolutamente tornare dai miei genitori e servire l'Impero per loro. Sarà molto più difficile senza Crinn, ma ce la metterò tutta"
    "Le tue parole sono nobili e sincere" disse lei. "Ma per quanto appaiano sicure, la tua espressione mi suggerisce il contrario"
    Il sospetto non era infondato: lo sguardo del mitragliere non trasudava determinazione, bensì una leggera malinconia.
    "Sta' a sentire" gli fece lei. "Se l'Impero non dovesse accettarti... non farti ammazzare. Prendi una navetta e scappa sul pianeta Lious"
    "Il tuo...?" si chiese il mitragliere.
    "Sì, vieni pure a rompere a casa mia, ma non farti uccidere" esclamò. "Intesi? Promettimelo"
    "Promesso..." fece lui.
    "E ricordati che abbiamo anche un duello, noi due" ricordò. "Perciò fatti vedere, nel prossimo futuro, va bene?"
    "Lo terrò a mente" fu la sua risposta.
    Elaisa, però, non riusciva comunque a stare tranquilla senza preoccuparsi per il biondino.
    Nella notte, Veiss scese su Sanctum, come richiesto. Invece dei saluti, lei lo guardò con uno sguardo severo ma non con cattive intenzioni.
    "Veiss, abbi cura di te, e ricorda quello che ti ho detto" fece lei.
    "Lo farò, ciao Elaisa" rispose lui, velocemente, dirigendosi verso un trasporto per Arcadia.
    Prima che la pilota partisse, però, il biondo si voltò, e riuscì a sorridere.
    Ella lo notò, e sorrise a sua volta, alleggerendo le sue ansie. Partì, facendo cenno con la mano per salutare, e per un istante rivide il Veiss determinato ed energico che era.

    La traversata spaziale della donna terminò qualche ora dopo, nel cuore della notte, quando giunse alle porte di casa sua, sul pianeta Lious. Atterrata lì fuori, la spadaccina si voltò verso il mezzo, successivamente fissando il cielo, tirando un sospiro e sorridendo. Fino alla porta della sua abitazione, il suo sguardo era come perso, la sua testa tra le nuvole. I suoi pensieri solo a quelle persone, così diverse ma unite, neanche da un vero e proprio obiettivo comune, ma da un piccolo viaggio per la Galassia di Omega.
    E sebbene a partire da quel momento si sarebbe svegliata nel suo letto, non in quello di qualche accampamento, astronave o torre, senza trovarsi i commenti stupidi di Victor, le insicurezze di Veiss, le energie di Lucrezia, la curiosità di Meten e i segreti di Crinn a contornarle le giornate, non era affatto triste. Perché non sarebbe stato il modo corretto di salutare un'esperienza come quella. Non con un 'addio', ma con un 'arrivederci'...

    In ogni parte della Galassia, ognuno di loro sta cominciando una nuova vita, facendo i primi passi su un percorso nuovo, da loro scelto, frutto di quanto appreso durante il viaggio.
    Ma i misteri non sono finiti, e questo lo sanno bene.
    Cosa nasconde l'Impero? E il Vuoto? Chi sono davvero i Saggi?
    Le domande aperte surclassano in quantità quelle chiuse, questo è vero, ma quella confusionaria odissea, adesso, si sta prendendo una pausa.
    Perché si sa, ogni fine è un nuovo inizio. C'è sempre spazio per nuove cronache.



    Chronicles of Soul - First Arc: FINE



    Oggi, 30 Marzo 2016 termina Chronicles of Soul. Iniziata come un progetto singolo, doveva comprendere due archi, uno dedicato alla scoperta dei personaggi e un altro alla storia vera e propria. Alla fine, in corso d'opera, la lunghezza della storia sarebbe stata immane, così è stato deciso di spezzare la narrazione, approfittando della fine del character arc (che doveva finire così) per dichiarare la storia come conclusa, pur trattandosi di un primo episodio. Grazie a tutti quelli che l'hanno letta e chi la leggerà, mancherà anche a me, devo dire.
    Ma è pur vero che la fine di un capitolo è l'inizio di un altro, no? Scusate se non è l'epico finale che vi aspettavate, ma ci sarà tempo per quello.
    Bene, grazie ancora, buon proseguimento, e ricordate che Chronicles of Soul: Second Arc arriverà, prima o poi!

    Comunque, avrete ancora un po' di CoS nei prossimi giorni!
    Infatti ho intenzione di scrivere dei paragrafetti, giusto qualche riga, chiamati Cronache. Questi minicapitoli saranno degli epiloghi, dedicati a ogni personaggio, ognuno con un ambientazione temporale diversa: la maggior parte avranno luogo qualche mese dopo il finale del primo, ma ce ne saranno due o tre che invece ripartono da dove Elaisa li ha lasciati, mentre altri poche settimane dopo. Insomma, i teaser del Second Arc non mancheranno, con tipiche frasi enigmatiche e esiti sconosciuti, quindi non mancate neanche voi!

    Edited by Lux PKK - 30/3/2016, 21:41
  7. .

    Avviso a tutti i membri della community:

    In particolare a chi posta assiduamente news su Final Fantasy XV. Alcune testate giornalistiche stanno divulgando informazioni di UncoveredFFXV, l'attesissimo evento visionabile solo dalle 3.00 am (ora italiana): a noi sembra una scorrettezza e una mancanza di serietà nei confronti dei fan e degli sviluppatori rovinare in questo modo l'hype che si è venuto a creare nell'ultimo periodo.
    Perciò non pubblicheremo alcun leak nella giornata di oggi e esortiamo anche voi a non farlo.

    Noi del PaQ seguiremo e copriremo l'evento in diretta stanotte alle 3.00, come tutti, e vi forniremo le news solo allora.
    In poche parole, non contribuite alla divulgazione di questo materiale qui sul forum come se fosse una qualsiasi news, per favore. Piuttosto seguitelo con noi in nottata che ci divertiamo un casino, molto meglio XD



    Avviso personale: se volete stare "al sicuro", occhio a girare sui social, sulle testate giornalistiche videoludiche o su altri canali non ufficiali. E se i leak non vi fanno schifo e li cercate per conto vostro ok, ma non rovinate l'hype altrui con uno spoiler bello e buono!
  8. .
    Finale: XIX - Chiusura

    Usciti dal portale, dinnanzi a Crinn e Lace, vi era una Suzaku, sia nel bene che nel male, nuova. La nebbia perenne si era fatta molto meno fitta, grazie alle fiamme del Saggio che riuscirono a scacciarla, ma la più chiara situazione permetteva anche di posare gli occhi su ciò che era diventata la città nella sua totalità: edifici a pezzi, strade crepate, vittime e sangue di entrambi gli schieramenti sparsi in ogni dove e Babel, edificio da sempre iconico, abbandonato e ferito.
    Ad attenderli vi erano anche i loro compagni, appoggiati su un muro della torre, seduti per terra, con i vestiti strappati, e poca energia in corpo, armi usurate e molteplici pensieri, a cui si aggiungeva la consapevolezza di aver vinto uno scontro che non sarebbe stato facilmente dimenticato.
    Il lanciere e la lottatrice si avvicinarono ai loro amici, solo per salutarli e dire loro che ci erano riusciti. Sul volto di tutti un sorriso, quasi liberatorio, che segnava la fine di ore e ore passate tra combattimento, tensioni e sorprese indesiderate. Il pensiero che sarebbe potuta cadere, in qualsiasi momento, una bomba letale Imperiale non aveva la stessa rilevanza dell'aver abbattuto una divinità.
    Tuttavia, prima ancora che qualcuno potesse proferire parole, un CMDV squillò. Era quello di Takeheridorin.
    "Herid, sono io" fece una voce familiare.
    "Byak" rispose lui. "Novità?"
    "Posso chiederti la stessa cosa, vecchio amico" ridacchiò la spia.
    "Diciamo solo che ci siamo occupati dei problemi" tentò di riassumere il guerriero. "State tenendo d'occhio la Bomba Shadow, immagino"
    "Naturale" rispose il benzinaio. "Ma credo che il nostro lavoro di osservatori sia giunto al termine"
    "Che vuoi dire?" domandò incuriosito l'argentato.
    "Ho qui qualcuno che vorrebbe parlare con... i tuoi amici" disse portando un altro di fronte all'apparecchio.
    "Pronto?" si trattava di Schinder. "Sono io, Schinder"
    Tutti coloro che ebbero a che fare con lui si avvicinarono al CMDV del mercenario.
    "Ti sentiamo Schinder" fece Victor. "Che ci dici?"
    "Porto buone notizie... e anche cattive" cominciò abbassando il tono. "La Bomba Shadow non verrà"
    "Dici sul serio?" chiese Elaisa. "E perché?"
    "Perché..." tentò di spiegare lo Studioso. "È già esplosa"
    Al suono di quelle parole ci fu un momento di sgomento generale.
    "Già esplosa?" domandò il mitragliere. "E dove?"
    "Avete presente Nakano, giusto?" disse intendendo lo spazioporto nel quale effettuavano esperimenti gli Imperiali. "La bomba è esplosa proprio lì dentro, dove era tenuta"
    "Che danni ci sono stati?" domandò l'argentato.
    "Beh, quell'arma è davvero strana" disse. "Emette un fumo nero come la pece che corrode ciò che si trova in zona... ecco, quella coltre è ancora lì, statica. Ha circondato l'intera area nei dintorni dello spazioporto, quella rotta è stata immediatamente chiusa"
    Dalla distanza, il Brigadiere sorrise e annuì compiaciuto. Veiss, d'altro canto, apparve perplesso.
    "Sbaglio..." parlò di nuovo l'argentato. "O c'era qualcuno di noi lì?"
    "Non sbagli" si schiarì la voce l'occhialuto. "Il vostro amico, Dokuseryoumaran -certo che è difficile pronunciarli questi nomi- e... Walter... si trovavano sul posto"
    Lo sgomento si tramutò rapidamente in shock.
    "Walter?" fece Lucrezia. "È rimasto coinvolto nell'esplosione?"
    "È questa la cosa strana" disse il ricercatore. "Sia Walter che Seryou non riusciamo a contattarli. Saranno condotte delle indagini domani mattina... io non..."
    Il presunto sacrificio di Walter aggiunse un tocco di amarezza a un epilogo inizialmente gioioso. Il suo sacrificio aveva scongiurato una tragedia, ma non sarebbe passato inosservato.
    Successivamente, Schinder annunciò che sarebbe tornato a Suzaku la mattina seguente, e avrebbe comunicato a tutti l'esito delle indagini. Al gruppo non rimaneva altro da fare se non attendere la fine di quell'immensa giornata.

