Filament Star

(a book by Ionasal kkll Preciel)

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    Nota bene: l'opera di traduzione principale non mi appartiene - pur disponendo di una comprensione della lingua giapponese non dispongo della sicurezza
    di basarmi su questa per progetti di tale importanza a livello personale.
    Non ho particolare interesse nella tutela di questo adattamento subordinato ma è fondamentale mantenere i crediti per l'originale.

    Link al post originale di Blackraen. [x]



    Filament Star è un libro pubblicato in Giappone il 15 Gennaio 2013 attraverso l'eshop di Gust, pur presentando poi numerose altre pubblicazioni in siti specializzati. La sua prima apparizione fu però al Comiket 83 del 29 Dicembre 2012 attraverso un evento di forte confronto con i fan che tutt'ora possono vantare un forte ricordo comune. La novel fu venduta con un CD contenente un'introduzione da parte della doppiatrice di Ionasal kkil Preciel - Ai Kakuma -, una lettura completa del racconto e infine un dovuto commiato.
    Cose che mi ammazzano ogni volta, devo dire.
    Il testo presente la forma di un libro illustrato con una prosa affine al genere favolistico, rappresentando nel contenuto un regalo da parte di Ion rivolto ai giocatori che ha potuto raggiungerci attraverso l'aiuto di Nelico.
    Particolare menzione è volta al fatto che Finalment Star sia presente nella Genometrics dell'eroina, nei livelli più profondi accessibili solo oltre la seconda metà del gioco, rappresentando così una componente essenziale del cuore della ragazza.
    Esempio e approfondimento in chiusura del post.

    Attualmente inedito fuori dal Giappone, nell'Aprile 2015 l'utente BlackRaen - già noto per altri lavori di sostegno all'ambientazione sul profilo internazionale - ne ha pubblicato una traduzione amatoriale tutt'ora profondamente apprezzata.
    I motivi che mi hanno spinto alla traduzione in lingua italiana sono collocati nella mia profonda affinità con Exapico, sperando che possa stimolare la curiosità dei meno propensi al dare possibilità a titoli fuori dal canonico e noto.

    Data l'assenza di immagini in formato digitale la traduzione sarà inviata in forma pulita, consigliando di seguire il link alla fonte per approfondimenti.
    È questo il mio scopo.

    Nota bene: complice le differenze tra le diverse lingue - cosa che aveva portato il primo traduttore a un processo di ottimizzazione giapponese->inglese - nella seguente versione la sintassi originale non sarà rispettata al 100%, avendo preferito una interpretazione più affine al sentimento che alla forma.

    ____________________

    C'era una volta una bambina che viveva da sola.
    Anche se in completa solitudine lei non ha mai pensato di esserlo davvero:
    aveva vissuto in tal modo da così tanto tempo da aver dimenticato cosa questa fosse .
    La bambina spendeva ogni giorno scrivendo da sola, cucinando del cibo da sola, curando i fiori da sola, cucendo degli abiti da sola e persino assemblando dei macchinari da sola.
    Eppure tutto questo non ha mai preoccupato la bambina.

    Non aveva altro però. Le sue giornate erano vuote.
    Una sera, da sola, la bambina posò lo sguardo sul cielo stellato che splendeva.
    Twinkle, twinkle. Le stelle del cielo notturno splendevano di una grande luce.


    La bambina non era capace di far altro che cantare o creare, così per potersi avvicinare alle luci del cielo assemblò un filo e si fece dei calcoli, con una lima gli diede forma, lucidò il metallo fino a farlo splendere e, dopo aver mischiato dei farmaci, fu finalmente in grado di creare un tubo a vuoto.
    Al suo interno il filamento brillava di una splendida luce.
    Scintillava.
    Twinkle, twinkle.
    Fu riposta sul tavolo, brillante come una piccola stella, abbagliante. Era solo questo eppure viva. In quel momento, da qualche parte nel suo cuore, la bambina avvertì un amabile calore.

