Votes taken by Kuraisu

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    Per quanto concerne il discorso grafica e videogiochi, mi trovo praticamente nel mezzo dei due principali stereotipi (ed evidenzierò la parola stereotipo fino alla morte) riguardo a questa.

    Nello stereotipo 1 troviamo l'indimenticabile bimbominkia (parola che tanto andava di moda qualche anno fa), nel cui scaffale si trovano principalmente titoli mainstream quali Call of Duty, Battlefield, GTA e poco altro. E prima che mi divoriate viva: non sto criticando i titoli in sé, solo presentando un esempio.
    Sostanzialmente la capacità di giudizio di tale individuo si limita a un "Ommioddio che bella sta grafica, che realismo! Questo deve essere senza dubbio un gioco splendido!" e rifiuta il retrogaming in ogni sua forma, in quanto la tanto amata grafica non viene mai raggiunta. In compenso non conosce il significato di fps, processore o altri termini eccessivamente tecnologgici per una materia grigia che ancora deve svilupparsi.

    Nello stereotipo 2 abbiamo il classicista fanatico, frenetico adulatore dei suoi NES e SNES che conserva in una teca di cristallo insieme alle cartucce di Zelda, Final Fantasy VI e Chrono Trigger; e come ci insegna Nonciclopedia, nei casi paggiori sacrifica settimanalmente capretti a Kefka. Frasi retoriche e che sentiamo spesso sia su Internet, sia da persone che conosciamo anche nella vita reale sono "Tsk, i videogiochi di oggi sono tutto fumo e niente arrosto: puntano solo sulla grafica e poco sul gioco in sé", "Ai miei tempi ci accontentavamo di 16 bit scarsi e ci divertivamo a fare il culo a tutti i boss!", "La grafica non serve a un cazzo" e altri racconti, anche se poche volte si raggiunge la demenza dell'ultimo della serie.

    Non considero affatto la grafica importante come la trama o il gameplay, tuttavia credo essa giochi un ruolo comunque notevole pur non essendo primario. Citando il Moccia, la grafica serve prima di tutto a emozionare; difatti, considero fattori come l'ambientazione di gioco alquanto incisivi, come già spiegai nell'altro topic di Tof, e questa contribuisce spiccatamente alla sua realizzazione.
    Generalmente, tendo a considerare una grafica ben realizzata qualcosa che si adatti al contesto del videogioco e non qualcosa di pompato e vicino alla realtà. Il character design, citato in precedenza da più di una persona in questo topic, deve essere concorde con l'ambientazione non solo in quanto vestiti dei personaggi, ma anche come disegni, espressioni e altri piccoli dettagli apparentemente insignificanti per risultare ai miei occhi strutturato ottimamente.
    Un altro aspetto grafico che spesso guardo sono i fondali, spesso mi piace osservare nei minimi particolari questi ogni volta che mi trovo davanti a una rappresentazione di qualsiasi tipo (anche un disegno o un dipinto), ma qui sto divagando in un aspetto già più personale; fatto sta che più un gioco ha sfondi dettagliati, meglio è per me.

    In conclusione: la bella grafica non è ciò che rende un videogioco eccezionale, ma è sempre una gioia vedere un buon lavoro da parte degli sviluppatori anche per quanto riguarda questo aspetto tanto discusso dai giocatori.
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    Ci ho riflettuto per un po', ma credo di sapere quali siano effettivamente i punti che ritengo più rilevanti in un RPG. :sisi:

    Innanzitutto, sollevo la questione gameplay: che i giochi di ruolo puntino più sulla storia che su altro, come alcuni sostengono, non è del tutto vero poiché essi rimangono comunque videogiochi e la componente ludica veste un'importante parte nell'aspetto dell'intrattenimento che può offrire un'opera di questo tipo. Possono esistere giochi belli pur con un gameplay noioso? Molto difficilmente, annoiarsi giocando è, infatti, un ossimoro a tutti gli effetti: cosa può essere peggio o sullo stesso piano di un gioco che non ti intrattiene? Forse un film comico che non fa ridere, un libro giallo/suspence che non ti stupisce, ecc...
    Sistema di combattimento, sistema di sviluppo, sistema di leveling, esplorazione ma altri fattori minori (almeno nella maggior parte degli RPG) come il crafting e, talvolta, i minigiochi sono tutto ciò che può far seriamente aumentare la longevità di un gioco e rapire il giocatore, per quanto non siano gli unici.

