Rifugio Team Rocket, Mogania
"Magnemite, rientra!" esclamò innervosito il giovane allenatore dai capelli rossi, preparando la PokéBall successiva. "Vai Sneasel!" disse con convinzione.
Il suo sfidante era un uomo dai capelli del suo stesso colore, lo sguardo deciso e stoico. Ciò che saltava subito all'occhio era il suo lungo mantello, così come il suo cavallo di battaglia: un possente Dragonite. Il suo allenatore conduceva lo scontro in silenzio, per nulla intimorito dallo stile di lotta aggressivo del suo sfidante.
"Sneasel! Ventogelato!" esclamò stendendo il braccio con forza. Il suo Pokémon ubbidì e scagliò una raffica di neve sul drago, che però la evitò con facilità. "Dragonite, Fuocobomba!" fece il domadraghi. Sneasel cercò un riparo, un modo per non prendere in pieno un attacco di tipo Fuoco così intenso, ma non ci fu nulla da fare, un colpo fu sufficiente per mandarlo K.O.
Il suo allenatore tirò un pugno colmo di rabbia a una parete alla sua destra, e intimò il suo Pokémon di tornare nella Ball.
"Non ne hai abbastanza, ragazzo? Continuare così farà solo soffrire i tuoi Pokémon" lo avvertì l'uomo col mantello.
"Come se mi importasse!" rispose alzando la voce. "Se un Pokémon non è in grado di lottare è inutile, non ha senso preoccuparmi di due nullità come loro!" tirò fuori la terza sfera. "Vai Feraligatr, distruggilo!" disse spedendo alla lotta il suo enorme coccodrillo azzurro.
"Prima hai detto di volermi sfidare per diventare l'allenatore più forte del mondo... ma se continuerai a comportarti così..." cercò di avvisarlo l'uomo dai capelli carminio.
"Zitto! Non riempirmi la testa di queste assurdità!" rispose il giovane arrogante. "Feraligatr, Gelodenti!"
Il suo Pokémon fece un balzo contro il drago, spalancò l'enorme bocca, i cui denti sembravano carichi di energia, e colpì il nemico con ferocia. Egli incassò senza problemi il danno subito, e con maestria si alzò in volo al comando del suo compagno umano. "Dragonite, Iper Raggio" gli disse. Dalla bocca del dragone si scatenò un fascio di energia rapidissimo, la cui potenza fu sufficiente a investire il coccodrillo, che poco dopo si alzò da terra ansimando e reggendosi a fatica in piedi.
"Ne ho abbastanza" esclamò il domadraghi. "Il tuo Pokémon sta soffrendo, non lo vedi? Se davvero vuoi diventare il più forte, dovresti pensare anche al bene dei tuoi compagni, non solo al tuo... dovresti amarli di più"
"Amarli?" rise sgarbato il ragazzo. "Che te ne fai dell'amore in combattimento? Non pensare di potermi dare consigli così solo perché stai vincendo..."
"Vincere... è davvero questa l'unica cosa che conta per te?" gli domandò lo sfidante.
"Perché, conta altro?" rispose. "La forza ti porta alla vittoria, e vincere è quello che fanno gli allenatori più forti!"
"Ma per vincere, non basta avere i Pokémon migliori. Devi fidarti della tua squadra, mostrare loro amore e lealtà, e loro ne dimostreranno a te, dentro e fuori dalle lotte"
Il giovane dalla chioma scarlatta strinse i pugni, era visibilmente innervosito dalle parole dell'eroico sfidante. In un impeto di rabbia, ordinò al suo Pokémon di tornare all'attacco, con un altro Gelodenti.
L'uomo dal lungo mantello abbassò lo sguardo deluso, e tirò un sospiro di sdegno e rassegnazione, mentre si sbarazzò del Feraligatr nemico con una carica di energia del suo fedele compagno alato.
Lo scontro continuò, ma la sconfitta dell'allenatore prepotente era segnata fin dalla prima mossa della partita. Al termine del match, egli si gettò a terra, furioso, picchiando i pugni sul pavimento.
"Ragazzo..." si avvicinò il vincitore. "Qual è il tuo nome?"
"Silver..." gli rispose freddamente il giovane.
"Spero che questo scontro ti abbia insegnato qualcosa Silver; adesso alzati e va' via da qui, non azzardarti a combattere ancora e far soffrire inutilmente i tuoi Pokémon" gli raccomandò.
