Posts written by Kuraisu

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    Appena ho visto S. di Cold Steel, pensavo assomigliasse a qualcuno di familiare... Radlia di Final Fantasy XIV. :bu: Forse non sono proprio identiche, ma hanno moltissimi elementi in comune.

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    Bellissimi gli ultimi due set fatti!
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    I won't let you do it! The future is not only yours!



    Aerith, ricordata spesso come la ragazza dei fiori (flower girl in inglese), è una fioraia che vive insieme alla madre adottiva Elmyra nel Settore 7 di Midgar, nei cosiddetti bassifondi. La maggior parte del suo tempo, prima di incontrare Cloud e gli altri membri di AVALANCHE, lo passava in solitudine, nella chiesa abbandonata dove crescono i suoi fiori.
    Dopo che Cloud precipitò davanti a lei, chiese se l'ex-SOLDIER potesse fungerle da guardia del corpo e scortarla fino a casa, in quanto spesso la tranquillità in cui Aerith si adagiava era spesso interrotta dai Turks, intenzionati a rapirla per scopi inizialmente non chiari.
    [spoiler_tag]Storia dei veri genitori di Aerith[/spoiler_tag] Non passa molto tempo che Elmyra si decise a raccontare a Cloud, Barret e Tifa la storia della ragazza: la madre biologica Ifalna era l'ultimo esemplare di Cetra puro rimasto e venne uccisa dopo una tragica fuga con la figlia.
    Più avanti nella storia, si scoprirà che il padre di Aerith è il professor Gast, scienziato della Shinra predecessore di Hojo e assassinato da quest'ultimo.

    Aerith sviluppera un legame molto profondo con Cloud, così come con tutti i restanti membri del gruppo, ma arrivando a confidarsi e a sostenere sopratutto il protagonista.
    [spoiler_tag]Fine del primo disco[/spoiler_tag]Durante la permanenza alla capitale degli Antichi, Aerith con la sua White Materia cerca di invocare la potente magia Holy, in maniera tale da vanificare il piano di Sephiroth.
    Durante la sua preghiera, quando Cloud e gli altri la raggiungono, questo viene controllato dall'antagonista inducendolo a colpire la ragazza con la Buster Sword; la resistenza dell'ex-SOLDIER, tuttavia, non basta a favorire Aerith, la quale viene uccisa da Sephiroth stesso.
    Successivamente alle tragiche scene che comporta la morte della fioraia, apparirà spesso il suo spirito o comunque verrà percepita, in qualche modo, la sua presenza da parte dei compagni di viaggio.


    La personalità di Aerith traspare immediatamente al giocatore: è una giovane donna serena, vivace, socievole e spesso curiosa; questi tratti, uniti al suo abbigliamento in cui predominano il rosa e il rosso, due colori caldi, la distinguono subito dal grigio ambiente in cui vive e vende i suoi fiori, creando un fortissimo contrasto. Tuttavia, come mostrato più volte, non manca di insicurezze e percepisce molto facilmente il peso della sua solitudine, così come la paura di ritornarci.









    Non so neanche da dove iniziare.
    Amo il personaggio di Aerith, come sia stata sviluppata, la sua personalità, la sua storia; a discapito di quanto si possa pensare, è uno dei personaggi più importanti per lo scorrimento della trama. Quando la descrivo mi fisso sempre su un particolare: la sua luminosità e i suoi colori, i quali la rendono l'unica luce che i bassifondi possano mai avere.
    E solo perché ogni tanto si ferma a riflettere e a preoccuparsi del suo futuro, non significa che sia debole o che abbia sempre bisogno di Cloud a salvarla: è molto umana, come quasi tutti i personaggi chiave di Final Fantasy VII.
    Forse il suo essere civettuola può dare fastidio, ma lo ritengo tutto parte del programma e, nonostante ciò unito a molti elementi per certi versi accattivanti della sua costruzione, rimane tutt'altro che una gatta morta.
    Davvero, ho amato così tanto questa ragazza che forse la considero la mia preferita in assoluto... ma ci devo pensare.