    Spostiamoci sul comparto narrativo, parlando della grande importanza che affido ai personaggi, che considero addirittura più rilevanti della trama stessa. Perché dico questo? Basta pensarci: è più fastidioso trovarsi una trama noiosa con personaggi profondi, caratterizzati alla perfezione o una trama epica con personaggi anonimi e senza spessore?
    Sinceramente trovo di gran lunga irritante la seconda, perché a quel punto anche la trama ne esce sconfitta. Se pensiamo alla trama come un tempio e ai personaggi come i suoi pilastri, quando crollano questi ultimi anche l'intera struttura è distrutta.
    Un altro aspetto importante riguardo ai personaggi è che questi siano tutti diversi tra di loro e che la loro personalità spicchi e sia unica in confronto a tutte le altre.

    Altro punto a me molto caro è l'ambientazione: in un videogioco adoro esplorare e sentirmi immersa in un altro mondo, cosa può garantirmi tutto questo se non la cura da parte degli sviluppatori per questa?
    Non è necessario che un gioco si avvicini all'open world totale, per quanto esso mi piaccia; ho apprezzato senza dubbio scorrazzare per le mappe di Xenoblade Chronicles scovando quanti più segreti possibili e avventurandomi nei luoghi più angusti che trovavo, ma anche giochi come Odin Sphere o Child of Light (che sono in 2D, l'apparente morte dell'esplorazione in un RPG) permettono un tuffo completo nelle loro fantastiche e curate ambientazioni.

    Legato a quest'ultima, c'è un fattore su cui mi ha fatto pensare Viv e che anche lei ha messo tra i suoi punti: l'immedesimazione, perché più riesco a sentirmi dentro a una storia o a un ambientazione particolare, meglio posso comprenderla e scoprirne i dettagli. Stesso discorso per i personaggi: adoro capirne a fondo la psicologia e quando trovo caratteri (sia maschili, sia femminili) che riflettono i miei pensieri o i miei atteggiamenti riguardo a una situazione, rimango sempre affascinata

    Complimenti comunque Tof per la discussione, non era affatto facile rispondere in maniera completa!

    Edited by Kuraisu - 13/9/2016, 14:23
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    Svelati quattro nuovi Pokémon: Crabrawler, Sandygast, Palossand e Stufful!



    Mancava il Pokémon castello di sabbia, in effetti. :asd: Per il resto non sono molto entusiasta per i nuovi Pokémon in generale, però devo ammettere che la pre-evoluzione dell'orso è carina.
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    Fire Emblem Fates: Retaggio
    Corrin: "Scusa Xander, ma non combatterò per Nohr... Nostro padre è brutto e cattivo!"
    Xander: "Nostro padre? Corrin, ma che ti passa per la testa?"
    Corrin: "Okay okay, ti dirò la verità: voglio grindare!"

    Fire Emblem Fates: Conquista
    Corrin: "Scusa Ryoma, ma non combatterò per Hoshido... Qui c'è la mia vera famiglia."
    Ryoma: "Ma Corrin, anche io sono tuo fratello!"
    Corrin: "Okay okay, ti dirò la verità: sono troppo hardcore per grindare! Viva i vecchi Fire Emblem!"