"Sparisci..." gli sussurrò nervoso lo sconfitto. "Un giorno ti sconfiggerò, ma adesso lasciami solo"
Il domadraghi si congedò in fretta, come se avesse un incarico più importante di cui occuparsi. Anche Silver si alzò da terra, ancora irritato, per poi salire una rampa di scale, in cima alla quale si sarebbe imbattuto in una sua nota conoscenza...

Via Vittoria, Johto
"Lance eh?" pensò il giovane dai capelli rossi che da poco aveva appreso il nome del suo formidabile sfidante domadraghi. "A quanto pare è il Campione della Lega Pokémon, ora capisco come ha fatto a sconfiggermi così facilmente."
Ad un tratto, si fermò nel mezzo della Via Vittoria, abbassando lo sguardo. "Da quando mi ha battuto, non riesco a togliermi dalla testa le sue parole... è davvero la mancanza di amore e di fiducia che mi impedisce di vincere? Non solo ho perso contro di lui, ma poco fa mi sono fatto battere nuovamente anche da quella ragazzina..."
Silver tirò un sospiro di rassegnazione. "Ciò che loro possiedono... e ciò che a me manca... non è che magari è davvero questo?"
Egli uscì dalla Via Vittoria, sovrappensiero. Mise mano alla Ball contenente Feraligatr, e non riuscì a fare a meno di fissarla.
"Patetico, davvero" disse. "Ho iniziato la mia carriera di allenatore rubando un Pokémon, e nel corso del mio viaggio non ho fatto altro che perdere contro di lei... forse non sono tanto diverso da papà, forse sono anche io un codardo che non sa fare altro che fare il grosso contro gli allenatori più deboli..."
In quel momento, la mente di Silver era in viaggio per il mare dei suoi ricordi. La sconfitta contro Lance l'aveva segnato, ma dopo ciò, tutte le altre battaglie perse iniziarono ad assumere un nuovo significato. Come se fosse sempre venuto a mancare un elemento, lo stesso appena scoperto dall'allenatore.
"Ho perso... ho tentato di far vedere a tutti quanto valessi, ma non l'ho dimostrato ai miei Pokémon..." continuò a pensare. "Eppure... perché arrendersi proprio ora? Non è questa la debolezza che ho sempre condannato? Non è questo il motivo per cui ho condannato gli errori di papà?" in quel momento, il ragazzò alzò lo sguardo al cielo, e assunse un'espressione più determinata, più fiduciosa. "Ma che sto dicendo..." cominciò a ridacchiare. "Non posso arrendermi proprio ora... papà ha perso per mano di un ragazzino e ha abbandonato tutto. Io, invece, non ho intenzione di fare i suoi stessi errori. Ho perso, ma non per questo sono debole... devo allenarmi di più, e c'è solo un modo per farlo al meglio!"

Monte Luna, Kanto
"Ho perso..." pensò Silver, richiamando il suo Golbat nella Ball. "Non ha importanza, vorrà dire che dovrò allenarmi di più.
La sua sfidante non era altri se non la sua rivale, divenuta campionessa della lega di Johto. Durante le loro lotte precedenti, egli era solito guardarla con disprezzo e sdegno, reputandola un'allenatrice di scarso valore, attribuendo le sue vittorie a colpi di fortuna nel tentativo di evitare di dover guardare in faccia la realtà.
Ma durante lo scontro al Monte Luna, nella regione di Kanto, i suoi occhi grigi sembravano trasmettere emozioni completamente differenti. Stava imparando a rispettarla come avversaria, riconoscere i suoi meriti e, più di tutto, non sembrava più spaventato dalla realtà dei fatti.
"Hai vinto" le disse. "E te lo sei meritata" aggiunse subito dopo. "Evidentemente non ho allenato i miei Pokémon abbastanza. Sappi che non finisce qui, non ho abbandonato il mio sogno di diventare il migliore, anzi, i miei ideali sono più vivi che mai, tutto grazie alla mia squadra. Li farò riposare, poi torneremo agli allenamenti alla Tana del Drago, e un giorno ti dimostrerò quanto valgo". E con quelle parole, si congedò.
La Campionessa non riuscì a non farsi scappare un sorriso, dopo l'incontro; il suo rivale era una persona diversa da quella che si ricordava, ma in cuor suo, sapeva sarebbe riuscito a cambiare prima o poi. Si sistemò la borsa, e tornò all'esplorazione del Monte soddisfatta di quanto appena visto.