    Col tempo che passava, la città cominciò a ripopolarsi. Quelli che si erano barricati in casa uscirono nuovamente, coloro che scelsero di fuggire seppero del termine dell'invasione e tornarono a Suzaku. I soldati della Ribellione si offrirono di aiutare i cittadini a rimettere almeno un minimo in sesto il centro abitato. Ma nessuno voleva o osava avvicinarsi a Babel, la più grande cicatrice dell'evento.
    La situazione assunse a poco a poco una piega sempre più positiva: Elaisa decise di donare una parte del suo immenso patrimonio per contribuire alla crescita della città mentre Zemid annunciò di voler lasciare il contrabbando per dedicarsi agli Studiosi del Vuoto e, soprattutto, alla cura di Lace.
    Quella sera, in ogni caso, i due fratelli Restus, la stesa Elaisa, Victor, Meten e Lucrezia si trovarono in una piazzetta, per aggiornarsi su quanto scoperto e successo, soprattutto all'interno del portale.
    "Figli di Uroboros eh?" fece lo spadaccino. "E questo 'Uroboros' saresti tu, Crinn?"
    "Deman ha chiamato me e Lace 'gusci'" spiegò. "Probabilmente è a questo che serviamo"
    "Ospitate i poteri dei Saggi?" parlò la rossa. "Quindi ci devono essere, da qualche parte, altri quattro come voi?"
    "Non è detto" esplicò il lanciere. "Quando Julius è stato posseduto, Jinuum mi ha detto che si stava avvicinando un altro come lui. È probabile che egli sia stato scelto come guscio proprio in quel momento"
    "A proposito" disse Lucrezia. "Jinuum?"
    "Questo è ancora un grande interrogativo" rispose. "Deman ha chiamato il mio Saggio 'Uroboros', ma io l'ho sempre conosciuto come Jinuum"
    "Facciamo un piccolo riepilogo" parlò l'uomo dai capelli scuri. "I nomi dei Saggi non sono esattamente noti a tutti. Ci sono numerose interpretazioni, e le fonti sono sempre state molto elusive. Gli unici su cui si hanno meno sospetti sono Deman, del Fuoco, e Lumen, della luce"
    "Da dove le prendono queste informazioni?" chiese la pistolera.
    "Trascrizioni di antiche rovine, presunti artefatti..." elencò Victor. "Nulla di certo, insomma"
    "Zemid sembra conoscere i nomi, o almeno una versione di essi. E Deman ci ha praticamente confermato che quel nome è veramente quello del Saggio del Fuoco" continuò. "Con quanto avvenuto oggi, escluso il Fuoco, abbiamo la certezza che Mizuro sia il vero nome del Saggio dell'Acqua. E, se diamo retta alle parole di Deman, Uroboros è davvero il nome del Saggio dell'Oscurità"
    "Ci converrebbe fare un paio di ricerche a riguardo" parlò la spadaccina. "Me ne occuperò a casa"
    "Hai sempre una rete di contatti molto grande tu, eh Elsa?" commentò Victor. "Come si chiama quel gruppo di hacker che ti fornisce sempre tutto?"
    "Mayonaka" rispose lei. "Mayonaka Malevolent. Potrei provare a contattarli"
    "Beh, se c'è qualcuno esperto di mitologia ben venga" esclamò Crinn. "Anche se non sono sicuro"
    "Veiss?" lo chiamò Lucrezia. "Sei piuttosto silenzioso"
    "Mh?" disse distratto. "Sì, scusate?"
    "Qualcosa non va?" domandò l'uomo dai capelli scuri. "Oh, ma perché lo chiedo?"
    "Prima l'invasione, poi Andvari e la Ribellione..." parlò il biondo. "Mi scoppia la testa"
    "Ehi, ricordati del nostro duello, biondino!" tentò di risollevarlo Elaisa. "Però una cosa devo dirtela. Guardati intorno, cosa vedi?"
    "Una città a pezzi?" constatò l'Imperiale.
    "Io vedo un sacco di vite spezzate per mano dell'Impero, ma anche altre che fanno di tutto per sopravvivere" spiegò la donna. "Loro amano la loro città, come tu ami la tua patria. Ma è davvero necessario uccidere e distruggere in nome della tua terra, Veiss? Puoi amare l'Impero anche senza andare a seminare morte, sai?"
    "I nemici dell'Impero sono tantissimi" parlò Lucrezia. "Continuando così, continuerà a farsene. Cresceranno, lo sai. Abbiamo visto un sacco di persone in grado di tenere loro testa. Quanto può durare la loro supremazia?"
    "Quello che vuole dirti, ragazzo" fu il turno di Victor. "È che le difficoltà spronano le persone a fare meglio. Non importa quante volte il tuo Impero lo schiaccerà. Queste persone torneranno sempre, più forti di prima, e prima o poi avranno la meglio anche sui loro aggressori. Perché non metti tutto il tuo patriottismo a servizio del cambiamento?"
    "Cambiamento?" domandò a bassa voce il mitragliere.
    "Credo di aver capito" intervenne il fratello maggiore. "Veiss, se ami davvero l'Impero, perché non tenti di cambiarlo? Se la smettesse di crearsi nemici, non ci sarebbe più bisogno di combatterlo"
    "Tu mi aiuterai?" chiese il fratello minore.
    "Non posso prometterlo" rivelò. "Vedi... la cosa non sarà semplice. L'Impero non cambierà in un batter d'occhio, e nel frattempo continuerà a mietere vittime e invadere pianeti. Da quando siamo nell'esercito ho cercato l'opportunità di fuggire da questa realtà, Veiss. Voglio farlo. Voglio usare le mie abilità per proteggere proprio queste persone, che hanno e avranno bisogno di qualcuno"
    "Così facendo ti metterai a mietere vittime tra l'Impero, Crinn?" alzò la voce il fratello.
    "No" lo interruppe risoluto. "Ho capito, Veiss. Predico ma faccio sempre l'opposto. Dico di rispettare la vita umana, ma ho ucciso un sacco di... 'nemici', vedila così. Sono stufo" il ragazzo si alzò, ed estrasse la sua lancia dal fodero. La strinse tra le mani, chiuse gli occhi e la scagliò con violenza fino a farle penetrare il tronco di un albero.
    "Non la userò mai più" fece. "Non voglio più uccidere"
    "Forza" si alzò Victor. "Si è fatto tardi, voi due, non credete? Andiamo a riposarci un po', che ne dite?"
    A stento tutti annuirono, e si diressero verso Babel, vicino alla quale trovarono anche il resto del loro gruppo. Takeheridorin, Meten, Lace, Zemid e Andvari.
    "Se solo fossimo più in forze" li salutò lo spadaccino. "Proporrei a tutti un bel brindisi"
    Il Brigadiere apprezzò, e se ne uscì con una fragorosa risata. "Bella pensata! Ci starei volentieri!"
    "Domani, magari?" disse rispose l'ex mercenario "Oggi è stata una giornata davvero intensa. Forza, mi ricordo dove ha le camere, questa torre, andiamo a riposare!"
    "Mi chiedo se la mia sia ancora lì..." pensò a voce alta l'ex contrabbandiere, mentre si accodò al gruppo per raggiungere le stanze.
    "Puoi scommetterci" fece Lucrezia. "Crinn può confermarlo!" disse alzando scherzosamente la sua mano.
    "Ah, certo" fece l'ex soldato. "Walter l'ha tenuta in perfette condizioni, te la cedo volentieri, quel posto mi dà i brividi!"
    "Colpa anche di un certo 'qualcuno' aggiungerei!" rise Elaisa. "Che si è introdotto in quella stanza in piena notte buttando pure giù una porta"
    Takeheridorin fece immediatamente un serio inchino, sussurrando parole incomprensibili. "Me ne rammarico" disse poi. "Non potevo immaginare... nulla... di tutto ciò"
    "Neanche noi" parlò la pistolera. "Pensavo mi avresti uccisa con quelle spade, al nostro primo incontro!"
    "Lo pensavo anche io" rispose lui. "Sono... contento di non averlo fatto, tutto sommato"
    "Non è l'unico che credevo ci avrebbe uccisi!" esclamò la rossa, accarezzando la testa di Meten.
    "Le mie direttive..." tentò di parlare il cyborg. "Io non potevo ignorarle"
    "Si dice 'scusa', Meten" suggerì Crinn.
    "Scusa?" chiese curioso.
    "Lo dici quando ti penti di aver fatto qualcosa, in poche parole" spiegò la pistolera.
    "Scusa..." ripetette il Cross. "Credo rappresenti al meglio ciò che penso"
    "Quel robot è davvero incredibile" commentò il Brigadiere. "Immagino abbia la sua storia"
    "Sì, diciamo di sì" fece Victor. "Teniamola per un altro giorno"

    Man mano, tutti si diressero nelle loro rispettive camere. Chi si addormentò in nemmeno un secondo, tipo Victor, Elaisa, Meten (il quale si disattivò) e Andvari, chi invece faticava a prendere sonno. Tra tutti, Lace e Zemid, nella stanza già menzionata.
    "Finalmente ho un momento..." disse. "Lace... ti chiedo ancora scusa, per tutto"
    Ella abbassò lo sguardo.
    "Avrei dovuto prendermi maggior cura di te, sarei dovuto essere un padre migliore e..." si fermò. La ragazza lo abbracciò, di nuovo, aggiungendo solo un forte imbarazzo alle sue parole.
    "Grazie, Lace" disse. "Prometto che non abbandonerò mai più"

    Quando Crinn si svegliò, in piena notte, Veiss non era nel letto accanto. Curioso, scese dalla sua branda per farsi un giro per la struttura. Poco fuori dagli alloggi, immobile a fissare una sala sotto di lui, l'ex lanciere incontrò, ancora sveglio, il mercenario d'argento.
    "Herid" disse, appoggiandosi vicino a lui. "Non dormi?"
    "No" rispose. "Non ne ho bisogno, non sono affaticato come voi"
    "Capisco... ma ti farebbe comunque bene!" gli propose il ragazzo. "Qualcosa non va?"
    Egli fece cenno a Crinn di voltarsi, portando il suo sguardo sulla sala nel quale il ragazzo venne inseguito dai Reclaimer la notte del tentato rapimento.
    "Sono morte qui tutte quelle persone" fece il Take. "Me lo ricordo bene"
    "Ti senti in colpa?" domandò il ragazzo dai capelli scuri.
    "No" rispose. "Non sono il tipo. È solo strano" sospirò. "Strano che io stia lavorando con voi"
    "Beh, nessuno se lo aspettava" fece l'Imperiale.
    "È merito della tua amica, Lucrezia" spiegò. "Mai ho incontrato un'avversaria del genere"
    "Sì ecco... sa essere incredibile" ridacchiò il giovane.
    "Nutre profonda ammirazione per te, Restus" fece Herid. "Siete anche in sintonia"
    "Forse..." fece Crinn, leggermente imbarazzato.
    "Anche io ti ammiro" asserì il mercenario. "Hai persone che tengono a te, e combatti per ciò in cui credi"
    "In realtà..." sospirò. "Non ho mai davvero combattuto per ciò in cui credo. Ho deciso di cominciare da ora, sul serio"
    "Capisco..." tornò a riflettere il guerriero d'argento. "Scegli una strada e percorrila fino alla fine. È la stessa cosa che farò io, da ora in poi"
    I due si salutarono, e le ricerche del fratello minore ripresero. Alla fine, lo trovò vicino all'ingresso della torre, appena rientrato.
    "Veiss" disse. "Preso un po' d'aria?"
    "Sì" fu la sua risposta. "Non riesci a dormire?"
    "Mi sono svegliato per caso, e ho pensato di venire a cercarti" sorrise. "Mi preoccupo, sono sempre tuo fratello"
    "E lo sarai ancora, dopo quanto successo oggi?" gli domandò il mitragliere.
    "Questa è una cosa che non cambierà mai, Veiss" disse il maggiore.
    Dopo un attimo di silenzio, il mitragliere aprì bocca. "Ho deciso di tornare in patria"
    "Sei sicuro?" gli disse. "Non per qualcosa, ma ufficialmente sei ricercato"
    "Voglio fare un tentativo, spiegherò tutto agli Arcangeli" disse.
    "Senti... cosa intendi con 'tutto'?" si preoccupò il ragazzo dai capelli scuri.
    "Non ti preoccupare" annuì. "Non dirò nulla di te, o di quello che è successo"
    "Davvero? Sai che ti metterai nei guai vero?" continuò l'ex lanciere.
    "Sì, sì..." rispose lui. "Ma sei sempre mio fratello, non posso tradirti"
    "Bene, visto che siamo in vena di dichiarazioni..." si schiarì la voce Crinn. "Voglio entrare nella Ribellione"
    "Si era capito, fratello" lo sminuì, ironicamente, il minore. "Buon divertimento"
    "Ciò che desidero è un Impero che non dovrò più combattere" spiegò il fratello maggiore. "Seppur distanti, possiamo lavorare allo stesso obiettivo"
    "Potremmo doverci battere" pensò Veiss. "Ne passerà di tempo prima che si realizzi quel sogno"
    "Beh... se dovesse succedere... ricordiamoci che siamo sempre fratelli, ok?" disse l'ex militare.
    "Questo senza dubbio" ridacchiò il biondo. "Ci andrò piano con te"
    "Voglio proprio vedere!" lo schernì Crinn, mettendo le mani in una sua tasca e tirando fuori una coppia di piastrine militari, passandole a suo fratello, il quale annuì, rassegnato.
    "Per l'Impero sarai anche morto, ma per me mai" gli disse il biondo.
    "Avrò tagliato i ponti con l'Impero... ma con te mai" rispose il corvino. I due si strinsero la mano, amichevolmente, per poi dirigersi nella loro stanza, nella quale si addormentarono velocemente, in attesa del mattino seguente...
  9. .
    Fant: "Mi ha parlato di LoL"
    Toro: "lol League o la risata?"
    Fant "lol Legend of League sì quello"
    >Fanta in un momento di sonno assoluto

    Ygg: "Abbiamo giocato un po' a Pokémon Showdown..."
    Fayth: "Sì tipo quattro ore"
    >Cosa è successo mentre eravamo in "riunione"
  10. .
    Grazie Viv, bellissimo!
  11. .
    Finale: XVIII - Scontro decisivo parte 3/3

    La battaglia era ormai al suo culmine. L'eterno stallo tra il titano dalla potenza distruttiva ma scarsa velocità d'azione e il gruppo impossibilitato ad attaccare ma capace di difendersi sarebbe giunto alla fine molto presto.
    Elaisa lo sapeva, e mise in moto la fregata Imperiale, facendole solcare i cieli in breve tempo. Crinn nel frattempo buttava sempre un occhio sullo scontro dal vetro infranto.