    Fire Emblem Fates: Rivelazione
    Ryoma & Xander: "TRADITORE!"
    Corrin: "Traditore? Ma io non volevo schierarmi con nessuno... :bu:"

    Odin Sphere
    Paolo Bonolis: "Fitness: chi erano le figlie di Odino?"
    Fitness: "Ehm... Le gnocche!"
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    La cosa che più non sopporto degli hater dei nuovi giochi Square è forse il lamento riguardo al nuovo sistema di combattimento. Capisco qualche critica a quello del XIII (nel caso l'abbiano giocato, ovviamente), in quanto il sistema di combattimento non ha fatto impazzire nemmeno la sottoscritta, ma affermare "Questo non è un vero FF perché il gameplay è diverso" vuol dire sì e no un cazzo, ma tanto sappiamo tutti il capitolo più percosso da critiche come queste pur non essendo ancora uscito: Final Fantasy XV, e appena si è visto il gameplay totalmente diverso dai loro amati VIII e X sono piombati insulti senza senso. "FF non è action, FF è un gioco a turni e con questo sistema di combattimento sembra Kingdom Hearts, non la nostra saga preferita ever!"
    Primo: come disse in un suo video una mia conoscenza, i Final Fantasy dal IV in poi non sono giochi a turni grazie all'ATB. Final Fantasy I, II e III sono giochi effettivamente a turni.
    E meno male che nel XV l'abbiano tolta, perché era un processo che stava invecchiando veramente male e che a lungo andare non sopportavo più, fatta eccezione per giochi non-Square in cui è sfruttata in maniera originale e divertente tipo Child of Light.
    Secondo: inutile dire che il problema di questi non sia l'odiare il gameplay action, ma l'odiare questo se messo a contatto con FF. Ed è un pensiero incoerente e a dir poco infantile: questi lamenti provengono dalle stesse persone che idolatrano Kingdom Hearts (il cui gameplay è molto simile a quello che sarà effettivamente FFXV), quindi teoricamente dovrebbero essere felici di giocare qualcosa che in qualche modo colleghi le due saghe, anche se non è questo lo scopo primario del venturo capitolo.
    "Ma FF è una cosa, KH un'altra". Ah, già; vorrei proprio vedere questi con un Kingdom Hearts "a turni" per vedere quanto si scannerebbero. Ci sarebbe il Coded, peccato che non se lo inculi nessuno. :sisi:

    Sul fatto che ci sia disinformazione è vero solo in parte, tuttavia gli stessi che se la prendono con Nomura e compagnia, dimenticano in primis che lo stesso ha contribuito allo sviluppo del loro tanto amato FFVIII, e non solo. Oltretutto gira di continuo la voce che sia Nomura ad occuparsi delle storie e quindi ad aver "rovinato" la loro tanto amata saga: non esiste castroneria più grande, in quanto quel povero uomo si tratti principalmente un character designer.

    Infine, inutile nascondere il fatto che molti neofiti della serie si astengano dal giocare i capitoli dopo il XIII solo per sentito dire. In questo caso, tuttavia, non si tratta di haters quanto più emerite teste bacate.
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    Atlus ci mostra un video dove il protagonista e Ryuji guardano sport insieme alla TV!
    A quanto pare, questa è una delle attività che permettono la crescita delle statistiche "secondarie" come coraggio, intelligenza, ecc...




    #news
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    Persona 5 uscirà il prossimo 14 Febbraio anche in Europa!
    Le edizioni saranno le stesse della versione americana e sarà disponibile soltanto la lingua inglese.



    HYYYYYYYYYYYYYYYYYYPE :hans2:
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    ANDAVA fatto si! Grazie al mio AU ho già i nomi dei reali :asd:

    Xander -> Sandro
    Camilla rimane uguale Lol
    Elise -> Elisa
    Leo -> Leonardo come ha detto prima Viv

    Ma i migliori sono quelli che ho per l'Hoshido, detto anche O' Sudd (l'assonanza c'è, perché c'è)
    Ryoma -> Rocco
    Hinoka -> Immacolata
    Takumi -> Totò
    Sakura -> Sabina

    Di Retaggio ci potrebbero essere anche
    Hana -> Anna
    Subaki -> Sebastiano
    Kagero -> Carla (non chiedetemi perché :bu:)
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    Nuovo trailer con l'All-Out Attack di Anne!



    #news
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    I swear that my sword will not rest until Lady Sakura is safe!



