"Storm 17, qui Storm 4, il bersaglio è al 47% della sua integrità totale, passo" comunicò un pilota.
Storm 17 è dove pilotava il caposquadra. Sul velivolo, Val attendeva il suo turno.
"Qui Nexus Arke, sto per sferrare un attacco ad alta potenza, levatevi dai piedi!" avvertì Camilla, caricando il cannone laser del Mecha.
Il colpo andò a segno immediatamente; un ufficiale comunicò che l'integrità della visiera era scesa al 32%.
Ma il Nexus sfoderò un'arma che non aveva ancora usato nello scontro, ovvero dei cannoni ad agganciamento del bersaglio.
Dopo che l'arma emesse un suono, gettò un grosso quantitativo di missili, che si diressero automaticamente contro i bersagli; solo pochi riuscirono a schivare l'attacco.
"Storm 15, Storm 8 e Storm 44 a terra!" gridò un pilota.
"Certo che sei proprio un bastardo..." disse Camilla attraverso gli altoparlanti. Dopo ciò, caricò un altro colpo, anch'esso precisissimo.
"Integrità del bersaglio: 20%, passo" informarono.
"Allora tra poco lo sfondiamo! Val, tieniti pronto!" urlò lei. Il mago inizialmente non rispose, si limitò in seguito ad annuire.
Qualcosa sembrava turbarlo, ma nessuno se ne accorse. Ad un tratto, un altro sbarramento di missili ad inseguimento. Quella volta fu una strage, vennero distrutte ben dodici unità. Storm era ormai in pericolo.
"Rapporto danni!" chiese il caposquadra.
"Al momento abbiamo solo... diciotto unità! Più il Nexus Arke, signore!" rispose un soldato.
"Merda! Merda!" replicò il leader.
"Non mi ci dovrebbe volere molto, cercate di resistere dannazione!" incitò Camilla.
Dopo quelle parole, la ragazza caricò l'ennesimo colpo, che ridusse ormai a un numero bassissimo l'integrità del muro da sfondare. Un altro colpo del nostro Mecha e anche i nostri compagni assegnati a Storm si sarebbero uniti alla resa dei conti.
Fu proprio nel momento in cui caricò il colpo finale che esso non venne nemmeno sparato dal cannone.
"Che diavolo succede?" si chiese la pilota mentre cercava di cambiare frequenza di comunicazione.
"Caelum! Che succede al cannone? Non spara più!" disse visibilmente preoccupata.
"Deve essersi surriscaldato" rispose. "Non abbiamo avuto molto tempo per collaudarlo..."
"Vuoi dire che sto facendo fare a questo Mecha... i suoi primi movimenti?" chiese lei.
"Ehm... in poche parole sì... ci siamo fidati del progetto, insomma. Non c'era tempo per testarlo..." rispose giustificandosi mio padre.
Camilla volò quasi senza logica, quello che le serviva per evitare i colpi nemici e, soprattutto, darle il tempo di elaborare un piano.
"Ci sono! Storm 17, agganciarsi immediatamente al Nexus Arke!" ordinò subito.
Il comandante portò il velivolo vicino al robot, dando a Val la possibilità di passare all'interno di esso.
"È un po' stretto, lo so... ma tieniti forte!" disse la ragazza mentre attivava il turbo del Mecha.
"Farò in modo che l'Arke si schianti contro la visiera del Nexus, è l'unico piano che ho!"
"È un follia!" commentò mio padre. "Non puoi..."
"Troppo tardi, procedo all'eliminazione del bersaglio!"
Il turbo aumentò notevolmente la sua velocità di movimento, l'obiettivo era ormai agganciato. Ella spense ogni sistema di comunicazione, interrompendo ciò che Caelum tentava di dirle. In pochi secondi, la visiera del Nexus venne frantumata, e Camilla e Val si ritrovarono catapultati all'interno della sala di controllo, in cui io e Zemiron avevamo già iniziato a regolare i conti.

Poco prima...

Salimmo per la scala che separava il collo del Nexus dalla sala di controllo. Ci guardammo intorno, come se fossimo alla ricerca di qualcuno. Cosa che, in fondo, era vera.