Tana del Drago, Ebanopoli
"Golbat, Aerasoio!" fece Silver, nel suo scontro d'allenamento. Il Pokémon pipistrello scagliò una raffica di vento, che colpì in pieno il Dragonair dell'avversario, un Fantallenatore di nome Kobe, che però non sembrava minimamente scosso dall'attacco.
"Dragospiro, Dragonair, forza!" ordinò, e il Golbat del giovane dai capelli rossi fu travolto da una fiammata che gli fece perdere quota. "Golbat!" esclamò il giovane.
"Devi fare di meglio, ragazzo" gli disse il suo avversario. Il Pokémon pipistrello si rialzò, ferito, ma non sconfitto.
Silver mise mano a una sua Ball, come se fosse pronto a sostituire il suo combattente, ma qualcosa lo bloccò; lo sguardo del suo compagno volante, che sembrava ancora trasmettere quella vitalità di chi non ha finito di combattere.
"L'ultima volta che sei stato qui, hai cambiato Golbat non appena ti sembrava inutile" gli ricordò il suo sfidante. "Pensavo lo facessi ancora, sai?"
Silver abbozzò un sorriso, e guardò l'avversario negli occhi. "Non hai ancora visto niente!" esclamò. "Il mio Golbat non è ancora fuori combattimento!"
Strinse la sua mano a pugno, stavolta non dalla rabbia, e incoraggiò il suo compagno. "Forza Golbat, non è finita qui! Vai con un altro Aerasoio!"
Il pipistrello fece un'espressione quasi contenta, dopo di che si voltò tempestivamente verso il dragone avversario e scagliò la sua raffica di vento, che però non riuscì ad andare a segno.
"Dragonair, Dragofuria!" ordinò il Fantallenatore. Golbat si mosse verso l'alto e schivò l'impatto, dopo di che, su comando di Silver, si scagliò sul nemico serpentino e lo azzannò con i suoi denti avvelenati.
"Ti senti così al sicuro in volo eh?" lo schernì lo sfidante. "Dragonair, Tornado!"
Un raggio di energia avvolse l'aria circostante, e Golbat perse l'equilibrio, per poi trovarsi investito da un turbine composto da vento e fiamme, che lo atterrò nuovamente.
"No, Golbat!" esclamò il suo allenatore. "Puoi ancora combattere?"
L'oscuro pipistrello, seppur con fatica, non sembrava disposto ad arrendersi, sebbene l'allenatore non sembrasse molto in accordo con la questione. "Golbat devi rientrare, rischi di farti soltanto del male inutile!"
Fece per reinserirlo nella PokéBall, ma improvvisamente si bloccò. Lo sguardo del suo Pokémon, seppur dolorante, sembrava dirgli di fermarsi; non sembrava per nulla disposto a rientrare.
"Golbat..." fece lui. "Ok, mi fido di te. Facciamogli vedere chi siamo"
"Non lo vuoi cambiare eh?" gli chiese Kobe. "Beh, contento tu... Dragonair, Dragospiro!"
Ma Golbat non si spostò neppure dal punto sul quale levitava. Non aveva alcuna intenzione di evitare la fiammata che sarebbe arrivata da lì a poco.
Silver non gli disse nulla; voleva mostrargli la sua massima fiducia.
Il drago nemico respirò profondamente, ma quando arrivò il momento di soffiare, si bloccò sul posto, spaventato. Con sorpresa di tutti, cadde a terra, fuori combattimento, e il ragazzo dalla chioma scarlatta si aggiudicò lo scontro.
Quando Kobe si avvicinò al suo Pokémon, tutto gli fu più chiaro. "Ma certo..." sorrise. "Ha fatto effetto il veleno dell'attacco Velenodenti del tuo Pokémon... molto intelligente, Silver!"
Ma il ragazzo non lo stava neppur a sentire, era troppo occupato a somministrare pozioni e bacche al suo pipistrello per rimetterlo in forma. A seguito della battaglia e del trattamento, una luce avvolse il Pokémon velenoso; sotto gli sguardi increduli di tutti, si evolse in Crobat, come simbolo del legame affettivo tra il Pokémon e il suo allenatore.

Stadio PWT, Libecciopoli, Unima
"Gran bella lotta" disse una voce poco distante al Campione Lance, appena uscito da una lotta allo stadio del grande torneo. "Grazie, ci conosciamo?" chiese il domadraghi al suo interlocutore, il cui aspetto gli parve familiare.