    "Ora!" ordinò Lucrezia.
    Immediatamente, il Brigadiere Andvari e e il piccolo Meten aprirono il fuoco alle spalle della bestia, liberando un flusso d'acqua sporca continuo, che investì Deman, il quale non provò alcun dolore.
    Le fiammelle provenienti dal suo corpo, però, stavano visibilmente finendo di ardere. Il Saggio cominciò a correre lontano dal getto d'acqua, avendo percepito il pericolo.
    "Brigadiere!" fece Victor. "Fuoco! Prima che si riaccenda!"
    "Ricevuto" disse impugnando saldamente il cannone e cominciò a far piovere una granata dopo l'altra, caricando alla massima velocità possibile. Il cyborg nel frattempo sparava proiettili sullo stesso punto bersagliato dal Generale, per testarne la resistenza.
    Con stupore di tutti, nello spesso strato roccioso del titano, si formò una crepa visibile. Non eccessivamente grande, ma sufficiente per incassare un colpo di Lace, un proiettile d'acqua ben assestato che andò a lenire il Dio in maniera considerevole. Preso dal dolore, cominciò a oscillare il martello in maniera furiosa e incontrollata, travolgendo edifici e, per poco, anche Victor. Con un attacco diresse il suo colpo verso Babel, rischiando di distruggerla.
    Quando la torre sembrava prossima al crollo, però, un provvidenziale intervento le permise di rimanere in piedi: La lottatrice acquatica, infatti, aveva aperto un portale proprio davanti all'edificio, risucchiando l'attacco e usandolo praticamente come uno scudo.
    "Mossa registrata" fece Meten. "Tattica da memorizzare"
    Una schiacciata non risparmiò Takeheridorin, che rimase ferito ma protetto dalla sua corazza. Fu la pistolera a correre in suo soccorso, per constatare che stava bene.
    "Herid!" gridò.
    "Non gridare" la interruppe. "Mi ha fatto più male quello che il suo martello"
    "Beh..." tentò di spiegarsi la ex mercenaria.
    "Non preoccuparti per me" disse. "Tempo perso"
    "Non dire così!" lo scosse lei con le mani.
    "Mh" si limitò a rispondere l'assassino. "Come vuoi" si ricompose, e chiamò i suoi compagni a raccolta. "Gli abbiamo inflitto un danno, adesso?"
    "Adesso..." parlò lo spadaccino dai capelli scuri, alzando lo sguardo verso il cielo. "Adesso ci pensa l'artiglieria pesante"
    Fu proprio in quel momento che un boato colse alla sprovvista i presenti, che non potettero non notarlo. La spadaccina e il lanciere erano arrivati con i loro cannoni, e stavano bersagliando il gigante di roccia, che sembrava sentire il dolore: la sua corazza, infatti, cominciò a perdere pezzi, accompagnando le sue grida nella mente dei combatteni. Dove cadeva l'armatura vi era puro fuoco, e i proiettili acquatici di Lace lasciavano indubbiamente il segno.
    "Ce la stanno facendo!" esclamò il ribelle. "Ottimo lavoro"
    Il Saggio non riusciva neanche a muoversi, poiché veniva respinto dai siluri Imperiali e danneggiato dagli attacchi acquatici.
    Gli occhi di Lace si illuminarono di una luce celeste e, invece di sparare raffiche blu, cominciò a caricare i suoi poteri prima di rilasciarli. Il risultato fu devastante: un getto d'acqua incredibilmente potente collise con la superficie incandescente del nemico, generando un'enorme quantità di vapore, che offuscava la visibilità di tutti.
    Fu il rumore, però, dei sassi infranti, a segnalare ai combattenti che Deman stava cadendo lentamente a pezzi. Infine, un violento tonfo e un'attenta occhiata permise a tutti di notare che il demone era ormai a terra, e che la sua massa stava lentamente scomparendo, lasciando spazio a polvere e ciottoli.
    Il gruppo, prossimo all'esultanza, non potette però non considerare che, sebbene il gigante fosse caduto, quella pietra scura che faceva da nucleo si ergeva ancora senza danni dinnanzi a loro.
    Zemid e Veiss nel frattempo tentarono di raggiungere i compagni, ma rimasero anche loro fermi a fissare quel monolite.
    "Ho un brutto presentimento..." fece il mercenario d'argento.
    "Non sei il solo" si accodò la pistolera.
    "Decisamente no" aggiunse lo spadaccino.
    La pietra si sollevò in aria, con lo stupore di tutti, e in un momento, il terreno di fronte ad essa si infiammò. La sorpresa più grande la ebbero quando, dai muri di fuoco, Andvari scorse delle ombre slanciate e in movimento. Delle creature umanoidi, dal corpo di roccia e fusa misto ad acciaio, fecero la loro apparizione di fronte al gruppo, camminando come dei posseduti verso le loro prede.
    Senza esitazione, volsero tutti lo sguardo verso il cielo e dalle mani emisero un fascio di fuoco imparagonabile a quello di Deman... se non fosse che l'attacco di ciascuna creatura, ed erano quasi una cinquantina, si combinò in una sola vampata, che distrusse buona parte della fregata Imperiale usata poc'anzi, costringendo i due piloti ad abbandonarla in salto, approfittando della loro scarsa altitudine.
    "Ciao ciao al gioiellino" fece Elaisa rialzandosi da terra e aiutando Crinn a fare lo stesso.
    "Mi sa proprio di sì ma..." disse guardando gli umanoidi. "Cosa sono... quelli?"
    In poco tempo il gruppo si riassemblò. "Sembra che il Saggio abbia un altro trucco in serbo per noi" notò Veiss.
    "A guardarli, però..." disse Zemid. "Dubito siano resistenti come il Dio"
    "Che siano alimentati da quella pietra?" azzardò il mercenario d'argento.
    "Probabile" spiegò Victor. "Sono sputati dal terreno bruciato, ma le fiamme hanno coperto solo l'area in cui si è schiantato. Non so se mi spiego... ma sta usando le stesse risorse di prima"
    "Intendi dire che quella è semplicemente una seconda... forma?" chiese la spadaccina dai capelli rossi.
    "Probabile" parlò il cyborg. "La loro somma di emissione termica è pari a quella del titano"
    "Quindi non ha fatto altro che dividere il suo corpo?" chiese Crinn. "Questo dici?"
    "Un'altra dritta" fece il Take. "Se ha davvero separato il suo corpo... non penso basti distruggere gli uomini di fuoco per vincere"
    "Non ci vuole un genio per notare che si sono animati nel momento in cui il nucleo si è alzato" fece il contrabbandiere. "Dobbiamo distruggere quella"
    "E come? I cannoni della nave non l'hanno neanche scalfita..." notò Elaisa. "Non penso ci sia qualcosa di più potente..."
    "Beh, ci sarebbero Crinn e Lace" parlò lo spadaccino. "Se usassero insieme i loro poteri... 'divini'... potrebbero distruggere il nucleo di un altro dio no?"
    "C'è un problema, lo sai" disse il soldato chiamato in causa. "Non li posso attivare a comando"
    "Devi farcela, Crinn" lo incoraggiò Lucrezia. "Crediamo tutti in te"
    "Detesto interrompere" parlò il Brigadiere. "Ma si avvicinano"
    "Bene, cominciamo!" incitò Veiss, che aprì il fuoco suoi manichini di fiamme. Come previsto, subirono danni. Il gruppo si separò per permettere a ognuno di affrontare la propria parte di nemici...

    Elaisa con una spazzata tagliò tre di loro, mentre bloccò la fiammata di un quarto. Dopo averne evitata un'altra come in scivolata, eliminò il suo bersaglio di scatto.
    Un manichino, però, era dietro di lei, pronto a colpirla, ma fu trafitto dall'arma di Crinn.
    Ella ringraziò, e i due cominciarono a battersi contro gli ostili in arrivo.
    Lace scese a terra, sempre avvolta dai suoi poteri, e cominciò a sparare proiettili in grado di fare a pezzi i nemici in pochi colpi, tuttavia, la loro quantità spropositata le rese difficile concentrarsi, e fu prossima all'essere sopraffatta dai mostri, se non fosse per Victor, che con un fendente ne spazzò via un paio, dando tempo alla ragazza di inondare i rimanenti.
    Takeheridorin stava combattendo da solo, gestendone anche a più alla volta grazie ai suoi rapidi movimenti e le sue lame doppie. Una serie di attacchi ne martoriarono uno, mentre con un calcio all'indietro ne respinse un secondo, per poi voltarsi di scatto per finirlo. Due nemici gli saltarono addosso, e il mercenario assunse una posizione difensiva, posizionando le lame ai suoi lati. Uno venne parato ed eliminato da un contrattacco, l'altro non arrivò nemmeno alla fine della sua azione: Lucrezia, dalla distanza, lo respinse con un colpo ben assestato.
    Alle sue spalle se ne presentarono due, ma la ragazza li aggirò per poi svuotare contro di loro il caricatore della sua arma. Dall'altra parte, Meten e Veiss erano fermi a eliminare tutto ciò che passasse loro davanti, finché non subirono un attacco alle spalle, sventato da un esplosivo di Andvari. Il cyborg volò per coprire un raggio maggiore, mentre il ribelle e l'Imperiale rimasero a terra.
    "Tutto bene?" fece il Brigadiere.
    "S-sì" rispose il mitragliere con un pizzico di disagio. Quello che aveva davanti era il capo dei nemici principali dell'Impero, al fianco del quale stava combattendo.
    "Stai più attento ragazzo" fece. "Ma stavi andando bene"
    "Lo so" fu la sua secca risposta.
    Durante lo scontro, Crinn non faceva altro che ripetere il nome di Jinuum, nel tentativo di evocarlo.
    "Ancora niente?" gli disse Zemid.
    "Niente" fece il lanciere occupato a bloccare due umanoidi. "Elaisa!"
    La donna colpì un nemico alle sue spalle con la sua spada, e Crinn scattò per finirlo.
    Con sorpresa di tutti, alcuni nemici frantumati si stavano ricomponendo, in particolare il mare di cadaveri dinnanzi alla spadaccina e il ragazzo.
    "Crinn" fece. "Ancora niente?"
    "Niente..." rispose l'imperiale sconsolato. "Non vuole rispondermi..."
    "Pensaci dopo, ora arrivano" gli disse la guerriera.
    "Ti copro" rispose lui.
    "Scatta a destra, io prendo quelli di sinistra" disse la donna. "Poi ricongiungiamoci all'altra estremità"
    "Ricevuto" annuì il ragazzo. "Occhio alle spalle"
    "Ci sei tu dall'altra parte no?" domandò lei, determinata. "So che non li lascerai avvicinare"
    I due cominciarono l'assalto, così come tutti i loro compagni. Lo durata dello scontro cominciava ad estendersi, sebbene la fatica cominciò a dare i primi colpi.
    Veiss, infatti, venne colpito e graffiato più volte dagli artigli fiammeggianti dei mostri, e cadde a terra, vittima degli attacchi nemici. Fu però soccorso, nuovamente da Andvari, che lo aiutò ad alzarsi.
    Durante la battaglia, Crinn, anch'egli affaticato, venne sopraffatto da alcuni attacchi: come se non bastasse, il solito mal di testa lo espose ulteriormente agli attacchi nemici, fortunatamente Elaisa lo protesse falciando gli umanoidi con la sua arma.