Purtroppo, in quella stanza non si trovava nè Teknom, nè mia madre, nè Sigma. Davanti a noi, Leroy. Al controllo delle armi, Alba, la cui postazione era protetta da una barriera a prima vista piuttosto solida.
"Leroy!" dissi. Si voltò verso di noi.
"Eld... non ce ne hai messo di tempo a sostituirmi eh?" disse retoricamente indicando Zemiron.
"Non è te che cerchiamo..." cominciai.
"E chi? Mio padre? Volete portarmi via anche lui?" rispose. "Sapete cosa successe a mia madre anni prima di oggi... uccisa. Dal mondo.
Lo stesso mondo che voi Agenti, l'Esercito e il Principe dicevano di voler proteggere. Ma cosa è successo? Niente! Solo danni. Morte.
Non avete fatto nulla per fermare... la feccia!"
"Leroy noi... non potevamo..."
"La colpa non è vostra Aeldus, non è degli Agenti, non è dell'Esercito... la colpa è della feccia che popolava Gerania e questo mondo. E voi cosa fate invece di sbarazzarvene? Cercate di uccidere l'unico uomo che ha avuto il coraggio di fare qualcosa!"
Zemiron avanzò lentamente. "Coraggio misto a una buona dose di follia!" urlò.
"Taci!" ripose il ragazzo. "Non sei diverso dagli altri, non capisci!"
"Sei tu che non capisci dannazione, Teknom è un folle!" rispose Zem.
"Avere degli ideali e combattere per essi è considerata follia? Allora sono felice di considerarmi un pazzo!" commentò Leroy, estraendo la sua spada dal fodero.
Zemiron fece lo stesso. "E meno male che ti consideri un pazzo da solo! Non volevo certo dirtelo io!" lo provocò.
Tentai di fermare il mio amico, ma non ci fu modo: Leroy corse verso di lui con la spada per colpirlo con un affondo, ma Zem lo bloccò con la mitena.
"Troppo facile, amico. Tutto qui quello che sai fare?" disse accennando uno dei suoi sorrisi di scherno.
Corse verso di lui e, invece di colpirlo, scattò alle sue spalle. Leroy si ruotò di scatto, ma riuscì solo a fatica a bloccare il colpo dello spadaccino. Venne quindi respinto dal rinculo.
"Non riesci a bloccarli eh?" commentò Zemiron mentre sferrava sempre più fendenti, che fecero retrocedere Leroy sempre di più.
Il nemico però riuscì a rotolare alla destra di Zem, colpendo velocemente il braccio non provvisto di scudo.
"Che te ne pare di questo?!" gli disse.
"Pare che tu abbia... ancora molto da imparare!" detto questo, lanciò il coltello dalla mitena, che trafisse la spalla del nemico, che gridò dal dolore.
Quest'ultimo indietreggiò ferito, ma lo spadaccino danzante si avvicinò sempre di più, minacciando di finirlo con la sua spada.
Fu in quel momento che la visiera di metallo del Nexus venne infranta, e l'Arke travolse completamente i due sfidanti.
Io, durante tutta la battaglia tra i due maestri di spada, guardavo Alba. Notavo come premeva furiosamente i pulsanti sul pannello, tirava leve, azionava i cannoni. Storm doveva averla messa in seria difficoltà.
Improvvisamente, alzò lo sguardo verso il campo di battaglia. Con un espressione scioccata, attivò alcune modalità di fuoco del Mecha, aprì la barriera e si precipitò davanti a me.
"Eld..." disse con voce piuttosto bassa, che dimostrava disappunto.
"Alba..." risposi nello stesso modo.
"Non volevo arrivare a questo punto... stai andando contro i nostri ideali, e lo sai!"
"Sei sempre stata un po' ribelle eh? Ricordi quella protesta sulle punizioni? O quella volta che ci tolsero i pasti e minacciasti di buttare giù... neanche mi ricordo cosa!" dissi io, quasi senza volerlo. Le mie parole erano pervase da una strana felicità. Come se non ricordassi neanche più il suo ruolo di mia nemica.
