[The Last Story] The Last Story

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  1. alister
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    Ismaaa, perdonami per aver lasciato a languire il dibattito tanto al lungo, ma sono stata un po' impegnata (tra le altre cose, pure a studiare un corso monografico sulla fiaba, quindi siamo a tema xD) e questa risposta mi richiedeva più dei cinque minuti giornalieri che ho purtroppo dedicato al forum negli ultimi giorni.
    Quindi, veniamo a noi!

    ATTENZIONE: il discorso contiene spoiler, non leggete se non avete finito il gioco, così facciamo prima.

    CITAZIONE
    però non sempre (almeno per come la penso io) deve trattarsi di cose imprevedibili, complesse da pippe mentali, ultraincasinate e con rivelazioni inaspettate

    Ecco, non era questo che intendevo. Figurarsi, non mi aspetto - né voglio - trame che ti sparano rivelazioni assurde come Xenogears (e, in maniera minore, Xenoblade) ogni volta che mi approccio a un RPG per farmelo piacere. Non pretendevo da The Last Story plot twistoni da paura, soltanto una trama che, nel suo complesso, fosse meglio articolata. Io, ripeto, non lo trovo narrato particolarmente bene, soprattutto nella parte finale.
    Parlavamo di una fiaba interattiva, no? Beh, il genere fiabesco è quanto mai vasto, e ad esso di posso ascrivere componimenti anche molto eterogenei. Tuttavia, però, considererei The Last Story più una storia dalle tinte fiabesche che una vera e propria fiaba, perché non ne rispetta i canoni (e qui potrei partire con un excursus più tecnico al riguardo, ma temo annoierei te e chiunque altro XD). L'atmosfera fiabesca, infatti, è ben palpabile dal setting cortese: abbiamo l'eroe a cui viene conferito un potere magico, abbiamo la principessa "prigioniera del castello" e il "re" (o Conte, in questo caso), il castello e l'antagonista. Insomma, questi sono elementi da fiaba, così come lo è il lieto fine che si odora sin dalle prime battute: già si sa che Zael diventerà un cavaliere e sposerà Callista, realizzando i suoi sogni. Tutto questo, tutte queste cose fiabesche, a me stanno benissimo.

    Il problema sorge laddove la storia vira dal fiabesco per inserire altri elementi. The Last Story tenta di darsi un tono adulto, a tratti crudo, mostrando una guerra che lascia orfani i bambini, una corte che nasconde intrighi, una lotta spietata per il potere che coinvolge chiunque. Questi, di per sé, sarebbero spunti interessanti, ma sono trattati male.
    Il mondo non è per niente approfondito; si parla tantissimo di questa guerra, si parla del villaggio natale di Zael, di quello di Dagran, della foresta di Mirania, eppure l'Impero viene solo nominato. Sarebbe bastata una cartina, un'introduzione che spiegasse chi diamine comandi in questo mondo, dato che dal gioco il Conte Arganan sembra essere il capo del mondo ma governa, in realtà, solo su Lazulis (donde le sue mire espansionistiche usando l'Ignoto).
    La tematica degli intrighi di corte, purtroppo, viene appiattita brutalmente nonostante le belle premesse. Il Conte Arganan, descritto da Callista come un mostro, riesce comunque a conquistarsi la fiducia del gruppo un capitolo sì e l'altro pure (emblematico il momento in cui Zael si rifiuta di giurare e decide di distruggere il cannone di Lazulis per evitare altri spargimenti di sangue; nel giro di tre secondi, i Gurak attaccano, il Conte dice: "Dobbiamo usare il cannone!" e tutti sono d'accordo e lo aiutano nell'impresa) e alla fine, nonostante fosse questo grande uomo orribile, viene ricordato con affetto e nostalgia dalla stessa Callista che l'ha sempre odiato. E poi, perché tutti quelli che cercavano di aiutare Callista sparivano? Arganan ha fatto fuori anche i suoi genitori? Insomma, tutte queste cose sarebbero state interessanti, e invece il Conte - e i suoi intrighi di corte - sono rimasti accennati per tutto il gioco.
    L'altro cattivo, Zangurak, dovrebbe essere l'antagonista che agisce per nobili ragioni, insomma, il tipico cattivo non nero, ma grigio. L'idea, di nuovo, è buona, ma attuata malissimo: Zangurak compare tre volte in croce, proferendo un totale di cinque o sei battute. Asserisce di voler salvare la sua gente, ma quando Zael gli fa notare giustamente che la sua gente sta morendo di fame perché è il potere dell'Ignoto a prosciugare la terra dell'energia vitale - e che quindi usare l'Ignoto per salvarli è un gran controsenso - lui non risponde. Insomma, non ha un gran senso.
    Infine, veniamo a lui. Il boss finale. Qui lo spoiler lo metto lo stesso, sia mai che rovini la "sorpresa" a qualcuno.