    "Mi hai chiamato?" fece una voce eterea.
    "Jinuum? Jinuum?" domandò il ragazzo.
    "Sì, sono io. Ti servono quei poteri, giusto?" disse sicuro lo spirito.
    "Hai capito bene, ti prego..." lo implorò l'Imperiale.
    "L'altra volta sei riuscito a farli tuoi per paura di perdere la tua amica" disse. "Non riesci ad aspettare che un altro dei tuoi compagni sfiori la morte?"
    "Ma come..." fece Crinn. "Dovrei aspettare un rischio? Jinuum, per favore, fammi trasformare!"
    "Che scocciatura che sei" fece. "Hai visto la tua amica dai capelli blu? Lei si è trasformata due volte quando ha rischiato di perdere qualcuno di caro"
    "Non ho tempo di aspettare che un mio amico diventi carne da macello, Jinuum!" gridò il lanciere. "Trasformami!"
    "Pensi davvero di potermi dare ordini?" rispose presuntuoso lo spirito.
    "Jinuum..." disse lui. "Non ho tempo da perdere con i tuoi capricci. Trasformami, subito!"
    "Altrimenti?" lo provocò.
    "Altrimenti..." pensò Crinn, nervoso. "Altrimenti Deman ci incenerirà. Se dovessi morire, tu che fine faresti?"
    "Idiota, tu non..." parlò, per poi interrompersi di scatto, come se stesse dicendo troppo. "Va bene, va bene... spero solo di non pentirmene"
    "Vuoi aiutarmi o no?" gli rispose il lanciere.
    "No che non voglio" fece lui. "Ma devo. Quindi... apri un portale sopra quella pietra"
    "Come?" fece il lanciere. "Cosa intendi?"
    "Avvicinati a quella pietra, al nucleo, e usa i tuoi poteri per aprire il portale" spiegò. "Dentro il Nucleo di un saggio si crea una Vuotozona. Entra e uccidilo da lì"
    "Grazie... credo" fu la sua risposta.

    Come previsto, l'Imperiale venne avvolto da uno spesso strato di tenebra, e le sue ali apparvero dinnanzi a tutti. Le solite doppie lame, nere come la pece, e i suoi occhi vitrei, oscuri, catturarono l'attenzione di tutti.
    Crinn si librò in volo, scattando attraverso gli umanoidi e falciandoli senza nemmeno guardarli. Giunto di fronte al nucleo, tentò di colpirlo, ma notò come una spessa barriera di fuoco lo proteggeva.
    Lace, accortasi dell'accaduto, si precipitò ad aiutare il ragazzo. Il suo volo fu ostacolato, all'inizio, ma Victor le permise di planare al sicuro.
    Gli attacchi combinati dei due pseudo divini ruppero le fiamme e Crinn, affondando la sua lama d'ombra nella sfera, creò uno squarcio dimensionale simile a quello per entrare e uscire dal Vuoto.
    "Che diavolo fanno?" si chiese la pistolera.
    "Avrà perforato il nucleo?" domandò il mitragliere.
    I due guerrieri volanti vennero come risucchiati da quella fenditura, che si richiuse poco dopo.
    "Crinn!" esclamò Lucrezia. "Che è successo?"
    "Lace!" fu la volta del padre. "Sono stati... risucchiati da quella pietra?"
    "Sono entrati al suo interno" disse il Take. "Ho visto il ragazzo perforarla e aprire quello squarcio"
    "L'ha fatto di sua spontanea volontà?" se ne accertò il fratello minore.
    "Non sembravano intenzionati a volare via" disse la spadaccina dai capelli rossi. "Capite, se non fossero stati preparati, non credete avrebbero provato ad allontanarsi dal risucchio?"
    "Distruggerla dall'interno eh?" fece Victor. "Interessante..."
    "Dobbiamo continuare a combattere?" chiese il biondo, distrutto.
    "Dobbiamo assicurarci che abbiano un posto in cui tornare" parlò il Brigadiere. "Occupiamoci di prendere tempo"

    All'interno del Nucleo, la struttura era esattamente come quella del Vuoto. Con la sola differenza che dal terreno fuoriuscivano fiamme, e sopra di loro vi era come una cupola, anch'essa incandescente.
    Dinnanzi a loro Julius, o Deman, dall'aspetto simile al loro primo incontro. Una sezione del corpo coperta dalla roccia, un martello e uno sguardo infuocato. L'unica differenza è che il Saggio di Fuoco, pur essendo nella stessa forma dei due eroi, poteva comunicare.
    "Mizuro e Uroboros... avrei dovuto prevederlo" fece con la voce del Generale. "Peccato non possiate rispondermi"
    I due guerrieri scattarono contro il dio infuocato, prendendolo alla sprovvista e ferendolo.
    "Non avete perso tempo ad adattarvi ai vostri nuovi gusci" fece il nemico. "Dite che il nostro eterno scontro avrà presto fine?"
    Deman contrattaccò con una schiacciata, ma sia Uroboros che Mizuro volarono, in direzioni opposte, lontani dal colpo. Anche il fiammeggiante si alzò in volo, e scattò contro il Saggio Oscuro, che bloccò il suo impeto con le lame posizionate a croce, per poi respingerlo con una sforbiciata.
    La guerriera d'acqua si preparò a sferrare un pugno, ma l'avversario la blocco, almeno temporaneamente: ella riuscì infatti a imprimere maggiore forza, e penetrò la sua difesa colpendolo allo stomaco, per poi sparare dall'altra mano un proiettile d'acqua.
    Le fiamme di Deman si facevano più deboli, così come la cupola, che cominciava a divenire evanescente.
    Egli venne in poco tempo sopraffatto dalla potenza e gli attacchi combinati dei due Saggi, ma mai si arrese: con uno slancio, colpì Lace in pieno petto, usando il martello, per scagliarla più lontano. Bastò quell'attacco per indebolire la sua aura d'acqua.
    "Ma certo" disse. "Stai mantenendo quella forma da molto tempo ormai"
    Fu in quell'istante che un fendente di Crinn lo destabilizzò. Venne poi seguito da un affondo, e un proiettile d'ombra direttamente dalla punta delle sue lame. La figura di Julius si fece più semplice da distinguere: il Saggio era sul punto di cedere.
    "Sembra che questo guscio..." disse con affanno. "Non riuscirà a reggere per molto..."
    Alzò le mani al cielo, e venne avvolto in poco tempo da un turbine di fuoco, che lo rimise in sesto.
    "Molto meglio!" esclamò. "Ho annullato il sostenimento dei miei umanoidi, ma adesso ho recuperato il potere che stavo utilizzando! Che spreco di risorse eh?"
    I suoi movimenti divennero più rapidi e i suoi attacchi brutali: saltò contrò Crinn, che provò a parare, senza successo. La martellata, infatti, andò oltre le sue spade, prendendo in pieno il ragazzo, che dalla distanza cominciò a scagliare proiettili d'ombra, che però vennero evitati o respinti. Avendo chiuso la distanza col suo avversario, Deman lo colse alla sprovvista, schiacciandolo col suo maglio e, con un montante, lo spedì per aria. Immediatamente si alzò in volo, e con un altro attacco non solo lo colpì in pieno stomaco, ma lo scagliò nuovamente al suolo, indebolendo di molto la sua aura. Le due lame cominciarono a farsi meno presenti, come se fossero illusorie, e le ali divennero più piccole.
    I due ripresero lo scontro: le lame di Uroboros si scontravano con il maglio roccioso di Deman, senza che nessuno riuscì a spezzare la guardia dell'altro. Il primo volò alla sua destra, e tentò un colpo in salto, ma fu bloccato e respinto.
    A quel punto, il Saggio d'ombra, scagliò un raggio di oscurità che servì a distrarre il bersaglio, visto che si portò alla sinistra per schivarlo, per poi colpire con un doppio affondo dal suo fianco. L'attacco riuscì, e Deman fu danneggiato. Non fece in tempo a ristabilirsi, che un secondo assalto lo disarmò: Uroboros gli tirò un possente calcio al collo, che lo destabilizzò, per poi continuare con una serie di fendenti a catena che finirono con un violento affondo. Il Saggio incandescente tentò una rivalsa, ma la sua gamba destra fu afferrata dal rivale, che lo gettò a terra per colpirlo ripetutamente con le sue lame. Ben presto, l'aura di fiamme cominciò a cedere...
    Lace, in quel frangente, riprese i sensi, seppur non i poteri, e si avvicinò ai due combattenti. Quando arrivò, l'esito dello scontro era già stato deciso: Deman tentò un ultimo disperato approccio, ma Uroboros, senza fatica, lo colpì con un fendente orizzontale. Portatosi poi alle sue spalle, concluse il tutto con un affondo. Il corpo fiammeggiante del Dio si trovava, impalato, sulla lama dell'oscuro, che lo lasciò cadere mentre la sua aura svaniva del tutto. Rimase a terra Julius, che il Saggio fu sul punto di giustiziare. Le sue armi furono però afferrate dalla ragazza dai capelli azzurri, che lo fissò, determinata a impedire quel colpo. La lottatrice esercitò sempre più forza, e l'ombroso non riuscì ad avvicinare ulteriormente il filo della sua lama al nemico. Si arrese, e ben presto, lasciò il corpo del lanciere, con sguardo sdegnato.
    Nella Vuotozona, ormai spenta, sparirono gli dei per far posto agli uomini. Lace, Julius e Crinn erano tutti e tre a terra, esausti. Il Generale, ferito, cominciò a respirare, dando ulteriori segni di vita.
    "Julius..." parlò il ragazzo.
    "Mh..." fece. "L'avevo detto io... che mettermi contro di voi... sarebbe stato un suicidio..."
    "E allora perché...?" chiese il lanciere, a sospiri.
    "Io... io non ho fatto niente" ridacchiò il comandante. "A qualcuno serviva il mio corpo... e quel qualcuno me lo ha rubato..."
    "Ma ora... è finita" parlò il lanciere. "Non voglio ucciderti... non..."
    "Finita?" rise ulteriormente il piromane. "Sì... è un bel modo di vedere la cosa..." fece chiudendo gli occhi.
    "Vuoi... tornare indietro?" propose il Restus. "Non vuoi mica morir..."
    "Tornare indietro?" ci fu la sua ennesima risata fiacca. "Questo è già il mio posto... io non tornerò da nessuna parte..."
    "Sei morto?" fece Crinn. "Sei consapevole di..."
    "Certo" annuì. "Sono pazzo, ma non stupido... lo capisco quando... è ora di smettere di giocare... Salutami tuo fratello, Restus, prega che non faccia la mia stessa fine..."
    "La tua stessa fine?" domandò.
    "Mh... non che abbia molto da dirti..." fece. "Mi hanno addestrato a essere così... non sono certo nato folle..."
    "Addestrato?" fu la domanda dell'Imperiale.
    "Esattamente..." disse. "Era l'unico modo... l'unico modo per onorare la mia famiglia..." voltò il capo, e guardò la ragazza dai capelli azzurri, esponendo un amaro sorriso. "Tu... Lace, giusto?"
    Ella annuì.
    "Ti invidio, sai?" parlò Julius. "Quando ci siamo entrambi trasformati in... mostri... tu sei tornata normale grazie alla voce di quell'uomo... che ti ha chiamata e implorata di rispondergli. Dopo di che... ti sei ritrasformata per soccorrere quello spadaccino..."
    "E la invidi perché...?" tentò di comprendere il ragazzo.
    "Perché... nel mio caso, nessuno avrebbe mai gridato il mio nome" spiegò. "Nessuno mi avrebbe mai implorato di tornare normale. Se non fosse stato per questo scontro... mi sarei perso per sempre. Non ho certo una persona cara che avrebbe gridato il mio nome... o neanche una per cui trasformarmi... no, io sono solo pazzo... sono un pazzo... solo..."
    Crinn e Lace si alzarono, tendendogli la mano, ma egli rifiutò.
    "Sono solo, Restus..." concluse. "Lasciami morire solo..."
    Il suo corpo, o almeno la manifestazione di tale, cominciò a dissiparsi, a svanire nel nulla.
    "Voi avete delle persone care che farebbero breccia anche nel cuore di un dio per voi..." parlò. "Io no... e non è il caso di farla finita... finalmente?"
    Furono le sue ultime parole, prima che la sua coscienza scomparve, davanti agli occhi dei due ragazzi, che aprirono un portale per uscire, mentre tutto ciò che era intorno a loro, ormai divenuto evanescente, lasciava spazio al Vuoto più assoluto...