"Immagino non ci sia modo di farti cambiare idea... sei sempre stato un po' testardo tu..." mi rispose quasi alla mia stessa maniera.
"Penso che... ora mi attaccherai col tuo spadone. Come facevi negli addestramenti... mi facevi male sai?"
"Lo farò... Eld... mi dispiace"
Le sue parole emanavano un leggero sconforto. Cerco di sopprimerlo, estrasse lo spadone e lo puntò verso di me. Lo stesso feci io.
"E ora? Chi attacca prima? Ricordi quando lanciavamo le monete per decidere a chi spettasse il primo attacco?" commentai.
"Tu baravi sempre... volevi attaccare sempre per primo..." mi ricordò.
"Non è vero... avevo solo la fortuna dalla mia. Senti, ti dispiace se inizio io?" mi stupii subito dopo di quelle parole. Non sembrava minimamente uno scontro importante.
"Comincia... pure..." rispose titubante.
Alzai le armi lentamente, e sparai qualche proiettile, consapevole del fatto che li avrebbe bloccati. E così fu, con una lentezza mista a svogliatezza quasi malinconica.
"E se... non volesse combattere?" pensai. In quel momento, mi corse contro. Con un movimento della gamba mi gettò a terra.
Alzò l'enorme arma, tentai di reagire, ma mi comportavo esattamente come lei. Non reagivo, non volevo farlo.
Camilla e Val, che avevano ripreso i sensi a differenza di Zem e Leroy, mi osservavano. All'inizio lei fu sul punto di rimproverarmi per il mio modo di combattere. Improvvisamente, si fermò. Nell'aria si era diffuso il nostro stesso male, la nostra inerzia. E la nostra tristezza.
Alba fu sul punto di colpirmi con lo spadone. Mi guardò un secondo, iniziò a sferrare il colpo. Quando pensavo che ormai sarei stato colpito, e probabilmente ucciso, o comunque gravemente ferito, si fermò. Gettò la spada e si buttò a terra.
"Eld... se vuoi uccidermi... fallo ora..." mi disse quasi sussurrando.
Mi alzai, e puntai verso di lei le mie pistole. Feci lo stesso che fece lei poco prima: la guardai.
"Sono sicuro, lei non vuole tutto questo, non vuole la nostra battaglia mortale... e forse non la voglio neanche io... mi dissi nel momento esatto in cui riposi le mie armi, incapace di colpirla in uno stato come questo.
"Eld... mi dispiace... mi dispiace tanto..."
"Alba... siamo nemici... dovremmo..."
"No... non con te... non voglio farti del male... anche se so di avertene già fatto..."
Non capii a cosa si stesse riferendo. Perciò le domandai.
All'improvviso, dai nostri comunicatori si udì un messaggio.
"Velivolo non identificato in avvicinamento! Ripeto: velivolo non identificato in avvicinamento!" disse un ufficiale.
"Cosa? Ma che diavolo...? Che sta succedendo?" chiese preoccupata Camilla.
"Il velivolo... ha appena distrutto sette... no otto... nove unità Storm!" urlò nel panico il soldato. Poco dopo, la sua voce risultò distorta, e tutto quello che si udì fu una violenta esplosione.
Un velivolo misterioso si piazzò proprio davanti a noi, davanti alla distrutta visiera del Nexus.
Due unità di Storm si posizionarono dietro di esso, pronte ad aprire il fuoco per distruggere il mezzo nemico.
Tutto d'un tratto, un fulmine di altissimo voltaggio trafisse le aeronavi, che precipitarono sulla città.
Mi voltai, e in quel momento, i rimanenti di Storm tentarono di distruggere il velivolo, preparando una pioggia di proiettili.
Fu allora che vedemmo ciò che non avremmo mai immaginato: Val si avvicinò di corsa all'aeronave nemica, guardò un componente di Storm e scagliò su di esso una potente palla di fuoco. Essa distrusse il soldato, ma lo scoppio non si fermò: la sfera di magia lanciata dal mio amico scatenò una violenta onda di calore sulle navi circostanti. In un istante, Storm fu spazzata via.
Trovammo la conferma nelle parole di un ufficiale di Geo, che assistete all'evento.