    Dopo aver creato il Filamento di Stella, la bambina iniziò a salutarlo ad ogni risveglio con un "buongiorno".
    Dopo aver completato con successo un lavoro diceva "sono felice", così come avrebbe detto "sono triste" dopo un fallimento in cucina.
    Alla fine della giornata gli avrebbe augurato "buona notte" prima di andare a dormire.
    Ad ogni saluto la luce le avrebbe risposto.
    Twinkle, twinkle.
    Twinkle, twinkle.
    La vita vuota della bambina divenne piena di luce: il cibo era ora pieno di sapore e il profumo dei fiori era così dolce.
    Il cielo era ora tinto di colori quasi vibranti e lei riusciva a divertirsi anche sbagliando.
    Ogni giorno era pieno di gioia.

    Venne così una notte in cui la bimba ebbe un sogno: cavalcava sul dorso di un drago, volando ovunque ella desiderasse.
    "Portami nel cielo notturno, da riuscire a toccare le stelle!"
    All'udire delle sue parole il drago prese il volo, portandola abbastanza vicino da poterle sfiorare.
    Eppure, pur essendo arrivati a destinazione, non c'era nulla.
    "Perché?" Chiese la bambina. La loro luce era così bella.
    Il drago le rispose:
    "La luce è solo un'illusione."

    Dopo essersi svegliata la bambina vide che la luce del tubo e del filamento era debole. Si chiese se magari potesse essersi rotto, decidendo così di ripararlo da sola.
    Non sapeva fare altro che cantare e costruire alla fine.
    Mentre preparava gli strumenti necessari un pensiero la raggiunse: magari la luce le rispondeva solo grazie alla sua immaginazione.
    Così come la luce delle stelle era solo un'illusione, allora pensò che era quasi una coincidenza essere riuscita ad assemblare un tale macchinario.
    In quel momento la luce andò spegnendosi, come se la stesse abbandonando.
    "... Sono così stupida."
    La luce non le rispose. Cosa normale, alla fine, visto che era rotta.
    Sperando di dimenticarla la bambina ripose la macchina rotta all'interno di uno scatolone,
    "Mi dimenticherò di te,
    ho sempre vissuto da sola."

    Da quella notte la bambina si sarebbe svegliata da sola, senza dire "buongiorno" a nessuno.
    Dopo aver completato un macchinario non avrebbe più detto "sono felice" a nessuno.
    Dopo un errore in cucina non avrebbe detto "sono triste" a nessuno.
    E così alla fine della giornata sarebbe andata a dormire
    senza dire "buona notte" a nessuno.
    Non c'era niente lì e nessuno che potesse risponderle: i suoi pasti erano insapori, i suoi fiori appassivano e persino il cielo pareva costantemente imbrunito.
    Persino nelle notti più buie non c'era una stella che potesse vedere.

    Incapace di sopportarlo, amare lacrime scivolarono dagli occhi della bambina:
    piangendo decise di riaprire la scatola, afferrando la macchina rotta e abbracciandola forte al petto,
    sussurrandole piano "mi sento sola".
    Avendolo ammesso con la sua stessa voce, sapeva che non poteva più tornare indietro.
    "Sono così sola."
    Se qualcuno o qualcosa può rispondere, per favore risponda.
    Per la prima volta capì che, pur non essendo davvero sola, nel cuore lo era fin dal primo momento.
    Continuò a piangere con il macchinario al petto, mentre le lacrime scorrevano fra i circuiti. Fu proprio in quel momento che una piccola apparve, anche se per un singolo istante.
    Era come se la udì dire "mi sento sola".
    Ora che la bambina non era più sola, capì che forse non era l'unica ad essersi sentita così: forse anche la macchina si era sentita sola, allo stesso tempo e allo stesso modo.