    In ogni caso: buon compleanno, Aerith. :shi2:

    Edited by Kuraisu - 8/2/2017, 15:36
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    Fallout Shelter uscirà per Xbox One e PC (Windows 10) il 7 di questo mese!



    #news
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    A presto, Toro!
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    A Lyric for Dragon Quest VIII
    Il ritorno di un'epopea




    Dragon Quest VIII: L’odissea del re maledetto è l’ottavo capitolo della celebre saga Enix, ereditata dalla sua fusione con Squaresoft, sviluppato da Level 5 uscito nel 2004 in Giappone per Playstation 2, nel periodo della sua gloria assoluta, per poi essere portato in Occidente nel 2005 in America e nel 2006 in Europa, dove per la prima volta arrivò un capitolo di Dragon Quest.
    Considerata la fama della Software House per la già decennale saga di Final Fantasy e il nuovo arrivato Kingdom Hearts, non vi è alcuno stupore nel notare il discreto successo di questo titolo; è stato per anni acclamato dalla critica e ricordato con un sorriso dal pubblico, motivo per cui, dopo oltre dieci anni dalla sua nascita, si è deciso di continuare il ciclo di remake degli episodi più amati della saga per le due console portatili Nintendo, successione di cui questo è il più recente essendo uscito il 20 di questo mese.

    Avendo giocato la versione PS2, è sorta spontanea la curiosità di assistere a come Square Enix avesse modernizzato uno dei primissimi RPG a cui io abbia mai giocato: è dunque riuscita nell’impresa?
    Procediamo con ordine, ripercorrendo il titolo punto per punto, analizzando sia le caratteristiche che si porta dalla sua uscita, sia le novità della versione 3Ds.


    Anche questa volta, Farebury è il primo villaggio che visiteremo.


    L’incipit della storia fornisce subito un tocco fantasy caratteristico degli RPG: un malvagio giullare di corte ha lanciato sulla corte di Trodain una terribile maledizione, dalla quale sono sopravvissuti soltanto il protagonista, re Trode e la principessa Medea, questi ultimi trasformati rispettivamente in un troll e in un cavallo. Lo scopo dell’avventura sarà dunque riportare il regno al suo splendore originario, con l’aiuto di altri personaggi tutti determinati a sconfiggere lo stregone.
    Indubbiamente, la trama è quanto più rimasto invariato con il remake, a parte per la maggior attenzione in alcune scene dedicata all’eroe e all’antagonista; per quanto la sua semplicità e leggerezza possa far storcere il naso a coloro abituati a RPG più di nicchia, rimane in ogni canzone so gradevole e divertente grazie alla presenza di numerosi sipari comici e alla discreta fluidità con cui gli eventi scorreranno, man mano che visiteremo nuovi luoghi.

    Un altro aspetto che sicuramente i fan di vecchia data saranno contenti di ritrovare sono i personaggi; anche questi, come la trama, non sono dotati di una spiccata profondità o di una caratterizzazione particolarmente articolata, eppure la loro simpatia unita all'inconfondibile e unico stile di character design della matita di Akira Toriyama permette di stamparli a pieno nei ricordi del giocatore.
    Sicuramente non mancano gli stereotipi, per quanto riguarda le personalità: Yangus è il classico duro dal cuore d’oro, Jessica la classica ragazza testarda e dolce al tempo stesso, Angelo il classico Don Giovanni vissuto. Ribadisco comunque, anche per quanto riguarda questi cliché, che la semplicità di Dragon Quest VIII rimane genuina senza sfociare eccessivamente nel banale.


    L'ultimo piano della torre di Alexandria rimane uno dei dungeon più belli.