    Hana (Kazahana nella versione giapponese) è una dei Samurai più riconosciuti dell'Hoshido, nonché attendente della principessa Sakura, con cui ha un fortissimo rapporto di amicizia, insieme al Cavaliere Pegaso Subaki; da sempre, Hana mostra estrema fedeltà al suo regno e alla sua protetta.
    Hana si è allenata con la Katana fon dalla giovinezza sia nelle sessioni di allenamento dei soldati, sia da sola negli spazi aperti e, secondo le parole di Sakura, ha sempre preso l'addestramento più seriamente e con maggiore devozioni di tutti gli altri soldati più adulti di lei. Fu proprio la grande devozione, unita al loro profondo rapporto, a far eleggere Hana da Sakura come una dei suoi attendenti personali.

    Curiosità: il suo nome giapponese significa "fiore del vento" ed è nata il 28 Marzo.







    HANA COCCOLINA MIA :love:
    La adoro sia per la sua forza nel prendere con devozione e passione il suo ruolo di Samurai e attendente, sia per la sua grinta in tutto ciò che fa. Per quanto appaia spesso come un maschiaccio combattivo, è davvero un cinnamonroll di quelli letali. Per non parlare del fatto che le sue fanart siano davvero bellissime!
    In battaglia non è Ryomaddue, ma secondo me è comunque una dei più forti e non può mai mancare tra le mie unità principali. :shi: Ah, chi me la tocca è morto.

    Edited by Viv~ - 5/8/2016, 11:58
  11. .

    A Lyric for Odin Sphere Leifthrasir
    Una completa resurrezione


    Odin Sphere è un RPG sviluppato da Vanillaware e pubblicato per Playstation 2, nel 2007, da Atlus in Giappone e in America e, nel 2008, da Square Enix in Europa, considerato come l’erede del dimenticatissimo RPG old school Princess Crown, pubblicato nel 2005 su Sega Saturn e, in seguito, su PSP.
    La sorte di questo titolo non fu delle migliori: il periodo in cui venne alla luce era il pieno passaggio tra la PS2 e la PS3, il periodo di gloria della console di sesta generazione videoludica stava per giungere al termine e presto la settima generazione sarebbe stata alla portata di tutti. Tuttavia, nel 2016, avviene la resurrezione: viene pubblicato, infatti, per PS3, PS4 e PSVita, il remake Odin Sphere Leifhtrasir o, come preferisco chiamarlo io, Odin Sphere in modalità Furia per diverse ragioni, oltre alla citazione riguardo all’omonima modalità di Oswald: questa nuova versione è stata completamente ripulita graficamente e adattata in termini di gameplay sia per gli amanti del passato, sia per coloro abituati a RPG più moderni.

    Inizio ponendo un gigantesco grazie ad Atlus, per aver deciso di sviluppare nuovamente Odin Sphere, salvandolo dal dimenticatoio assoluto con il portarlo nell’attuale generazione, rendendolo molto più di un semplice gioco con i controcazzi, almeno per quanto riguarda la mia esperienza. Ovviamente, non posso mancare di ringraziare la persona che mi ha fatto provare la demo e che mi ha regalato il gioco, con un solo giorno di ritardo dal Day One.
    Ma procediamo con ordine, da adesso in poi.


    Odin Sphere parte subito con una scena estremamente drammatica: la morte della sorella di Gwendolyn