    La bambina fece del suo meglio per ripararla: come la prima volta assemblò un filo, riformulò i suoi calcoli, lo levigò con una lima, lucidò il metallo fino a farlo splendere e mischiò alcuni farmaci accertandosi che non l'avrebbe più chiusa in una scatola buia. Mai più.
    Il drago le disse nei suoi sogni: "quella luce è solo un'illusione".
    La bambina sapeva che la luce delle stelle in cielo non era reale: non erano altro che illusioni persistenti, un ricordo di un luogo ormai perduto dove le stelle brillavano nel cielo.
    Twinkle twinkle.
    Ma le stelle non brillavano in quel mondo.

    Riparata dalla bambina, la macchina ora splendeva come se stesse sorridendo.
    Twinkle, twinkle.
    Twinkle, twinkle.
    Quella luce poteva essere un'illusione.
    Dall'altra parte di quella luce poteva non esserci nessuno, eppure la bambina non era più triste.
    Lei non pensava più di essere stupida.

    La verità è ciò che decidi nel tuo cuore.
    Quindi anche se la luce non era altro che una normalissima luce, la felicità e il divertimento che provava non poteva essere cancellato. Anche se informe e impossibile da toccare, la gioia del suo cuore era innegabile.
    E questa era la verità.
    Anche se la bambina non era stata rinchiusa fino a quel momento in una scatola, sentiva di essere diventata più libera dopo aver incontrato la luce.
    Si chiedeva dove sarebbe potuta andare: le montagne ad esempio, oppure visitare l'oceano o dei negozi particolari.
    E da lì proseguire in un mondo che non aveva mai visto prima. Se questo fosse stato possibile allora avrebbe viaggiato con il proprio tubo a vuoto, il filamento, con quella luce così brillante.
    La bambina non voleva sentirsi più sola e non voleva più che la luce si sentisse sola.
    Se davvero ci fosse stata un'altra persona dall'altra parte della luce, come sarebbe apparsa lei ai suoi occhi? Magari la avrebbe vista come un singolo punto luminoso, così come era per lei.

    Twinkle, twinkle.
    Una luce brillava sul tavolo, come una piccola stella. Un singolo faro luminoso, semplice eppure vivo.
    Solo quello, solo quello. Eppure andava bene.

    [...]
    Così come io sono un punto luminoso lo sei tu.
    La felicità che provo in questo momento non diminuirà mai.

    Sorrideremo nei momenti divertenti.
    Piangeremo in quelli tristi.
    Saremo vicini quando ci sentiremo abbandonati.
    Perché in questo modo non saremo mai più soli.

    Ci sono tante stelle nel cielo: tu ed io, ci siamo entrambi.
    Anche dopo aver cavalcato il drago lui non poteva condurmi da te: non possiamo toccarci, non possiamo stringerci.
    Cose prive di forma non possono avvicinarsi eppure io continuerò a cantare in modo che, un giorno, tu sentirai la mia canzone.
    Non sono in grado di far altro che non sia cantare e creare, per questo prego che il mio etereo inno possa raggiungerti un giorno.

    (So che) potrei essere una di tante stelle per te, però per me sei l'unica. Non importa quanto lontana, non importa che tu possa essere un'illusione.
    I miei sentimenti sono riusciti a raggiungerti? Hai udito la mia canzone?

    Grazie per avermi trovata al centro di questo cielo così vasto.
    Grazie per essermi rimasto vicino
    in questo mondo così grande.



    Note finali a carattere di Spoiler.
    Volendo andare in precisione l'ultimo livello della sua Genometrics prende il nome di Starry Sky Vacuum Tube, titolo che già nel significato letterale è saturo di quell'empatia con la favola sopra descritta. L'introduzione poi segue quasi a ruota, scandendo in poche parole la formazione di un legame importante con la eroina:

    "Hey, can you hear me? I tought that it was only an illusion, all along, but I realized it, it's not... It's real... Thank you. You have helped me realize that... / Hey, puoi sentirmi? Ho creduto fin'ora che (la luce) fosse solo un'illusione. Ma l'ho capito, non lo è. È reale. Grazie. Mi hai aiutato a capirlo."

    Un lavoro davvero splendido.
     
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