    Una voce echeggiava nella mente di Crinn, di Lace e presumibilmente di tutti. Un tono familiare, attribuibile al Saggio Deman.
    "Non pensavo voi umani sareste stati in grado di sorprendermi così. Invece... avete fatto progressi incredibili. Che le sue parole non fossero così vacue? Che la vostra esistenza abbia davvero valore?
    La mia esistenza è ormai cenere, spazzata via dal vostro vento, ma se pensate che tutto sia finito, siete in errore. Qualcuno non si fermerà finché non sarete eradicati dall'universo... o figli di Uroboros..."
  12. .
    Finale: XVIII - Scontro decisivo parte 2/3

    La piazza di fronte a Babel, l'immensa torre di Suzaku, era diventata teatro di una battaglia che non sarebbe passata inosservata o ignorata, in quanto vitale per il futuro della razza umana stessa.
    Nessuno poteva sapere se quanto capitato a Julius fosse veramente opera della divinità o semplicemente un potere paranormale, ma una cosa era certa: le sue intenzioni non erano delle migliore.
    Crinn, Veiss, Elaisa, Victor, Meten, Lucrezia, Zemid, Lace, Takeheridorin e Andvari si trovavano su un lato del campo, mentre di fronte a loro si ergeva Deman, il cosiddetto Saggio del Fuoco, che pianificava di distruggere l'umanità, da lui ritenuta 'un errore'. I poteri speciali di Crinn e Lace, analoghi al suo, erano l'unica ancora di salvezza di tutti, ma nessuno se ne sarebbe rimasto in panchina a sperare in due salvatori sovrumani. Tutti, pur nel loro piccolo, volevano mettere mano alla battaglia, e così fecero...

    La prima mossa toccò a Deman, che scagliò il suo enorme maglio sul terreno, costringendo tutti a separarsi. Gli artiglieri (Lucrezia, Veiss e Andvari) aprirono il fuoco sull'enorme arma, ma le loro forze furono vane: una fiammata proveniente dalla stessa incenerì i loro proiettili prima ancora del loro arrivo.
    Elaisa scattò contro l'arma nel tentativo di disarmare il titano, ma fu spazzata via.
    "Stai più attenta, Elsa" le disse Victor.
    "Grazie della preoccupazione, ma lo stesso vale per te!" rispose subito.
    L'uomo dai capelli scuri corse a tutta velocità contro il gigante, passando anche sotto le sue stesse gambe, per sferrare un fendente, che però rimbalzò in maniera quasi imbarazzante sulla spessa corazza.
    "Maledetto!" esclamò tornando indietro, chiamato da Zemid.
    "Quanto è resistente la corazza delle gambe?" domandò l'ex scienziato.
    "Parecchio Zem" rispose lui, con un occhio sempre sullo scontro. "Quella è vera roccia, pochi dubbi"
    "La roccia è resistente, sicuramente..." assunse uno sguardo pensieroso il contrabbandiere. "Ma un'esplosione ben assestata dovrebbe essere sufficiente"
    "Meten!" chiamò Crinn, che sentì la conversazione. "Cerca di analizzare la composizione del nemico!"
    "Ricevuto" parlò il cecchino, che iniziò ad aprire il fuoco.
    Nel frattempo Herid si destreggiava agilmente attraverso i lenti colpi del nemico, alla ricerca di un punto debole, senza successo.
    "Non c'è nessun punto vulnerabile" disse. "Dobbiamo necessariamente rompere la corazza"
    "E come?" si chiese il mitragliere.
    "Generale!" gridò l'ex Studioso. "Provi a sparare col suo cannone!"
    Andvari annuì, imbracciò l'arma e scagliò una granata sul bersaglio, senza però danneggiare sensibilmente la corazza.
    "Non è abbastanza!" esclamò l'uomo rigido.
    "Bisognerebbe utilizzare un cannone più potente" fece il lanciere.
    "O potenziare quello attuale" aggiunse la pistolera.
    "Non è una cattiva idea" commentò Victor. "Ma come? Non possiamo fare gli ingegneri in un momento come questo!"
    "Non è rimasto neanche un Cross nei paraggi" notò la spadaccina. "O una nave..."
    "La torre dietro di noi" parlò il mercenario. "Non è un laboratorio"
    "Sì, Babel" spiegò Zemid.
    "In effetti..." pensò Veiss. "Non ci può essere qualcosa di utile là dentro?"
    "Tentar non nuoce ma..." guardò Crinn. "Deman è piazzato proprio davanti all'entrata"
    A quel punto, Lace annuì, e scattò contro il nemico.
    "Che fa?" si preoccupò il Brigadiere. "Non è pericoloso?"
    "Lace è molto agile" spiegò il lanciere. "Potrebbe riuscire a passare sotto al nostro titano"
    "Victor!" lo chiamò la rossa. "Va' con lei!"
    "Non rischi di essere gelosa?" scherzò lui.
    "Gelosa di chi? Di un cadavere?" rispose. "Vai e basta!"
    Egli annuì, e affiancò la lottatrice dai capelli azzurri nell'incursione.
    "Distraetelo!" fece Zemid.
    Lucrezia e Meten e cominciarono a correre verso di lui, sparando in continuazione.
    "Ci ha notati" fece il robot.
    "Io vado a destra, tu vai a sinistra" rispose l'ex mercenaria, separandosi. Come previsto, il distruttore si voltò verso di lei, distogliendo l'attenzione da ciò che si trovava sotto di lui.
    "Meten!" chiamò il mitragliere. "Hai scoperto qualcosa?"
    "I miei proiettili hanno un tasso di penetrazione pari a 0.53 sulla roccia della corazza" esplicò.
    "Nella mia lingua?" commentò la spadaccina dai capelli rossi.
    "Si tratta di roccia vulcanica comune" parlò il cyborg. "Non risulta alterata da alcuna proprietà... 'innaturale'"
    "Come sospettavamo" parlò il ragazzo dai capelli scuri. "È pur sempre un avversario, ma non è invincibile"
    "Androide" lo chiamò il capo della Ribellione. "Qual è il normale tasso di penetrazione dei tuoi proiettili?"
    "Tre" rispose il piccolo Cross.
    Nel frattempo, Deman si avvicinò al gruppo rimasto indietro, e colpì col martello costringendo tutti, nuovamente a schivare. Veiss, però, non si allontanò abbastanza: evitò sì l'impatto, ma fu colpito dal susseguente rilascio di fiamme dalla testa dell'arma.
    "Veiss!" andò a controllare Crinn, rialzandolo da terra
    "Brucia!" si lamentò il ragazzo, trovandosi con pezzi dell'uniforme perduti. "E l'ho preso di striscio!"
    "Non voglio immaginare quanto calde siano quelle fiamme" commentò il fratello maggiore.
    "Potrebbe tornare utile" sopraggiunse il guerriero d'argento. "Non c'è la possibilità di usarle contro di lui?"
    "Combattere il fuoco con il fuoco?" fece Lucrezia, che nel frattempo si era allontanata dallo scontro. "Potrebbe funzionare ma... come?"
    "Qualche idea, Zemid?" domandò Andvari. "La bocca del mio cannone è abbastanza ampia..."
    "Non abbiamo modo per rifletterle?" chiese Crinn.
    "Non mi viene in mente nulla..." si colpì la testa il contrabbandiere. "Ma deve pur esserci qualcosa che possiamo fare..."

    Victor e Lace nel frattempo stavano mettendo sottosopra, come se non fosse già abbastanza scombussolata, Babel, alla ricerca di qualcosa di utile.
    "Lace, sai dove possiamo..." parlò lo spadaccino. "Ah che stupido, non parli"
    Lei gli tirò un pugnetto sulla spalla. "Ah, ma mi capisci, giusto!"
    Ella annuì.
    Bene, hai qualche idea?" fece, solo per ottenere una testa scossa come un "no".
    "Oh, ottimo!" scherzò lo spadaccino. "Non possiamo neanche spedirlo nel Vuoto, visto che può aprire i portali... Walter ha menzionato un sistema di difesa, ma ha parlato solo di qualche barriera..."
    Lace gesticolò, come se volesse portare l'attenzione dell'uomo su quanto appena detto.
    "Le barriere?" chiese. "Beh, tentar non nuoce... solo, dove saranno i controlli?"
    Ella fece cenno verso destra, indicando un cartello che faceva da mappa della struttura.
    Secondo essa, i controlli si trovavano seguendo il corridoio alla loro sinistra, ma la voce 'archivi' catturò molto di più la loro attenzione.
    "Lace, leggi qua" indicò il secondo piano dell'edificio, al cui gesto la ragazza annuì. I due salirono le scale in fretta, e si recarano negli archivi, resi come un'enorme terminale.
    "E io che speravo fossero libri..." si lamentò l'uomo. "Tu sei pratica?"
    La cerulea annuì, e cominciò a smanettare con i controlli, mentre lo spadaccino controllava la stanza e gli scaffali.
    Dopo qualche minuto, entrambi giunsero alla stessa conclusione. "Qui c'è solo roba sul Vuoto" disse Victor.
    "Vogliamo lanciare Shader sul nemico nella speranza succeda qualcosa?"
    La ragazza gli diede un altro pugnetto.
    "Non è divertente, ok..." si scusò lui. "Facciamoci un altro giro"
    Fu durante il loro tour poco piacevole della struttura che un ricordo echeggiò nella memoria dell'uomo.
    "Ma certo!" saltò per l'entusiasmo. "Quando stamattina stavamo salendo le scale... Elaisa ha detto che i cannoni della fregata Imperiale potrebbero distruggere Babel!"
    Lace cominciò a saltellare entusiasta, sorridendo.
    "Vedo che ci capiamo!" si diedero il cinque i due. "Sul tetto, da lì vediamo dove hanno parcheggiato i nostri amici"