    Un altro punto alquanto fedele all’originale è il gameplay, che conserva le sue caratteristiche principali: le battaglie sono a turni, le azioni dei personaggi giocabili e quella dei mostri avverranno dopo che avremmo dato indicazioni a tutto il nostro gruppo, la visuale sarà in prima persona nei momenti di decisione e in terza quando gli attacchi verranno mostrati. Il tutto unito con le classiche magie, con le tipiche tecniche d’attacco e con una buona varietà d’armi per ciascun personaggio, per quanto ognuno abbia un ruolo ben specifico; ad esempio, Jessica può utilizzare coltelli e fruste, ma le sue peculiarità consistono nel lancio di vari incantesimi.

    Poiché di primo impatto sembri che ogni cosa giocabile in Dragon Quest VIII per 3Ds sia strettamente fedele all’originale, in questa parte vorrei concentrare la recensione sulle novità e migliorie che questa versione ha da offrire; per quanto riguarda il punto discusso poco sopra, ossia le battaglie, queste non sono più casuali e i numerosi nemici che bisognerà affrontare nel corso dell’avventura sono ben visibili sullo schermo: scelta non da poco, in quanto questa abitudine di moltissimi videogiochi di ruolo alla giapponese stava invecchiando pesantemente, rendendo l’esperienza a lungo andare frustrante. Sempre riguardo agli scontri, questi sono ora molto più agili e immediati grazie alla possibilità di velocizzare i momenti dove vengono messe in atto le azioni.
    Altre trovate che sicuramente agevolano la prolissa avventura sono la possibilità di salvare fuori dalle chiese, per quanto il salvataggio sia rapido e sparisca una volta caricato, e il miglioramento del sistema di alchimia: il pentolone di Trode non solo potrà creare nuove ricette, ma sarà possibile ottenere più di un oggetto alla volta e il tempo di attesa sarà istantaneo. Tra le aggiunte che noteranno principalmente i fan di vecchia data vi sono anche anche l’arricchimento del bestiario, che comprende ora mostri inediti e nuove colorazioni di alcuni già presenti, due nuovi dungeon, nuovi costumi e due nuovi personaggi giocabili: Red, un’abile ladra vecchia conoscenza di Yangus, e Morrie, proprietario di un'arena provvisto di accento italiano nella versione inglese.
    Infine, un simpatico sistema di fotocamera che permette al giocatore di immortalare veri e propri screenshot della sua avventura e salvarli in una scheda SD; questa nuova funzione è protagonista di diverse quest date da un nuovo NPC, ciò è dunque un valido incentivo per esplorare il mondo di gioco.


    Cameron è il nuovo personaggio che ci affiderà missioni di carattere fotografico.



    Come ogni remake che si rispetti, anche questo porta migliorie grafiche: le figure hanno contorni più morbidi e definiti, il tutto risulta quindi adattato impeccabilmente alle aspettative della piccola console di casa Nintendo, la quale tuttavia penalizza il comparto sonoro in quanto, considerando il passaggio da console fissa a portatile, non è stato possibile mantenere a pieno l’aspetto orchestrale della colonna sonora.

    Ultimo punto su cui discutere è la longevità, la quale rimane sempre alta come nell’originale; tuttavia, grazie alla possibilità di accelerare le battaglie ed essendo diventato molto meno dispersivo l’andare in giro nel mondo di gioco grazie alla presenza della mappa nello schermo inferiore, questa risulta accorciata... ma una sessantina di ore di sola trama non ve le toglie nessuno.

    Conclusione
    Dragon Quest VIII si riafferma una pietra miliare del suo genere, nonché a tutti gli effetti il capitolo portavoce della saga.
    Con questa nuova versione è riuscito ad approcciarsi non solo ai veterani che desiderano rivivere questa odissea, ma anche ai novizi interessati a questa grazie alle sue nuove e comode feature.
    Consiglierei questo titolo a tutti coloro che hanno amato l’originale e a chi rimane affezionato ai videogiochi di ruolo alla giapponese di stampo classico, mentre non lo consiglierei a chi cerca un RPG innovativo o dove proseguire sia particolarmente veloce e sbrigativo.