"Storm a terra... ripeto, Storm a terra!" gridò.
"Mi dispiace, ma temo di non potervi permettere un simile attacco..." disse il mago nero con un sinistro tono, non esattamente tipico di lui.
"Val... ma che diavolo hai fatto?" lo rimproverò Camilla. Feci lo stesso, e Zemiron, che poco prima riprese conoscenza, fu scosso allo stesso modo.
Lo spadaccino strappò il cannone laser dall'Arke, lo puntò quindi sul velivolo nemico, nel tentativo di sparargli contro. Ma non riuscì: Val lo folgorò con una scarica elettrica.
Corsi contro di lui, e lo colpii con un violento pugno. "Ma cosa ti salta in mente? Sei impazzito forse?" gli gridai.
Dai suoi occhi, una piccola lacrima, seguita da altre dello stesso tipo.
"Eld... ragazzi... speravo che prima o poi avreste capito..." disse con una voce piuttosto afflitta. "Pensavo che prima o poi avreste compreso gli ideali su cui si basa Telos, che è il grande ideale..."
"Valerious! Dannazione, smetti di dire queste cazzate!" rispose Camilla.
"Già amico, che ti salta in mente?" aggiunse Zemiron.
"Evidentemente mi sbagliavo eh...?" replicò il mago. "Non voglio essere costretto a uccidervi, farò tutto il possibile per evitare che ciò avvenga.
Detto questo, lanciò su di noi una grossa cupola di energia, chiudendoci tutti all'interno di essa. Solo Leroy rimase fuori, insieme ad Alba e allo stesso Val. Lei caricò sulle sue spalle lo spadaccino sconfitto, e prima di saltare sull'aeronave, si fermò a guardarmi.
"Eld... devi trovare... un'altra luce... io non merito.. non posso... far parte dei tuoi sentimenti... del tuo cuore..." mi disse.
"Alba... cosa...?" chiesi.
"Eld... spero che qualcuno riesca a renderti felice... e a illuminarti il cammino. Come... qualcuno ha già fatto per me..." rispose un po' triste, provava pietà per me. Detto ciò, sistemò Leroy e si avviarono verso la nave.
Val si fermò a un terminale della sala di controllo, premette dei pulsanti e saltò con i due ragazzi nel velivolo, che chiuse il portellone e solcò i cieli, sparendo dalla nostra vista.
I comandi da egli impostati si attivarono qualche secondo dopo: ci fu una violenta scossa, subito dopo la quale, il Nexus si elevò verso l'alto, sganciandosi dalla città.
Non riuscimmo a mantenere l'equilibrio a lungo, e inciampammo senza riuscire ad alzarci. Potevamo solo assistere mentre il gigantesco Mecha volava lontano da Talassa, senza che nessuno di noi sapesse dove fosse diretto.

Secondo giorno, dei tre totali che furono concessi da Gerania a Talassa.
Mio padre non chiudeva occhio neanche un momento, così come gran parte degli ingegneri a lui assegnati; i lavori per rendere il Proto-Nexus operativo e potenziato sembravano non finire mai.
Nell'hangar, gente che saliva, entrava nel Kite, smontava, montava assemblava e via dicendo. Nessuno stava fermo un secondo.
All'esterno dei laboratori, la situazione non era differente: addestrare i soldati, armare i cannoni, predisporre le mura, preparare i rifugi: in soli tre giorni avrebbero dovuto preparare tutto per la grande guerra.
"Scoppiata solo a causa nostra..." mi venne da pensare.
"Eld, tuo padre..." disse Zemiron. "Vuole vederci nell'hangar immediatamente, dice che ha delle novità per noi".
E fu lì che ci dirigemmo.
"Papà, novità sul Proto-Nexus?" chiesi.
"Nexus Arke, adesso. Ma no, i lavori ancora proseguono ma non sono certo finiti. Volevo parlarvi del vostro equipaggiamento" introdusse un argomento interessante.