    Fuori da Babel, nel frattempo, la battaglia imperversava.
    Veiss sparava all'impazzata, nella speranza di rompere la corazza rocciosa, ma senza successo.
    Bastò un movimento di Deman che un palazzo lì vicino cominciò a perdere pezzi, direttamente sopra Lucrezia. Fu l'intervento di Elaisa che, in salto, respinse i detriti, a salvarle la vita.
    "Grazie, Elaisa..." la ringraziò.
    "Figurati" rispose lei. "Devo ancora farmi perdonare per come ti ho trattata in passato"
    "Oh, non è un problema, davvero..." fece l'ex mercenaria. "Attenta!" la scansò subito, per farle evitare un attacco del gigante.
    Meten, Zemid e Andvari, nel frattempo, discutevano un piano d'azione.
    "Hai detto che i tuoi proiettili hanno un tasso di perforazione pari a tre" parlò il brigadiere. "Ma su quella corazza perforano solo a 0.53"
    "Le proprietà sono le stesse della roccia vulcanica" parlò Meten. "Le parti di ferro, però, riesco a passarle senza problemi. Il nucleo, al contrario, è impossibile da distruggere, il tasso di resistenza è troppo alto"
    "Peccato che sotto i rivestimenti di Cross vi sia altra roccia vulcanica" notò Zemid. "Le alte temperature del suo corpo la rendono una vera muraglia"
    Crinn e Takeheridorin, nel frattempo, stavano attirando Deman vicino a un edificio, nella speranza di farlo crollare su di lui. Il piano riuscì, ma i danni furono veramente trascurabili.
    "Cosa speravate di fare?" disse Elaisa.
    "Investirlo di detriti?" propose il lanciere. "O magari beccarlo con una cisterna d'acqua..."
    "Dovremmo far crollare Babel per sperare di scalfirlo" rispose lei.
    "Peccato che quella struttura sia vitale" parlò il mercenario.
    I tre pensatori, nel frattempo, non arrivarono a nulla, e chiamarono a raccolta tutti i rimanenti per discutere.
    "Ci serve un modo per indebolire quella corazza" fece il contrabbandiere. "Le alte temperature non fanno altro che indebolire i nostri proiettili"
    "Quindi dobbiamo spegnere il suo fuoco?" disse Lucrezia.
    "In soldoni sì" rispose il Brigadiere. "Temo sia più difficile a dirsi che a farsi"
    "Come si spegne il fuoco? Con l'acqua no?" propose il mitragliere.
    "Beh, non abbiamo le pistole ad acqua" rispose la spadaccina dai capelli rossi.
    A quel punto, il biondino realizzò un dettaglio. "Ma tra le mura di Babel... c'è un canale di scarico"
    "Giusto!" esclamò Elaisa. "Ce ne parlò Walter"
    "Possiamo scaricare tutto il canale su di lui?" fece il lanciere.
    Deman li raggiunse, e sferrò un altro colpo, che venne evitato un'altra volta. Dalla testa del martello, stavolta, sparò proiettili di fuoco, che si sparsero in ogni direzione. La corazza del mercenario d'argento, su una spalliera, venne liquefatta. "Addirittura..." commentò il mitragliere.
    "Hanno pure distrutto la spalla destra dell'armatura di Herid" commentò Lucrezia. "State attenti"

    Giunti sul tetto di Babel, i due guardarono per bene nei dintorni di Suzaku, nel tentativo di scorgere la nave Imperiale. Continuarono le ricerche finché non la videro, poco lontana dall'uscita est della città.
    "Eccola!" esclamò Victor. "Torniamo giù e diciamolo agli altri"
    Ad un tratto, però, un'oscillazione del colosso fece tremare la torre. Lo spadaccino, che cominciò a perdere l'equilibrio, venne sbalzato dall'impatto: Victor, dinnanzi allo sguardo di tutti, precipitò dalla cima di Babel, in procinto di schiantarsi a morte.
    "Victor!" gridò Elaisa da sotto. "Correte, qualcuno lo prenda!"
    Lace assisteva alla scena dall'alto, mentre l'uomo dai capelli scuri si faceva sempre più lontano e, la sua dipartita, più vicina. Lo spettacolo non era affatto piacevole: la cerulea tese la mano inutilmente e fissò l'amico cadere.
    Tirato un sospiro, si gettò allo stesso modo, sotto gli occhi increduli di tutti.
    "Lace!" gridò Zemid, sconvolto. "Lace non..."
    Ad un tratto, il corpo della ragazza fu avvolto dalla stessa aura acquatica di tempo prima, e le sue appena spuntate ali gli permisero di soccorrere il compagno.
    I due atterrarono sani e salvi, ma la lottatrice, presa dal potere, si gettò a capofitto contro Deman.
    "Mizuro..." pensò Zemid. "Il Saggio dell'Acqua... Mizuro"
    "Jinuum?" chiese Crinn. "Di cos'è il Saggio?"
    "Jinuum?" fece il contrabbandiere. "Mai sentito"
    "Cosa..." commentò il fratello.
    "Beh..." disse il lanciere. "Non mi ha mai voluto dire tutto. Ha sempre fatto il misterioso... potrebbe aver mentito sul suo nome"
    "Mi è sembrato di capire che tu possiedi dei poteri" commentò il Take. "Sono analoghi a quanto stiamo vedendo qui?"
    "Sì ma..." strinse i pugni il ragazzo. "Non riesco ad attivarli a comando..."
    "Tornerebbero sicuramente utili" disse l'argentato. "La ragazza è da sola"
    Victor, nel frattempo, raggiunse i suoi compagni. "Questa dovete sentirla" disse. "C'è una fregata Imperiale poco lontana dall'uscita est della città"
    "Ma certo!" esclamò Elaisa. "I suoi cannoni..."
    "Perfetto, Elsa, vai a prenderla!" le ordinò. "Io non so pilotare come te"
    "Capito" annuì. "Noi abbiamo pure un'idea"
    "Dimmi" rispose subito lui.
    "A quanto pare vi è un canale di scarico che percorre Babel" parlò Andvari. "È vero?"
    "Certo" disse Veiss. "Io l'ho usato, ma non c'era molta acqua"
    "È possibile riempirlo?" chiese Meten.
    "Ora che ricordo sì" parlò Zemid. "Sono anni che non metto piede a Babel, ma mi sembra che ci sia la possibilità tramite i controlli"
    "Perfetto" disse il Brigadiere. "Come vogliamo procedere?"
    "Zemid, Veiss" fece la spadaccina dai capelli rossi. "Entrate e scaricate il canale"
    "Qualcuno deve occuparsi della nave" disse il ribelle.
    "Faremo io e Crinn" coordinò Elaisa. "Voi rimanete qui, supportate Lace e soprattutto... Herid, Lucrezia, attirate Deman dietro Babel"
    "Ricevuto" disse l'argentato.
    "Meten, Brigadiere" si rivolse a loro, poi, la donna. "Tenetevi in contatto con Zemid e Veiss. Al loro segnale, distruggete il condotto"
    "E io?" disse Victor.
    "Tu sono sicura saprai renderti utile in qualche modo" fu la risposta della guerriera.
    "Tu mi conosci bene!" esclamò. "Buona fortuna Elsa"

    Le attenzioni del gigante erano concentrate sulla ragazza azzurra: i suoi movimenti rapidi le permettevano di evitare i fendenti, inoltre, dalle mane, scagliava attacchi a base d'acqua, che però non furono ancora abbastanza per danneggiare il titano.
    "Non possiamo attirarlo da noi" notò il mercenario. "È preso dalla ragazza"
    "Si vede..." disse Lucrezia, mentre i loro compagni prendevano posizione.

    Dopo una lunga corsa di almeno venti minuti, il lanciere e la spadaccina arrivarono di fronte alla fregata Imperiale. Poco ci volle a notare che il portellone era chiuso.
    "Maledizione!" imprecò la donna. "Entriamo di forza"
    "È una fregata Imperiale" disse. "Dubito basterà qualche fendente"
    Lo sguardo di Elaisa ricadde su un finestrino molto piccolo. "E quello?"
    "Quello è troppo stretto, non vorrai..." non ci modo di fermarla: la guerriera saltò e distrusse il vetro con un colpo di spada, aggrappandosi alla sporgenza e, con forza, infilandosi all'interno, lasciando la spada a terra.
    In poco tempo, tramite i comandi, aprì il portellone, attraverso il quale entrò il lanciere, che le restituì l'arma.

    Approfittando del cambio di direzione di Lace, Lucrezia e Herid cominciarono ad attaccare la gamba destra del gigante, nel tentativo, funzionante, di portarlo verso di loro. Egli si voltò, e cominciò a martellare ripetutamente il terreno. I due evitarono gli attacchi con una serie di passi indietro: un impatto colpì Babel, distruggendone un muro.
    In poco tempo, il titano era in posizione, con il canale di scarico proprio alle sue spalle.
    "Victor!" lo chiamò la pistolera. "Mettiti alla sua destra. Meten, Andvari, nascondetevi!"
    "Qual è il piano?" domandò lo spadaccino.
    "Se uno di noi fa da esca a destra, uno a sinistra e uno di fronte, non dovrà muoversi ma gli basterà voltarsi..." spiegò la ragazza.
    "In questo modo non ci sarà il rischio di farlo spostare da lì" aggiunse l'argentato. "Davvero un'ottima pensata, ragazza"

    Dall'interno della torre, Veiss e Zemid sentirono l'impatto del martello che sfondò un muro al piano superiore. Fortunatamente non si trattava della sala comandi del canale di scolo, che raggiunsero in poco tempo.
    "Sai come azionarla?" chiese il mitragliere.
    "Spero di capirlo presto" rispose il contrabbandiere. "Vediamo..."
    "Certo che..." fece il biondino, per ammazzare il tempo. "Teni molto a Lace"
    "Più di ogni altra cosa" disse l'ex Studioso.
    "E lei... tiene a te?" rispose Veiss con un altra domanda.
    "Me lo auguro..." fece Zemid pensieroso.
    "Capisco..." replicò il biondo. "Ho sempre pensato che i miei genitori siano gli unici che mi abbiano davvero voluto bene... oltre a Crinn e adesso gli altri, si intende"
    "Da dove vieni, ragazzo?" chiese il padre di Lace.
    "Dall'Impero" spiegò. "Non ho avuto il coraggio di affrontare i soldati qui..."
    "Tieni molto alla tua patria?" fu la domanda successiva.
    "Sì... ma più di tutto ai miei genitori" spiegò. "Non posso mettermi contro l'Impero e tradirli, non posso..."
    "Molto nobile da parte tua" gli disse Zemid. "Ma non dimenticarti di disobbedire, ogni tanto"
    "Esperienza?" chiese curioso il biondo.
    "Non sono mai stato un ottimo figlio, ma voglio essere un ottimo padre" disse. "Non sopportavo proprio i miei genitori, non voglio fare i loro stessi errori con Lace... mettendo le nostre vite da parte per un momento, ho trovato i comandi"
    Premette qualche pulsante, e l'impianto idrico della struttura si mise in moto.
    "A giudicare dai grafici..." guardò l'Imperiale. "Sta scorrendo molta acqua attraverso il tubo"

    Tutto era in posizione. Il tubo di scarico sarebbe esploso su Deman, nel tentativo di indebolire il suo corpo fiammeggiante. Nel frattempo, i cannoni di una fregata Imperiale avrebbero contribuito a rompere l'armatura di roccia del nemico, esponendolo al fuoco incrociato del gruppo.
    Avrebbe funzionato? Sarebbe bastato per porre fine alla follia distruttiva di Deman e Julius?
  13. .




  14. .

    Pare che in data 3 Aprile, i nuovi giochi Pokémon appariranno in video!