    Spero questa recensione vi sia piaciuta, fatemi sapere cosa ne pensate!
    Colgo inoltre l'occasione per ringraziare Nintendo Italia, che ci ha fornito di una copia del gioco.



    Edited by Kuraisu - 27/1/2017, 21:19
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    I Pick A Quest Awards 2016 continuano con una categoria non molto presa in considerazione dalla maggior parte dei giocatori: gli RPG Mobile.

    La medaglia d'oro va a Kingdom Hearts Unchained X, conferma che Square Enix non delude mai dal punto di vista dell'interesse! E considerando i numerosissimi fan della saga di KH, non mi stupisco molto del risultato. XD
    Complimenti quindi ai nostri eroi!
    Menzioni speciali vanno al secondo classificato Final Fantasy Brave Exius, sempre di casa Square, e al terzo classificato Pokemon Go; considerando il fenomeno di massa generato l'estate scorsa da quest'ultimo, sarebbe strano non vederlo sul podio!

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    CITAZIONE
    Prima di cominciare, vi ricordo di partecipare ai nostri #RPGAwards e votare i vostri RPG del 2016 preferiti se ancora non lo avete fatto! (Link: https://goo.gl/forms/7ScEopi5BRFMQRdf2 )

    Per quanto mi riguarda, il 2016 è stato un grande anno dal punto di vista del design dei personaggi: sicuramente mi hanno colpito molto i personaggi, principali e non, di Trails of Cold Steel, per non parlare dei nuovi e vecchi protagonisti di Bravely Second, della carinissima protagonista di Atelier Sophie: Alchemist of the Mysterious Book o degli artwork fenomenali dei personaggi di Fire Emblem Fates (esclusi i modelli osceni, indubbiamente). Eppure, nonostante tutte queste interessanti nomination, ho un vincitore: Odin Sphere Leifthrasir che, pur trattandosi di un remake, devo ammettere che meritava assolutamente di essere premiato specie dopo essere stato salvato dal dimenticatoio assoluto grazie proprio a questa scelta di ATLUS.

    Dei personaggi di questo gioco amo il fatto che ognuno, sia questo uno dei cinque protagonisti o un pinco pallino incontrato in una mappa a venderci pozioni, abbia le sue peculiarità stilistiche e i suoi dettagli personali di espressione, fisionomia e abbigliamento tutte in armonia affinché possano donare al personaggio in questione una propria identità, nonché un riconoscimento immediato; pure dettagli apparentemente insignificanti come la corona di fiori di Mercedes (così come il design ricorrente alla natura di tutta la specie delle fate), le armature di Oswald e Gwendolyn o gli abiti tipicamente saraceni di Ingway e Velvet.

    -Kurai

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    Adoro Alisa, sopratutto per i suoi difetti: è immatura, impulsiva, suscettibile... ma in una maniera comunque umana, così come lo sono molte delle sue insicurezze. Come personaggio, migliora esponenzialmente col passare dei capitoli: nei primi si presenta con il tipico stereotipo della tsundere, nel terzo racconta la sua storia e la sua caratterizzazione si fa più spessa, nel sesto... è a dir poco fantastica, o almeno così l'ho trovata.
    Ha sempre assistito a diversi punti di vista per quanto riguarda la compagnia Reinford e, data la sua giovane età, non sempre ha capito cosa fosse davvero giusto. Alla fine, riesce a trovare il coraggio di andare contro l'idea della madre e a voler dimostrare la sua forza, così come il fatto che non sarà sempre una ragazzina.