    La trama di Odin Sphere ha come palcoscenico il mondo di Erion e i suoi reami, tutti coinvolti in una violenta lotta per la conquista del potere, nonostante i regnanti e i personaggi che caratterizzano ciascun territorio siano tutti diversi tra di loro.
    Per tutta la storia, il ritmo degli eventi rimane costante e scandito: in ogni capitolo ci avviciniamo sempre di più alla meta e nessun azione di qualsiasi personaggio è fine a se stessa. A differenza di tantissimi RPG, la cui trama è composta principalmente da un inizio lento, noioso o dove i personaggi non compiono nulla di concreto per almeno una dozzina di ore di gioco, gli ingranaggi di questo marchingegno chiamato Odin Sphere partono a girare appena il giocatore, nei panni della piccola Alice, decide di leggere il primo libro.
    Le storie dei cinque protagonisti non fanno altro che dare l’elemento climax al tutto, in quanto più si prosegue, più forte ruotano gli ingranaggi da poco citati: nella storia di Gwendolyn abbiamo una sorta di introduzione generale alla maggior parte dei regni, in quella di Cornelius le complessità all’interno di Titania e la spiegazione della terribile maledizione Puka - la quale colpisce in prima persona molti personaggi incontrati, nell’insieme degli eventi di Mercedes si conclude la presentazione dei regni con i dissidi politici di Ringford, con il libro di Oswald viene data luce a molti retroscena sopratutto della prima e della terza storia e, infine, con la storia di Velvet si introduce ciò che succederà nell’ultimo libro giocabile. Queste cinque storie, se prese singolarmente, potrebbero risultare prevedibili e ciò non posso negarlo; tuttavia, ciò che certamente rimane interessante è l’intreccio, il risultato della combinazione di tutte queste a fare la differenza.
    Nonostante la poca presenza di plot twist per la maggior parte del gioco, la trama è indubbiamente uno dei suoi maggiori punti di forza.

    Un altro dei maggiori pregi di Odin Sphere sono senza dubbio i dialoghi, anch'essi legati allo storyboard; per essere credibile e presentarsi con maturità, qualsiasi storia deve avere dei personaggi con interazioni sensate e studiate, altrimenti qualsiasi evento perde di senso e realismo, aspetti che rimangono importanti pur trovandoci in un mondo dalle tinte fantasy.
    Le interazioni tra i vari caratteri si mostrano oltre tutto questo, poiché non sono solo sensate e scritte degnamente, ma si adattano anche al contesto narrativo: se durante gli scontri vediamo un lessico bellicoso e solenne, nelle scene più tranquille o sentimentali si raggiungono toni romantici e a dir poco poetici.


    Ingway è uno dei personaggi più misteriosi e intriganti



    Se la storia è sublime, con i personaggi Odin Sphere raggiunge il picco assoluto: abbiamo dei protagonisti dinamici e con una propria personalità, che vanno oltre l’essere delle semplici marionette sopratutto con i loro percorsi durante la propria storia: Gwendolyn abbandona la via del dovere e della schiavitù per agire secondo la sua propria volontà, Cornelius affronta una maledizione a testa alta impegnandosi per trovare una soluzione anche per tornare dall’amata, Mercedes smette di comportarsi da viziata e inizia a prendere le sue responsabilità da regina, Oswald si libera dalle proprie catene di oscurità e rimorso per andare incontro alla libertà conferitagli dall’amore e Velvet cerca in continuazione, insieme al fratello, un modo per prevenire la profezia della stessa madre e rivedere Cornelius.

    Gli antagonisti e i personaggi secondari non sono assolutamente da meno: per la prima categoria abbiamo Odino, Re Onyx non il Pokémon, i Saggi, Melvin ma sopratutto Valentine con il suo background e la disperazione che porta con sé… tutti questi potrebbero risultare simili in quanto arroganza e bramosia di potere, ma hanno tutti storie e personalità differenti e uniche. Per la seconda tipologia, invece, abbiamo il misterioso Ingway, che nasconde uno dei plot twist più importanti della trama, e i tre Draghi: inizialmente ostili, ma i quali finiranno sempre, in qualche maniera, ad aiutare i cinque protagonisti.
    Nessuno è inutile o dimenticato, tutti quanti contribuiscono a dar luce agli eventi e ad arricchire il comparto narrativo del gioco, i cui personaggi formano assolutamente uno dei suoi punti più forti.


    Cosa avrà mai voluto dire?