    Dicevamo, The Last Story avrebbe dovuto essere una fiaba interattiva (o, meglio, una storia dalle tinte fiabesche). Sai cosa non è affatto proprio delle frasi? Il migliore amico del protagonista che lo mette in quel posto al suddetto. Insomma, TLS, nonostante partisse come fiaba, come storia semplice, ha voluto comunque inserire - o, meglio, provare a inserire - in plot twistone.
    Peccato che:
    a) si capisse ore prima, e dei motivi di questa cosa ho già parlato, perciò non mi ripeto
    b) risulti del tutto nonsense, ma talmente nonsense che dopo lo scontro finale stavo ridendo dall'assurdità, giuro.

    Dagran, come avevo detto nelle prime fasi del gioco, era il personaggio che più mi piaceva. Eppure, arrivata alla fine, è forse uno di quelli che mi piacciono di meno, non perché sia appunto il boss finale, ma perché è mal caratterizzato in quanto a cattivo o supposto tale. Le sue motivazioni ci vengono spiegate in una riga; prima dello scontro, proclama di aver solo usato i suoi amici; subito dopo essere stato downato, si pente, chiede scusa e dice a tutti che sono una famiglia, nel tipico discorso in punto di morte da film di serie Z. Zael prima resta scioccato, perché nonostante le prove tangibili delle sue loscaggini non si era intagliato nulla, due secondi dopo urla: "CONOSCO DAGRAN MEGLIO DI ME STESSO"... Ehm, sì, certo, Zael.
    Finiscono poi tutti a commemorarlo, nonostante li abbia usati e volesse ucciderli. E poi, perché tutto questo? Ripeto, le motivazioni di Dagran vengono liquidate in quattro e quattr'otto. Da personaggio ben caratterizzato, diventa uno schizofrenico che cambia idea nel giro di un nanosecondo. No, questo non lo accetto.


    Altra tematica affrontata a tratti in maniera "seria" (per esempio, nel bellissimo capitolo di attacco ai Gurak in cui Zael ricorda l'attacco al suo villaggio, quello l'ho apprezzato molto): la guerra. Ebbene, la guerra si risolve letteralmente nel giro di una riga del narratore. L'Ignoto, grande piaga che ha afflitto il mondo per secoli e secoli, viene restituito al cielo; ma, dico io, non lo potevano fare prima? Già il primo Arganan si era reso conto dell'errore... Vabbe', la fiera della banalità.

    Il problema per me è, appunto, che negli elementi fiabeschi TLS funziona abbastanza; quando vuole aggiungere extra - e lo fa - che avrebbero anche potuto essere interessanti, floppa clamorosamente. Quelle parti non sono ben gestite. Nelle singole scene, la regia è lodevole per davvero (Torre degli Astronomi, Torre della Virtù, duelli vari etc); nel complesso, la trama è mal gestita.
    Ripeto, non chiedevo grandi plot twist (anzi, visto come è stato trattato quello finale, ne avrei fatto anche a meno), solo che gli elementi che ho citato fossero trattati un pelino meglio, e avessero un minimo in più di approfondimento.

    Per citare un gioco story-driven che mi è piaciuto davvero tanto, parlerò di FFX. Sì, ha qualche colpo di scena, ma anche senza quello più inaspettato e sconcertante (che arriva non per niente verso la fine del gioco, quando ormai ne ero già totalmente innamorata), mi sarebbe piaciuto tantissimo, perché ha una storia ben narrata, dei personaggi solidi (compresi i protagonisti, anzi, loro in primis) e un mondo descritto a 360° in cui ci si immerge che è un piacere!
    Da The Last Story mi aspettavo qualcosa di simile, ecco, tanto più che dietro c'era Sakaguchi e non un signor Nessuno; per questo ne sono rimasta un pelo delusa, pur avendolo gradito nel complesso. (Ripeto, non mi pento di averlo preso e giocato, anzi; solo mi aspettavo di più).

    Edited by alister - 12/8/2014, 19:22
     
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28 replies since 12/3/2014, 13:43   472 views
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