    Al variety show Giapponese Pokenchi, infatti, Junichi Masuda sarà presente come ospite e presenterà il gioco, finalmente!

    fonte: serebii
  15. .
    Finale: XVIII - Scontro decisivo parte 1/3

    Davanti a Babel, 18.05
    "Finiranno mai?" si chiese la spadaccina eliminando l'ennesima truppa nemica, iniziando a mostrare segni di cedimento.
    "Elaisa!" si preoccupò il suo piccolo compagno, sparando un velocissimo proiettile diretto a un Imperiale dietro di lei. "Quali sono le tue condizioni? Il combattimento è iniziato solo da quindici minuti"
    "Sì, Meten, naturale..." esclamò. "Ma combatto da stamattina, e si è fatta quasi sera. Non ne posso proprio più..."
    "Comprendo, l'invasione è iniziata otto ore fa" calcolò il Cross. "Il tuo livello di resistenza è già abbastanza elevato per un combattente normale"
    "Eheh" ridacchiò. "Purtroppo ho i miei limiti anche io. E questi soldati sono tenaci, agguerriti..."
    "In realtà mi sembrano più disperati" la corresse il robot. "I loro sguardi non sono di tenacia, sembra debbano completare la missione a qualsiasi costo per motivi..."
    "Tipici dell'Impero immagino" aggiunse la donna. "Beh, tipico. Questi soldati non hanno il mio stesso ardore. Non sentono alcuna voce che echeggia 'puoi farcela', quanto più... 'devi farcela, se non vuoi essere una vergogna'"
    "Una cosa non comprendo" fece il robottino, sparando l'ennesimo soldato. "Sembrano agire di fretta. Se davvero devono completare la missione a tutti i costi, perché agire in maniera così disperata?"
    "Che abbiano un tempo limite?" azzardò la spadaccina. "In effetti se anche l'Impero ha ordinato loro di entrare a tutti i costi, i loro sguardi dovrebbero essere di determinazione..."
    La guerriera mise mano al CMDV, solo per trovarlo fuori uso e schiacciato. "Oh, grandioso, ora devo pure comprarne uno nuovo... aspetta..." il suo sguardo ricadde su un led ancora funzionante. "Una notifica... qualcuno ha tentato di contattarmi?"
    "Che sia uno dei nostri compagni, Elaisa?" domandò il Cross.
    "Possibile... ma lo schermo è tutto crepato, i comandi non rispondono... non che io sia tanto encomiabile, non gli ho prestato attenzione..."
    "Distratta dalla furia della battaglia?" chiese Meten.
    "Già..." si grattò la nuca. "Mi faccio prendere un po' troppo da queste cose eh?"

    Strade di Suzaku, 18.00
    Veiss dalla foresta nord si era messo a correre per raggiungere la sua amica, per informarla dell'imminente pericolo della Bomba Shadow. Purtroppo la stanchezza, unita alla tensione altissima e la distanza allungarono di molto i tempi: l'artigliere percorse le strade di Suzaku senza sapere dove trovare la Koren.
    Fu solo un'esplosione in lontananza che gli diede una pista da seguire, seppur molto lontano.
    "Elaisa... Elaisa..." continuava a ripetersi. "Devo muovermi, devo muovermi..."
    La sua maratona fu interrotta quando, molto distrattamente, inciampò in un buco fatto sulla strada, probabilmente da un'altra di esplosione, nel quale non solo cadde, ma rotolò a terra fermandosi a fatica.
    "Maledizione..." disse rialzandosi. "Non è il momento di rallentare così..."
    Provò a rimettersi in moto, ma un lancinante dolore alla gamba lo bloccò immediatamente, rigettandolo a terra, strillante.
    "Dai... dai..." si ripeteva stringendo i denti. "Devo... muovermi... devo..." a fatica e per fortuna, non era nulla di troppo grave, e in breve riprese la sua carica per informare l'amica. Le strade erano deserte, il biondo impiegò poco tempo a capire, e realizzare, che avrebbe trovato tutti a Babel.
    "Ma quanto so essere stupido?" si disse. "Sono a Babel, e lì ci sarà anche Elaisa"
    Ad un tratto, però, si fermò in mezzo al nulla, volontariamente, ed estrasse il suo CMDV. "Sono le 18.07... se anche la informassi adesso... cosa cambierebbe? Non ha neanche letto il mio messaggio..."
    Portò il suo sguardo verso il cielo. "Se anche la raggiungessi... non ci sarebbe modo di evitare il bombardamento..."
    Immediatamente, si tirò uno schiaffo da solo, facendosi anche male. "No, se Elaisa fosse qui e mi sentisse dire che è impossibile... mi direbbe... 'con chi credi di avere a che fare?' probabilmente... quella donna non si è mai lasciata fermare dall'impossibile"
    Riprese a correre, più determinato che mai. "Direbbe che un modo si trova sempre... Che non esistono situazioni impossibili... certe volte vorrei essere come lei"
    Dopo qualche minuto, la sua avanzata si arrestò. Di fronte a lui, Elaisa, sudata, di fronte a un intero battaglione Imperiale e circondata di corpi, alcuni vivi, altri meno.
    Proprio quando fu sul punto di chiamarla e avvicinarsi, una violenta esplosione coprì il suono della sua voce, e la spessa coltre di fumo gli impedì di avvicinarsi...
    Al dissiparsi della coltre di fumo, buona parte del battaglione Imperiale giaceva a terra, annientato. I pochi Cross rimasti operativi caddero sotto una raffica di proiettili per mano di qualcuno, che non era Elaisa, poiché la cosa sorprese anche lei allo stesso modo. Egli si avvicinò all'amica, e i due si ricongiunsero. Di fianco a loro si rivelarono gli artefici dell'attacco. Una squadra di soldati in uniforme, guidati da un uomo dallo sguardo rigido e gli ordinati capelli biondi. Lo squadrone dei salvatori si diresse verso i due, e si prepararono ad aprire il fuoco anche sul biondo artigliere, solo per trovarsi Elaisa tra i fucili e il loro bersaglio.
    "Innanzitutto nessuno qui sparerà un colpo su di lui, non è con loro, è un travestimento" spiegò, convincendo gli uomini ad abbassare le armi. "Secondariamente..." fece sospirando a fatica. "Voi chi diavolo siete?"
    Il loro capo fece un passo avanti, ponendo la sua mano dinnanzi a lui. "Andvari Indervenius" si presentò. "Brigadiere della Ribellione"
    "La Ribellione?" fecero entrambi scioccati. "Come diavolo...?"
    L'espressione di Veiss si incupì, trovandosi davanti a coloro che disprezzavano la sua patria.
    "Abbiamo ricevuto un aiuto esterno" disse. "Ma ora non dovete preoccuparvi, sgomineremo i rimanenti Imperiali e riporteremo l'ordine. Truppe, muoversi!"
    Nel caos generale, i due si aggiornarono a vicenda sulla situazione.
    "Bomba Shadow?" fece Elaisa sconvolta. "Alle... 18.20?"
    "Sì ecco..." tentò di spiegare l'artigliere.
    "Maledizione... vuol dire che... che..." fece la donna, dallo sguardo perso, segnato. "Moriremo qui?"
    "Elaisa io..." continuò a provare il mitragliere.
    "Maledetti, maledetti" si innervosì la donna. "Come facciamo a scappare entro un minuto? È follia!"
    "Elaisa!" gridò il biondo. "Io pensavo che tu... ecco... non perdessi le speranze..."
    "Abbiamo un solo maledetto minuto, mi dici come possiamo fare ad evitare una bomba?" gridò lei.
    Immediatamente, un'ombra li avvolse, gettata da una navetta sopra di loro. La paura dei due si concretizzò alla vista del mezzo, presumibilmente in procinto di scagliare la bomba che li avrebbe portati a morte certa.
    Ma il velivolo, invece, cominciò a discendere, fino ad atterrare di fronte a loro, fumante. Inizialmente, i due cominciarono a sospettare che si trattasse della Bomba Shadow stessa.
    "Perde fumo... non dirmi che...!" improvvisamente, il mezzo emise un suono che spaventò il Restus, che lo scambiò per qualcosa legato all'esplosione. Invece, si trattò solo di un portellone pressurizzato che si aprì, dal quale discese il mercenario dai capelli argentati, che a fatica si reggeva in piedi.
    "Ma lui è..." lo notò la rossa, correndo verso l'individuo e aiutandolo a reggersi in piedi.
    "Tu sei..." parlò. "Il mercenario che ha portato Crinn..."
    Immediatamente, Takeheridorin cominciò a correre spaventato lontano dal velivolo, intimando alla donna di seguirlo. Dopo un primo momento di confusione, l'astronave esplose, e venne avvolta dalle fiamme, spaventando i presenti.
    "Ma che..." si stupì l'Imperiale.
    Il mercenario riprese fiato, e si rimise in piedi.
    "Che è successo...? Che ci fai qui?" domandarono i due.
    "Mi ricordo di voi" disse lui. "Conoscete Crinn Restus"
    "Esatto" fece il fratello. "È successo qualcosa?"
    "Porto un messaggio" fece l'argentato. "Per raggiungervi ho dovuto percorrere una rotta di sei ore in poco più di un'ora. La Grande Madre sia lodata, la mia nave ha resistito fino al mio arrivo"
    "Un messaggio? Da parte di chi?" fece Elaisa.
    "Un uomo di nome Schinder" spiegò. "Mi ha detto che sul pianeta è previsto l'arrivo di una bomba"

    Spazioporto di Takenawa, 18.00
    "Secondo te il piano funzionerà?" domandò Schinder, sistemandosi gli occhiali. Di fronte a lui, l'addetto ai rifornimenti del porto, dai capelli argentati e la pelle chiara.
    "Takenawa non perdona gli Imperiale, te lo ripeto... è solo questione di tempo prima che arrivi il messaggio in questione"
    "Takenawa... aspetta, non era..." realizzò lo scienziato.
    "'Take' vuol dire 'guerriero' nella mia lingua" spiegò l'uomo, rivelandosi della Tanathia. "Capisci adesso?"
    "Ma certo! Tu lo sapevi, giusto?" domandò curioso e più fiducioso.
    "Naturale" disse lui. "Non per niente mi chiamo Dokubyakorin"
    "Doku..." si chiese lo Studioso.
    "Nella nostra società i Take sono i guerrieri, quelli che imbracciano le spade e affrontano a testa alta e con coraggio le avversità..." spiegò. "I Doku, d'altro canto, sono coloro che agiscono nell'ombra, alle volte anche tra le fila nemiche, e li danneggiano nel tempo..."
    "Delle... 'spie', quindi?" tentò di usare una traduzione Schinder.
    "Sì, proprio così" sorrise il benzinaio, mettendo mano al suo, celato, CMDV. "Ecco, giusto in tempo. Il tuo amico sta bene, per ora, e ha trovato quello che cercavamo"
    "E...?" fece curioso lo scienziato.
    "Gli Imperiali hanno in programma di sganciare una bomba di nuova generazione su Emerald" lesse il messaggio. "A quanto pare è denominata Bomba Shadow, perché rilascia una sorta di fumo nero che corrode i presenti in un ampio raggio. Dokuseryoumaran dice che insieme al tuo amico sono riusciti a rallentarla"
    "Rallentarla? Di quanto?" chiese ansioso lo Studioso.
    "Non lo dice" lo bloccò. "Però mi sembra abbastanza tranquillo, penso che il piano abbia funzionato"
    "Davvero? Fantastico!" esultò il giovane. "Sei stato provvidenziale, Byak!"
    "Non ringraziarmi" rispose. "Tutto merito di Takeheridorin che ci ha contattati. È solo grazie a lui che ho potuto preparare il sabotaggio"
    "Takeheridorin...?" fece lui.
    "Un compagno, vivevamo nello stesso villaggio" raccontò. "Abbiamo pure lasciato la Tanathia insieme. Sembra si sia fatto degli amici anche al di fuori della nostra terra natale, sono veramente contento"
    "Davvero?" domandò lo Studioso. "Dobbiamo ringraziare anche loro?
    "Immagino di sì" annuì soddisfatto la spia. "Non ho mai visto Herid impegnarsi così tanto per qualcuno senza compenso. Mi ha parlato di una coppia di ragazzi che hanno influito sulla sua visione delle cose. È davvero grato alla Grande Madre di averli incontrati... anche se probabilmente non avrebbe mai il coraggio di ammetterlo!"
    Il Doku si rivolse poi all'occhialuto. "Ora cosa intendi fare?"
    "Bella domanda..." fece. "Dovrei avvisare Suzaku... ma come?"
    "Non conosci nessuno a cui mandare un messaggio? Non penso con la mia navetta arriveresti in tempo per raccontare tutto di persona..."
    "Beh... posso provare a fare un tentativo..." iniziò a riflettere...