    Preparatevi a sfregarvi le mani in tutti i sensi possibili prima di mettere mano su questo titolo, perché vi accorgerete ben presto che qualsiasi aspetto giocabile in Odin Sphere, sia questo una battaglia o meno, è letteralmente oro colato.
    Inizio a parlare del sistema di combattimento, che è stato modernizzato apposta per l’uscita del remake: dinamico, immediato e divertentissimo, non particolarmente complesso ma che fa il suo dovere primario, ossia intrattenere il giocatore. Ciascun personaggio ha un sacco di abilità sia attive, sia passive e ciò permette anche una buona personalizzazione dei personaggi: possiamo scegliere quali abilità potenziare al meglio, quali utilizzare in battaglia e come posizionarle in un menù apposito dove assoceremo una skill a una combinazione del tasto Cerchio e della levetta sinistra. Impossibile non fare gli elogi al sistema di sviluppo, semplice ma ben strutturato: necessiteremo dei Fozoni, energia rilasciata dai nemici una volta sconfitti e che giocheranno un ruolo notevole all’interno della storia, per aumentare il livello delle già citate abilità per un massimo di 5 per le attive e di 3 per le passive.

    Una cosa del comparto giocabile di Odin Sphere che mi ha letteralmente stupita è il suo sistema di leveling: non si guadagna esperienza sconfiggendo montagne di nemici, quanto più... abbuffandoci come maiali. Non vi sto prendendo in giro, nel corso della nostra avventura, infatti, troveremo svariati tipi di cibi che, se mangiati, ripristineranno PV e aumenteranno la nostra esperienza; ci sono i semplici frutti, coltivabili con gli appositi semi e con una certa quantità di Fozoni, i singoli ingredienti - come latte, uova e formaggio -, le carni e, infine, i veri e proprio piatti da ristorante, i quali li troveremo o nel villaggio Puka, o nel ristorante itinerante di Maury nelle aree di riposo.
    Per quanto ogni storia fosse un susseguirsi delle stesse aree di battaglia, non ho mai avvertito sensazioni di ripetitività ed eccessiva linearità; inutile dire che questo succede quando un gioco è sviluppato come si deve.


    Velvet quando attacca sembra una ballerina di danza del ventre



    L’impatto visivo di questo RPG è senza dubbio una gioia per gli occhi: gli sfondi degli ambienti sono minuziosi e dettagliati, tutti i personaggi acquistano unicità grazie al loro desing curatissimo e ricco di particolari. Nonostante i dissidi che lo caratterizzano, Erion è un mondo coloratissimo e vivo, dalle molteplici sfumature.
    Applausi anche per le animazioni; nella versione originale, queste presentavano spesso dei lag o cali di frame, ma il remake è completamente privo di sbavature sotto questo punto di vista. L’aspetto grafico è un altro degli elementi che rende Odin Sphere a dir poco incantevole, così come la sua eccezionale direzione artistica.

    Un piccolo appunto per l'ambientazione, aspetto che valuto particolarmente nei videogiochi di questo tipo: se siete amanti dei mondi fantastici occidentali, rimarrete assolutamente soddisfatti e rapiti dagli scenari magici che esplorerete. Per quanto le menti dietro a tutto questo siano giapponesi, si notano ben pochi clichè di questa etnia a noi lontana e troverete, inoltre, alcuni elementi delle mitologie europee, una su tutte quella norrena.


    Titania è indubbiamente una delle città meglio disegnate



    Colui che si è curato della colonna sonora del gioco è il maestro Hitoshi Sakimoto, noto per aver composto le musiche di Final Fantasy Tactics e Final Fantasy XII. Bastano semplicemente un nome e un cognome a dirla lunga? Non è detto, perciò mi permetto di dilungarmi: le tracce di Odin Sphere sono semplicemente eccezionali per il genere a cui appartengono. Avendo questo una scenografia fantasy-medievale, ci si aspetta pezzi puramente orchestrali e così effettivamente si presentano. Non solo il loro stile si sposa degnamente con l’ambientazione, ma anche con le situazioni e le atmosfere presenti; ad accompagnare le battaglie abbiamo musiche frenetiche e le quali coinvolgono tutti gli strumenti di un corpo orchestrale, in particolar modo gli archi, mentre in giro per le città o nei momenti di calma avremo ritmi più moderati e saranno i fiati a predominare.