"Eld, le tue pistole montano proiettili HX87, sai che al momento Talassa produce e distribuisce gli HX98? Sei rimasto parecchio indietro, per questo mi sono preso la briga di modificare le tue armi, così da permettere il supporto di questo tipo di munizioni..." disse lanciandomi le armi. "Sono state munite di una sorta di lama, premendo quel pulsante, dovrebbe uscire da un punto verso la bocca della canna."
E infatti funzionò. Erano lame ricurve, verso il basso, rientranti verso l'interno. Mi avrebbero permesso qualche attacco in più a distanza ravvicinata, campo sui cui ero piuttosto carente.
"Val, questi guanti, che ho chiamato Catalyst, ti permetteranno di incanalare al meglio la tua energia, in questo modo potrai lanciare versioni più avanzate e potenti dei tuoi incantesimi. Ho inoltre ottimizzato l'abilità di usare le magie come arma d'attacco, sai, elettrificando i tuoi pugni e così via... ora dovrebbe riuscirti più facile" e lanciò anche questi al mio amico.
"Camilla, ho riparato la lancia spezzata, e soprattutto, l'ho alleggerita con l'ausilio di qualche nanomacchina. Ora puoi brandire senza problemi la tua arma insieme alla lancia di Loreing. So che sei tu la principale attaccante fisica del gruppo, quindi ho pensato di ottimizzare tutto questo" e porse l'arma alla ragazza.
"Zemiron, per te ho modificato la spada, nessuno di voi sa cosa sia la tecnologia nota come Junction, vero?" la domanda fu seguita da un nostro responso negativo.
"Qui a Talassa abbiamo pochi maghi; molti di noi usano le nanomacchine per generare una forma artificiale di magia; questo è ciò che definiamo Junction. Con le modifiche che ho apportato alla spada, sarai in grado di aumentare la velocità dei fendenti, con una differenza notevole. E non è tutto..." disse lanciando a Zem uno strano aggeggio.
"Quella è una mitena, un piccolo scudo da tenere legato al braccio che permette il lancio del tuo coltello. Con questa, potrai lanciarlo il linea retta con la velocità di un proiettile, e usare la mitena sia per difenderti, sia come arma d'attacco, visto che il coltello espone leggermente la punta quando è riposto". E così fu tutto.
Potevo avvertire la stanchezza e un leggero stress nei suoi modi di fare, ma provando a farglielo notare la risposta ottenuta non cambiava mai; "Sto bene, Eld, non preoccuparti".
Terzo giorno, si tenne un consiglio di guerra, a cui furono invitati moltissimi soldati, tra cui noi.
Alcuni Generali, tra cui Ademaus, spiegarono il piano d'azione. La nostra attenzione fu focalizzata verso la parte in cui si parlava del Nexus. La spiegazione di questa toccò ad Adam.
"Il Nexus, come il ricercatore Zalcha ci ha spiegato, non è un Mecha in grado di muoversi ad alta velocità, non è insomma fatto per il combattimento diretto. Sarà costretto a piazzarsi in un punto della città e sparare da lì, con dei cannoni antiuomo, dei cannoni anticarro e il potentissimo cannone laser. La nostra priorità sarà disfarsi di quest'ultimo. Abbiamo elaborato un piano piuttosto semplice; sebbene il Nexus monti una corazza spessissima e impenetrabile, l'arma rimane una semplice arma. Avremo due squadre; Geo e Storm. La prima sarà composta da un convoglio di veicoli d'artiglieria pesante, la seconda di velivoli d'artiglieria che attaccheranno dal cielo, insieme al Nexus Arke. Nella prima fase, entrambe le squadre concentreranno semplicemente il fuoco sul cannone. Quando esso sarà disabilitato, la squadra Geo si piazzerà vicino al piede destro del nemico, e facendo fuoco a volontà, sfonderà la porta che permetterà a una squadra di soldati di introdursi nella fortezza, sbarazzarsi dei nemici al suo interno e raggiungere la cabina di comando. In questa squadra avremo Aeldus Zalcha e Zemiron Pronet" "No! Devo andare su!" lo interruppi.
"Negativo, questi sono gli ordini Zalcha, fai silenzio!" mi rispose un Adam che sembrava diverso dal solito, doveva tenere un comportamento di questo tipo in un momento come il consiglio.