    Plus: potrà essere scorbutica quanto vuole, ma alla fine in tutto ciò di cui si occupa, sia questo la Classe, le battaglie o il club di Lacrosse, mette anche lei tantissimo entusiasmo!
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    I personaggi come Fie, ossia le ragazzine apparentemente apatiche e spesso annoiate, non mi piacciono proprio; tant'è che avevo zero aspettative su di lei. Eppure, è la mia ragazza preferita della classe, insieme ad Alisa.
    Penso che abbia un cuore davvero tenero e sensibile nonostante il suo passato, questo l'ho potuto vedere sopratutto nelle sue scene al club di giardinaggio.
    Dopo aver perso quella che era ormai la sua famiglia e dopo essere stata a tutti gli effetti una bambina-soldato, non biasimo assolutamente il suo comportamento distaccato e taciturno.
    Certe volte avrei davvero voluto abbracciarla D:
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    Come Elliot, trovo che anche in Machias ci sia del realismo diretto, sopratutto con i suoi pregiudizi: infondati all'inizio, ma che nascondono un fondamento di verità e non una mentalità del tutto chiusa.
    La storia della sua "sorella adottiva" è tristissima, forse il più struggente a mio parere dei tanti retroscena del gioco. Il trauma di un bambino che scopre della morte voluta di un proprio caro è un peso a Dur poco insopportabile.

    Ma alla fine, sono contenta che abbia superato tutto questo e sia riuscito a stringere amicizia anche con Jusis!
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    Elliot è uno dei miei preferiti in assoluto: penso sia uno dei pochi personaggi davvero realistici del gioco.
    Per quanto possa non sembrare dato il suo aspetto gracile, ha forza da vendere considerando il suo ottimismo inesauribile e...
    l'iscrizione obbligata alla Thors, per quanto sia stata un duro colpo, non è riuscita a fermare la sua fortissima passione per la musica, così come i suoi sogni.
    Davvero un bellissimo messaggio!

    Per non parlare delle sue cure incredibili :love:
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    Trovo che Rean sia un buon protagonista: mi piace la sua naturalezza e spontaneità, sopratutto nei confronti dei suoi amici, nonostante rimanga spesso calmo e riservato, quest'ultimo aspetto sopratutto per quanto riguarda se stesso come già avete scritto. :sisi:
    E mi sono pure innamorata del suo doppiatore inglese, credo che la sua sia una delle interpretazioni migliori del gioco, se non la migliore in assoluto. :love:
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    E oggi, signori e signore, tocca a Lux PKK!
    CITAZIONE
    Nuovo giorno, nuovo Special Award per ingannare l'attesa. Vi ricordo infatti che avete tempo fino al 15 di gennaio per votare qui https://goo.gl/forms/7ScEopi5BRFMQRdf2 l'RPG dell'anno e altre categorie!

    Il mio award è un po’ particolare; si tratta di una categoria quasi controversa, che molti non seguono o addirittura non sopportano. Altri, come me, ne sono sempre affascinati. Sto parlando del doppiaggio, più precisamente del doppiaggio inglese di un titolo, in genere del binomio inglese/giapponese quando viene il momento di scegliere la lingua delle voci (pochi RPG vengono doppiati in altre lingue come l’italiano, quindi vincerebbe Francesco Mei nei panni di Adam Jensen senza troppa competizione). Il mondo del doppiaggio è qualcosa che seguo attivamente, e sebbene mi reputi abbastanza ignorante per quanto riguarda le voci nipponiche, lo stesso non si può dire di quelle inglesi, che ascolto, risento dopo tempo, esamino e prendo a cuore. Questione di gusti personali, eh!

    Vorrei quindi premiare la performance che più mi ha colpito quest’anno, e vi assicuro che la scelta è ardua. Gente come Ray Chase (Noctis, FFXV), Sean Chiplock (Rean, Trails of Cold Steel), Melissa Fahn (Neptune, dei vari Hyperdimension Neptunia) è stata fenomenale, incantevole, ma qualcuno è riuscito a conquistarmi più di tutti. Faccio quindi un applauso al vincitore del mio award, Darin De Paul, voce di Ardyn Izunia, da Final Fantasy XV!
    La sua performance l’ho trovata memorabile, una voce quasi ipnotica, subdola, per un personaggio che, a detta dello stesso De Paul, gli piace per la sua “sincera non sincerità”.
    Ancora dico wow di fronte alla sua presentazione in Kingsglaive, davvero!
    -Lux

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