"Silver" rispose beffardo. "Non dirmi che ti sei dimenticato"
Lance realizzò, e sorrise. "Come potrei, non ti schiodavi mai dalla Tana del Drago, neanche dopo che sei riuscito a sconfiggermi... saranno due o tre anni che non ti vedo, sei anche tu qui per il torneo?"
"Non oggi" gli rispose, mettendo mano alle sue PokéBall. "Oggi sono qui per parlare con te"
"Ah..." si fece curioso l'allenatore di draghi. "Continua pure"
"Vedi, la mia unica vittoria contro di te..." spiegò. "L'ho avuta solo in una lotta multipla, insieme alla campionessa. Tu hai combattuto insieme a tua cugina, Sandra. In tutti questi anni, mai ci siamo sfidati per bene..."
"Ah, capisco" disse Lance incrociando le braccia. "Ancora arde dentro di te il desiderio di uno scontro uno contro uno, per regolare i conti..."
"Regolare i conti?" lo interrogò. "Non che mi dispiaccia, ma non hanno nulla a che vedere con la mia richiesta di sfida"
"E allora..." tentò di chiedergli l'uomo dal lungo mantello.
"Voglio dimostrarti quanto valgo" gli disse, deciso. "Non sono qua per vendetta, così come non sono qua per dimostrarti chi è forte e chi è debole. Voglio solo una lotta per farti vedere quanto sono diventato abile!"
"È così che stanno le cose..." sorrise il domadraghi. "Molto bene, ci sto. Avevi in mente di sfidarmi ora?"
"Non dire sciocchezze" scherzò il ragazzo. "I tuoi Pokémon hanno appena combattuto, falli riposare. Dobbiamo lottare alla pari, siamo allenatori in gamba, dobbiamo dare il massimo"
"Eheh..." ridacchiò il Campione. "Hai ragione"

Il giorno seguente
"Magnezone, rientra!" esclamò l'allenatore dai capelli rossi. "Vai Weavile!"
"Bene, vediamo che sai fare... Flygon, Dragobolide!"
Il Pokémon Lamartigli evitò la meteora con uno scatto rapidissimo, e si portò alle spalle del drago senza che nessuno se ne accorgesse. "Finiscilo Weavile, Scagliagelo!" gli artigli del Pokémon buio si illuminarono di energia, ed esso li affondò nel terreno con tenacia. Di fronte a lui apparvero delle enormi punte di ghiaccio, che travolsero Flygon mandandolo K.O.
"Non male, quando ho attaccato non hai battuto ciglio!" si complimentò il domadraghi.
"Mi sono fidato del mio Weavile, sapevo non si sarebbe mai fatto colpire così" spiegò Silver. "Forza, continuiamo!
"Puoi scommetterci! Vai, Dragonite!"esclamò Lance, divertito.
L'adrenalina era alta in entrambi gli sfidanti, e lo scontrò continuò imperterrito.
"Dragonite! Fuocopugno!" e con un colpo ben assestato, il Pokémon Lamartigli soffrì l'effetto del Fuoco sul suo tipo Ghiaccio, andando al tappeto.
"Sei andato bene" lo ritirò. "Vediamo un po'... vai Feraligatr!"
Quando Feraligatr e Dragonite si trovarono faccia a faccia, uno contro uno, dopo ben cinque anni, entrambi gli allenatori capirono che lo scontro aveva raggiunto un nuovo livello.
Sorrisero, si guardarono negli occhi; in entrambi fece capolino il ricordo degli anni passati, della sconfitta non solo di Silver, ma anche di tutta la sua filosofia nei confronti dei Pokémon.
Il duello che il giovane dalla chioma scarlatta aspettava fin da quel fatidico giorno, un confronto atto a dimostrare il valore di ognuno dei partecipanti, aldilà dell'esito finale.
Il trionfo di quanto imparato dal ragazzo, tra le sconfitte per mano della campionessa di Jotho, l'allenamento alla Tana del Drago, i viaggi e le avversità superate grazie alla sua squadra.
Era tutto canalizzato in un singolo momento, e Silver lo sapeva bene. Entrambi annuirono dinnanzi alla determinazione dell'altro, lo stesso fecero i loro Pokémon.
"Feraligatr..." sorrise il suo allenatore. "Gelopugno!"