    Per quanto riguarda la parte sonora, mi sento in dovere di menzionare un altro aspetto estremamente importante per un videogioco odierno: il doppiaggio, che in Odin Sphere è stato diretto come Dio comanda. Chi ha sulle spalle una buona esperienza da giocatore di RPG riconoscerà gran parte delle voci, troviamo infatti doppiatori di buona fama come Karen Strassman (voce di Gwendolyn, ricordata anche come Aigis di Persona 3 e Anna dei recenti Fire Emblem), Yuri Lowenthal (voce di Cornelius, conosciuto nel mondo degli RPG come Yosuke da Persona 4 e Cecil da Final Fantasy IV), Stephanie Sheh (voce di Mercedes, conosciuta anche come Natalia da Tales of the Abyss e Histoire da Hyperdimension Neptunia) e molti altri ancora. Non credo affatto di avere un’interpretazione preferita in quanto tutti siano stati in grado di riflettere, servendosi della sola voce, la natura, la personalità e le emozioni dei personaggi.
    Chi mi conosce ricorderà il mio giudizio riguardo alla voce di Oswald; ritenevo infatti il tono troppo grave e scuro per un ragazzo dall’apparenza giovane. Conoscendo meglio il personaggio e osservando la sua oscurità sopratutto iniziale, mi sono ricreduta completamente: Derek Stephen Prince (voce anche di Takaya da Persona 3 e chaos da Xenosaga) è forse l’unico nel mondo dei doppiatori americani conosciuti ad accompagnare un personaggio del genere sia nei suoi momenti di buio, sia nelle scene più serene.


    Quale OST dimostra le abilità di Sakimoto meglio di questa?



    L'ultima questione da discutere è la longevità: la sola storia dura all'incirca 30-40 ore, ossia lo standard assoluto per un RPG. Completarlo al cento per cento non richiede molto in più, il platino è alquanto semplice da ottenere e giocando solo la trama si avrà, come minimo, metà dei trofei.
    Non mi sarebbe dispiaciuto se la trama fosse durata leggermente di più, ma considerando sia gli eventi, sia il rischio di avvertire seriamente il senso di ripetitività, probabilmente è meglio così.
    Per quanto Odin Sphere non sia uno degli RPG più longevi, reputo la sua durata più che accettabile e che permette di non tralasciare assolutamente nulla, rendendo l'esperienza tutt'altro che affettata.


    Mercedes passa al lato oscuro dei veggie con un’insalata dietetica sul cucuzzolo della montagna


    Conclusione
    Tirando le somme, Odin Sphere non porta niente di particolarmente innovativo o mai visto prima nel mondo degli RPG. Tuttavia, la sua trama ben studiata e personaggi carismatici, accompagnati da combattimenti vivaci e un’ambientazione ben curata, rendono l’esperienza assolutamente coinvolgente.
    La versione Leifthrasir si mostra come la degna rinascita di un titolo che è stato salvato dall’essere completamente dimenticato, offrendogli una seconda possibilità in maniera da coinvolgere sia i veterani, sia i neofiti del genere.
    Consiglierei questo gioco a tutti gli appassionati degli Action-RPG e a chi cerca una storia intelligente con personaggi ben pensati, mentre lo sconsiglierei a chi ama le strutture di gameplay rigide, lente e mai lineari.


    La frase più poetica, romantica e commovente di tutto il gioco




    Tecnicamente la recensione sarebbe finita qui, ma mi sentivo in dovere di aggiungere un’altra conclusione al tutto. Se ciò che avete letto poco prima è un chiudersi sopratutto oggettivo dei miei pareri, sappiate che ciò che segue è una considerazione puramente personale e oserei dire intima. Nel caso volevate farvi semplicemente un’idea del gioco potete finire di leggere, altrimenti (tranquilli, non seguono spoiler di trama) aprite il tasto…
    Odin Sphere rappresenta appieno il mio ideale di RPG perfetto.
    A lungo mi domandavo: cosa deve avere un gioco di questo tipo per essere considerato perfetto? Tempo fa mi sarebbe bastata anche solo la bella trama, un gameplay accettabile e poco più... ma adesso?
    Sono certa assolutamente di avere le risposte: se un RPG (ma, volendo, anche un videogioco in generale) deve essere da me considerato eccezionale, pretendo abbia una trama coinvolgente, sensata ed emozionante, dei personaggi tutti diversi a cui io mi possa affezionare e tutti quanti utili ai fini degli eventi, un gameplay divertentissimo che mi facesse salire la voglia di giocare e rigiocare anche la battaglia più banale, una grafica ben disegnata e delle musiche orecchiabili, di alto livello e che mai avrei potuto scordare.