    [u]Di fronte a Babel, 18.28[/u]
    "Sì, lo sappiamo..." fece Veiss, prima rassegnato poi sorpreso, leggendo l'ora.
    "Non arriverà" fece il guerriero d'argento. "O almeno non subito, un uomo di nome Walter è riuscito a rallentarla"
    "Davvero?" gli occhi dei due si riempirono di gioia, ma anche di dubbi. "È fantastico ma... Walter?"
    "Ha ricevuto assistenza da alcune spie della Tanathia" spiegò. "Tuttavia dubito sia riuscito a fermarla del tutto"
    "La Tanathia...? Vuoi dire..." parlò Elaisa.
    "Vi spiegherò tutto, sono qui per questo" disse Herid. "Il mio nome è Takeheridorin e..." cominciò a spiegare tutto quello che accadde durante la giornata.
    Dopo l'arrivo su Garana e la sconfitta di Genus, il mercenario informò il Doku di Takenawa che gli Imperiali tramavano qualcosa, per poi ricevere conferma dallo stesso, in contatto con alcune spie nell'esercito nemico. In attesa di conferme, con la sua nave si diresse verso Emerald per verificare la situazione. Durante il tragitto riuscì a danneggiare una nave Imperiale diretta proprio sullo stesso pianeta. Quando arrivò il messaggio da parte di Byak degli scienziati in fuga proprio da lì catturati dall'Impero, ci volle poco per mettere insieme i pezzi e capire di un'invasione in corso. Walter, catturato, in realtà venne preso sotto la custodia di Dokuseryoumaran, infiltrato della Tanathia nelle fila nemiche, e i due, notata la Bomba Shadow, riuscirono -in maniera attualmente ignota- ad impedirne l'avanzata.
    Quando gli venne chiesto della Ribellione, il mercenario disse di non saperne nulla.
    Nel frattempo, il tempo passò velocemente, finché non si fecero le 18.50... orario in cui dinnanzi a loro, si aprì uno strano squarcio di luce, dal quale uscirono Crinn, Victor, Zemid e Lace. Il gruppo, infine, si riunì, dopo una lunghissima serie di peripezie che lo aveva tenuto frammentato per ore e ore, che per loro sembravano un'eternità.
    Dopo aver speso i primi minuti ad aggiornarsi a vicenda sulla situazione, la squadra si prese un momento per tirare un sospiro di sollievo.

    "Non si può dire che ve la siate spassata voi due, eh?" disse Elaisa, ridacchiando, a Crinn e Lucrezia.
    "Neanche tu sei stata a divertirti eh?" le fece il lanciere. "Sei stanca morta!"
    "Ah, sciocchezze!" si atteggiò la spadaccina. "Posso ancora combattere per un po'!"
    "Ecco l'Elsa che conosco, non ti butta giù proprio niente eh?" commentò Victor.
    "Victor, cretino" rispose lei. "Non sai quanto ci hai fatto preoccupare!"
    Egli si scostò i capelli, e sorrise in maniera eccentrica. "Oh, davvero?"
    Lo sguardo sicuro e ardente di Elaisa si trasformò in un leggero imbarazzo. "Ehm, ecco io..."
    "Non c'è niente di cui preoccuparsi!" le mise una mano sulla spalla l'uomo dai capelli scuri. "Adesso sono di nuovo al tuo fianco, puoi tornare a sorridere!"
    "Vuoi provare a sorridere senza denti?" lo scostò la spadaccina. "Meten è stato un compagno migliore di te!"
    "Meten... giusto! Come è stato tradirci? Eccitante immagino!" disse Victor.
    "Non comprendo" rispose il cyborg.
    "Certo che è proprio assurdo" notò Crinn. "Non ci avrei mai pensato..."
    "Neanche io, devo dire che il suo bel faccino è stato un'arma letale!" fece la pistolera.
    "Non... comprendo" fece il Cross. "Possiedo un'arma letale quanto il mio fucile di precisione?"
    "Beh, ci si avvicina" scherzò lo spadaccino. "La notizia del tuo tradimento ha fatto più male di un tuo proiettile"
    "In realtà i miei proiettili sono sparati a una velocità di..." parlò il robot, interrompendosi poco dopo. "Negativo. Immagino non sia la frase adatta all'occasione"
    "Oh, è quasi più umano di te, Victor" commentò Elaisa. "Sa quando tenere la bocca chiusa"
    L'attenzione di Veiss si rivolse verso Zemid e sua figlia. "Dunque lui è il fantomatico traditore degli Studiosi...?"
    "Indovinato" parlò Lucrezia. "Ma non è affatto cattivo"
    "Posso confermare" fece lo spadaccino. "Non conosco bene la sua storia, ma sembra tenere a sua figlia più di ogni altro"
    "Quella ragazza è sua figlia quindi?" domandò la guerriera.
    "Esatto" parlò il lanciere. "Si chiama Lace, è affetta da PTSD, disturbi da stress post traumatico. Ha perso la voce"
    "Che tristezza..." fece la rossa.
    "Nel mio database non sono indicati rimedi contro il mutismo..." parlò il cyborg.
    "Non c'è problema" sorrise Crinn. "Se deve guarire, deve farlo naturalmente. E sono sicuro che con un padre del genere non avrà difficoltà a farlo"
    L'allegra rimpatriata non era destinata a durare per molto. Infatti, nello stesso punto nel quale apparve il portale di Crinn, ne comparve un secondo, molto simile ma più largo, da cui fece capolino Julius, avvolto da un manto di fuoco e dallo sguardo colmo d'ira.
    "Ma che diavolo..." fece Victor. "Pensavo..."
    "In guardia" parlò Zemid, che si avvicinò insieme a Lace al resto del gruppo. Poco dopo, a loro si aggiunse anche il mercenario d'argento, che sguainò le sue lame. "Sembra che anche lui possegga il Mirroring" disse il contrabbandiere.
    "E possiede i miei stessi poteri..." notò il lanciere. "Non è che adesso anche Lace..."
    "Salva le teorie per dopo" lo interruppe il fratello. "Che gli sta succedendo?"
    Il generale, in fiamme, cominciò a librarsi in volo. Le ali crebbero a dismisura, così come la sua corazza rocciosa e la sua massa stessa. In poco tempo, un turbinio di fiamme cominciò a volteggiare, attirando a se tutti i pezzi e i rottami dei Cross in zona. Anche il mecha di Elaisa, integro, venne risucchiato da quel soprannaturale vortice di energia. Dall'esplosione ne uscì una creatura il cui aspetto colpì tutti i combattenti. Il suo torso, completamente roccioso, gli aveva fornito l'altezza pari a quella di due Cross, mentre i rottami accumulati formarono non due, bensì quattro braccia di ferro, sebbene alcuni andarono a rinforzare gli arti inferiori, anch'essi di pietra. Il volto, formato da teste di mecha difficili da intravedere, era una vera e propria fiamma, dalla quale sporgevano due occhi, ricavati dalle lenti e i visori dei robot. Tra le mani stringeva il classico martello, stavolta rinforzato dall'acciaio e provvisto di bocche per emettere vampate. Il vero Julius si trovava sotto uno spesso strato solido, come per simboleggiare un nucleo. Tuttavia, egli era privo di sensi, in posizione eretta come crocifissa e scarsamente visibile.
    Come se le sorprese non fossero abbastanza, una profonda voce cominciò ad echeggiare nella mente di tutti, come se il nemico parlasse direttamente nella loro testa.
    "Umani!" gridò. "Parlo con tutti voi, del pianeta Emerald. Il mio nome è Deman, ma voi mi conoscete come..."
    Quel nome fu pari a un colpo in testa, per intensità. Nessuno rimase indifferente dinnanzi a quelle parole.
    "Il Saggio del Fuoco!" fu il pensiero di tutti.
    "Voi creature mortali, siete stati un errore" spiegò. "Un errore al cui sono pronto a porre rimedio!"
    "Un errore...?" pensò Crinn.
    "È giunto il momento!" gridò. "Che il futuro dell'umanità bruci tra le fiamme del giudizio finale!"
    In poco tempo li raggiunse anche Andvari, della Ribellione, che rimase stupito dalla visione del Saggio.
    "Un Saggio..." fece Victor. "Non è possibile"
    "Beh, non è nemmeno un semplice fanatico" rispose Elaisa. "Quel tipo ha indubbiamente dei poteri speciali, come te Crinn"
    "Come me..." disse il lanciere. "Vuol dire che io..."
    "Non è il momento, fratello" parlò il mitragliere. "Se dentro di te c'è un Saggio, lo scopriremo dopo... se sopravviveremo"
    "Vuoi dire che..." parlò Lucrezia. "Hai intenzione di affrontarlo, Veiss?"
    "Non è ovvio?" parlò Takeheriodorin. "Alla Tanathia non crediamo nei Saggi. Non ho nessuna paura"
    "Giusto!" annuì la pistolera. "Se dobbiamo morire... almeno proviamoci!"
    "Guardatelo attentamente" fece notare la spadaccina. "Dice di essere un Dio, ma ha materializzato un'arma. Vuol dire che non ha i poteri necessari a ucciderci col solo pensiero"
    "Già" parlò Zemid. "Per quanto sia forte, se ha un'arma vuol dire che ci attaccherà proprio come farebbe un qualsiasi avversario"
    "Molto bene" annuì il Brigadiere. "Lasciate che mi unisca a voi"
    "Non ho dati su questo nemico" parlò il cyborg. "Ma... intendo combattere"
    Crinn si guardò intorno, e annuì. Allo stesso modo face Lace.
    "Voi due non avete proprio idea di come attivare il vostro potere, eh?" chiese Victor.
    "Negativo!" rispose il lanciere.
    "Beh, in qualche modo tiratelo fuori, tu e Lace siete gli unici che hanno la possibilità di avvicinarsi al suo livello" ripose l'uomo dai capelli scuri. "Ma non temete, non staremo certo a guardare" esclamò estraendo la spada e il coltello.
    "Assolutamente no!" fece il fratello, caricando la mitragliatrice. "Non morirò senza aver sparato prima un colpo"
    "Sarà anche un Saggio..." parlò Elaisa con la spada stretta di fronte a lei. "Ma con chi crede di avere a che fare? Nulla è impossibile finché non ti uccide!"
    Andvari estrasse un pesante cannone da un fodero sulla schiena, e lo puntò contro il mostro. "Questa sì che sarà una battaglia singolare. Se dovesse cadere, vuol dire che c'è speranza anche per l'Impero, di cadere!"
    "Alla Tanathia, i Saggi sono solo fantasie" disse il mercenario d'argento, con le lame sguainate. "E se nessun avversario del mondo terreno è in grado di darmi i brividi... ci penserà qualche creatura fantastica"
    Lace strinse i pugni, e annuì decisa, guardando suo padre, che si allontanò.
    "Non sono bravo come voi a combattere" spiegò il contrabbandiere. "Ma spero di scoprire qualcosa e supportarvi"
    "Utilizzerò anche io le mie capacità di calcolo" parlò il cyborg. "Combinate alla velocità di qualche proiettile... fatti sotto!" fece. "Andava bene così, Crinn?"
    "Certo che andava bene!" fece il ragazzo dai capelli scuri, sguainando la sua arma e puntandola avanti. "Forza, ci riprenderemo il nostro futuro o moriremo provandoci! Hai sentito, Dio? Chi hai chiamato errore?!"


    Edited by Lux PKK - 26/3/2016, 22:35
522 replies since 5/1/2013
.
Top
Top