"Storm si occuperà di sfondare la visiera che protegge la cabina di comando. Quindi, si introdurranno in questa Camilla Septimius e Valerious Chander. Ci sono diversi possibili scenari con cui può finire quest'attacco, ma l'esito sarà uno solo; occuperemo il Nexus e spazzeremo via il nemico!" questo discorso fu seguito da un entusiasmo generale, che gli strateghi riuscirono a infondere nel cuore dei soldati. Quella notte non ci fu neanche il tempo di parlare con mio padre, con Orkof o con Adam; tutti dovevano trovarsi negli alloggi, riposati e pronti al domani, questi erano gli ordini.
La mattina seguente, le sirene suonarono, svegliando l'intera città. Una vedetta di Talassa aveva scorto il Nexus nei cieli, diretto verso la città. Camilla fu chiamata da mio padre; scelsero lei per pilotare l'Arke. La squadra Geo fu caricata sul convoglio, che partì immediatamente. Il Nexus sembrava diretto verso Oikias.
"Eld, tra poco verremo schierati, sei pronto?" mi domandò Zemiron.
"Sono... un po' agitato, credo. Questa è una guerra, ed esiste per noi..."
"Già, ma proprio perché l'hanno iniziata solo per noi dobbiamo dare il massimo, o sbaglio?"
"No... no non sbagli. Avremo tanti nemici davanti a noi, sei pronto?" domandai io.
"Io lo sono sempre eh!" esclamò.
Fummo muniti di radio per comunicare; arrivò una trasmissione, da Camilla.
"Ehi Eld, pilotare questo Kite è fantastico sai?" disse entusiasta.
"Vacci piano eh" le risposi sorridendo.
"Piano? Ma neanche morta! Li schiaccerò tutti con questo gioiellino, puoi starne certo"
"Tipico di te..."
"Già, tipico della più grande combattente di Gerania!" disse chiudendo poi la comunicazione.
Improvvisamente, un leggero sisma. Il Nexus si era posizionato schiacciando qualche casa. Fortunatamente i cittadini furono evacuati in rifugi sotterranei durante la notte.
Parlò il conducente del convoglio:
"Nexus in OK51, Nexus in OK51, ci dirigiamo là. Geo, passo"
"Ricevuto Geo, cominciamo le procedure di partenza, Storm chiudo"
Il veicolo accelerò improvvisamente, travolgendo ogni cosa mentre si addentrava nelle strade della città.
"Il Nexus ha schierato alcune unità nemiche, sono soldati equipaggiati con armi da fuoco e lance, passo"
"Ci serve sapere dove!"
"Le coordinate sono OK47, passo"
"Ricevuto" disse l'ufficiale prendendo cambiando frequenza di comunicazione. "Geo 61 e Geo 25, dirigersi immediatamente a OK47! Ripeto, Geo 61 e Geo 25 a OK47!" e due veicoli del nostro convoglio si separarono per dirigersi al punto ordinato.
Nel frattempo, il vivo dello scontro si combatteva in cielo; era appena arrivata Storm, che scagliò dei missili sull'enorme cannone.
Il Nexus contrattaccò, ma i velivoli evitarono agilmente i colpi. Allora la fortezza sollevò una possente lama, che avrebbe potuto falciare buona parte di Storm. Come un fulmine, si precipitò in campo il Nexus Arke, che con un colpo del suo cannone distrusse la lama e evitò il colpo. Si sentì poi la voce di Camilla. "Nexus Arke in posizione!"
"Ok, tutta Geo apra il fuoco sul bersaglio!" urlò l'ufficiale. Riuscimmo a sentire solo i boom dei cannoni, le esplosioni e la voce del capo. Dovevamo aspettare ancora, l'ansia cresceva sempre di più.
"Geo 49, dirigersi immediatamente a OK46, sono state avvistate altre truppe nemiche!"
Purtroppo l'enorme Nexus si accorse del fuoco proveniente dal terreno di Geo, e tentò di muovere il piede per schiacciare i veicoli. Il convoglio si mosse improvvisamente, riuscendo ad evitare il pestone. Si decise quindi di sparare muovendosi di tanto in tanto, per evitare di diventare bersagli delle armi del nemico.