    Sembra io stia idolatrando Odin Sphere come un modo alchemico usato per inserire materia divina in un disco? (Semi-cit.) Probabilmente sì, e allora una domanda sorge spontanea: Odin Sphere ha difetti?
    Sì, ce li ha, è inutile che io faccia la fanatica del cazzo osannando fino allo sfinimento quello che ormai è diventato uno dei miei videogiochi preferiti di sempre, perché rispondendo “No, Odin Sphere è la perfezione assoluta, senza sbavature, che chiunque dovrebbe giocare prima di morire altrimenti non merita la vita eterna” non solo mancherei di rispetto a buona parte dei lettori e a chi non lo ha apprezzato, ma non farei altro che mentirvi.
    Il difetto principale di Odin Sphere è l’eccessiva linearità, che a lungo andare può diventare fastidiosa a chi non è abituato agli RPG delle ultime due-tre generazioni; oltretutto la trama, per quanto io l’abbia apprezzata, è visibilmente prevedibile e i cosiddetti twistoni si contano sulle dita di una mano, per quanto sconvolgenti.

    Sapete cosa vi dico? Se dovessi con una bacchetta magica aggiustare queste pecche, preferirei non farlo; Odin Sphere è perfetto anche con essi, in un modo o nell'altro. E devo ammettere una cosa, non solo questo gioco mi ha toccata nel profondo dell’animo nonostante il suo poco realismo, ma mi ha anche aiutata a farmi un'idea completamente mia di perfezione: quando qualcosa è perfetto? Quando non ha difetti ed è impeccabile sotto ogni punto di vista?
    Per quanto riguarda la mia esperienza: no. Un qualcosa - che può essere un videogioco, un libro, ma anche una persona - non raggiunge la perfezione con l’assenza totale di difetti.
    Si ha la perfezione con la presenza di difetti, ma non la percezione di questi. Io i difetti di Odin Sphere li ho accettati a pieno e, sinceramente, quasi mi piacciono, perché anche loro contribuiscono a dare un'identità a questo magnifico titolo.

    Spero questa recensione vi sia piaciuta, fatemi sapere cosa ne pensate!



    Edited by Kuraisu - 8/1/2017, 23:13
  12. .
    Oltre a PQ, ho finalmente iniziato Fire Emblem Fates con Retaggio :shi:
  13. .
    Buona vacanza, Torocchin :shi2:
  14. .
    CITAZIONE (melophobia @ 27/7/2016, 11:59) 
    CITAZIONE (Kuraisu @ 27/7/2016, 11:25) 
    Grazie per la corretta segnalazione, quando finirò la risposta al messaggio modificherò lo spoiler tag. :sisi:

    ...In realtà facevo riferimento al mio post. :hans:
    Era un "non aprire a meno che non hai già raggiunto quei punti e visto tutto tutto tutto".

    ... Ah. :asd: Mi ero appena svegliata quando ho letto la prima volta, quindi ho frainteso, scusa X°D
  15. .
    CITAZIONE (Garsha @ 27/7/2016, 11:42) 
    Qualche buon anima che ha giocato Mad Father mi può dire se vale la pena di scaricarlo?

    Ci ho giocato qualche anno fa, secondo me è un indie horror godibile e con momenti, sopratutto verso la fine, che fanno veramente spaventare... almeno, a me ha avuto questo effetto.
    Se ti piacciono giochi come Ib o The Witch's House, te lo consiglio!
304 replies since 1/9/2013
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