Un'esplosione si udì non poco distante.
"Geo 22 a terra! Ripeto, Geo 22 a terra!" gridò un soldato. L'ufficiale iniziò a sudare più del solito. Subito, una seconda esplosione.
"Storm 20 a terra! Storm..." il soldato venne interrotto da un'altro scoppio. Parlò un altro soldato.
"Storm 20 e Storm 33 a terra!" l'impatto dei velivoli distrusse uno dei veicoli del convoglio.
"Geo 11 a terra! Geo 11 a terra!"
Il Nexus schierò quindi più truppe a terra, questo aumentò il caos generale.
"Geo 70, Geo 45 e Geo 9, distruggete i nemici" ma subito dopo, una voce comunicò: "Geo 70 e Geo 9 a terra!"
E subito: "Storm 28 a terra!"
In quel momento però, il Nexus Arke riuscì a sferrare il colpo definitivo sull'enorme cannone laser, scongiurando il rischio di un attacco di pari potenza di quello che devastò Gerania.
"Qui Arke, il cannone laser è stato distrutto, procedo alla seconda fase, passo!" urlò Camilla.
Col cannone a terra, il fuoco si sarebbe dovuto concentrare sulla visiera (Storm) e sul portellone sul piede destro (Geo).
Questo piede, però, compiette un movimento inaspettato, che distrusse almeno quattro veicoli.
"Geo 69, Geo 62, Geo 64 e Geo 7 a terra!"
Il capo allora picchiò il pugno sul tavolino nel nostro veicolo, infuriato.
"Stratos, chiediamo rinforzi, passo1"
"Rinforzi in avvicinamento Geo 1, Stratos chiudo"
Il nemico però schierò delle altre truppe, che attaccarono violentemente i veicoli di Geo.
"Geo 1, Geo 10 e Geo 82, eliminate i nemici". Ci toccò scendere, per affrontare un gruppetto di soldati che minacciava un pezzo dell'artiglieria.
Sparai qualche proiettile, e ne tolsi di mezzo uno. Quando il resto del gruppo ci notò, cominciarono a sparare, ma mi riparai dietro a un rottame. Zemiron corse bloccando i proiettili con la mitena, e uccidendo un tiratore nemico col coltello.
Venne colto da un lanciere, di cui bloccò l'affondo e contrattaccò. Subito dopo, un soldato armato di spada e scudo.
Provò qualche colpo sullo scudo, ma vennero completamente bloccati. Non appena il nemico attaccò, Zemiron fece una piroetta al suo fianco, colpendolo al braccio; perse la spada, ma non il possente scudo.
Zem allora attivò le nanomacchine per aumentare la velocità dei fendenti, e il risultato fu notevole; il nemico non fu in grado di sostenere tutto il rinculo generato dai fendenti, perciò perse anche la difesa. Lo uccisi in quell'istante.
Si avvicinò uno spadaccino nemico, ma riuscii a saltare per evitare un fendente e, portandomi alle sue spalle, lo finii con le lame.
Dopo quello scontro, il Nexus fece fuoco con i cannoni anticarro, devastando una grossa area.
"Geo B è stata annientata, abbiamo perso i rinforzi!"
Le truppe di terra avanzarono verso Geo, ma furono spazzate via da un colpo del Nexus Arke, dall'alto.
Una violenta esplosione ci fece sapere che il portellone era stato distrutto, ci fu subito ordinato di entrare nella fortezza nemica, e così facemmo. Con noi, anche Orkof e Ademaus. L'azione si spostò all'interno del Nexus. La gamba era un enorme ascensore, che Adam attivò subito. Iniziammo a salire, ma l'elevatore si fermò a metà del percorso, lasciando salire un gruppo di nemici.
Mi unii agli artiglieri nelle retrovie, sparando a raffica cercando di eliminare quanti più nemici possibili.
Ademaus, con qualche pressione sul suo dispositivo, utilizzò le nanomacchine per generare un possente spadone, e si lanciò sui nemici con Zemiron e Orkof.
Furono tre contemporaneamente ad attaccare Adam, che bloccava i colpi. Vennero sconfitti tutti da una carica di Orkof, che venne sorpreso da un quarto nemico, di cui bloccò il colpo. Zemiron schivò i colpi di due spadaccini, si portò alle loro spalle e ne uccise uno col coltello, all'altro sferrò un semplice calcio, che lo spaventò. Subito dopo Ademaus lo eliminò lanciando una palla di fuoco.
Due nemici si apprestarono a colpire Orkof di sorpresa; egli evitò i colpi, e abbassandosi, mi permise di aprire il fuoco su di loro.
L'ondata finì senza neanche una perdita, e l'ascensore ci permise di arrivare al torace, che cominciammo a scalare.
Arrivammo vicini alla scala che ci avrebbe condotto nella testa, ma fummo accerchiati da un gruppo di soldati nemici.
"Aeldus, Zemiron, andate" disse Adam "Qui ce la sbrighiamo noi"
"Sei sicuro Adam?" chiese Zem.
"Sì sì, non preoccupatevi per me. Non è ancora giunta la mia ora" rispose preparando il suo spadone.
"Adam, Orkof... grazie, e state attenti" li raccomandai.
Detto questo, salimmo per la scala, riuscendo a sentire i fendenti e i rumori della battaglia che stava avvenendo sotto di noi.

Entrai quasi in fretta nel laboratorio di mio padre, che neanche dovetti usare le mani per aprire la porta. Egli mi guardò un istante, ma non gliene diedi altri per parlare. "Papà, il Progetto Sigma. Cos'è?" chiesi direttamente.
Notai un suo cambio di espressione, non scioccata, ma qualcosa era scattato. Fece un respiro, si sistemò e cominciò a parlare.
"Qualche anno fa cominciò un progetto per creare un soldato... in grado di assorbire le abilità e l'equipaggiamento di qualsiasi nemico; grazie alle nanomacchine si sarebbe registrato il modo di applicare le abilità e con esse, avrebbe potuto creare riproduzioni di qualsiasi arma, non importa quanto complessa... per questo progetto però... Eld, cosa ti ricordi... della tua infanzia?"
Questa domanda mi lasciò spiazzato, fui sul punto di rispondere ma mi bloccai improvvisamente: non avevo alcun ricordo di quel periodo. E me ne resi conto solo in quel momento.
"Mi avevate sempre detto... di avermi cresciuto a Gerania e..." "Falso, figlio mio" mi interruppe. "Tu sei nato qui, a Talassa. E sei cresciuto nei laboratori di Stratos. Per il progetto Sigma servivano delle persone, creare la vita da zero sarebbe stato impossibile, perciò abbiamo usato te... per i primi esperimenti di clonazione. Furono creati all'incirca... diciotto cloni. Tredici bambini, su cui lavorammo giorno dopo giorno, al fine di rendere almeno uno di essi... l'Antitipo, così l'avevamo denominato..."
Il suo tono di voce si fece sempre più cupo e pentito, che stesse davvero rimpiangendo il passato?
Mi accasciai al suolo, retto solo dalle braccia, con qualche lacrima che pendeva dal mio viso. I miei amici mi guardavano, con una certa tristezza.
"Eld..." disse mio padre.
"Continua" urlai. "Continua!" tra le lacrime.
"Passarono gli anni, i bambini, che crescevano più velocemente di te, furono oggetto di esperimenti. Mentre Erina, visto che il tuo compito si era concluso, ti portò a Gerania. Mi raccontava di come fossi triste, di quanto ti mancavo... così decisi di abbandonare il progetto. Tornai a lavorarci solo qualche anno dopo... su un solo soggetto."
"E quei bambini? Che fine hanno fatto?" chiese Val.
"Non... lo so. Se ne occupò Stratos, nel mio periodo di assenza. Davvero, non so cosa possa essere loro successo..."
Mi alzai di scatto, quasi preso da una rabbia inspiegabile.
"Li hanno abbandonati! O uccisi! Ecco che fine ne hanno fatto fare! Thomas Loreing era uno di loro, e Stratos lo avrà sicuramente lasciato in giro per le strade chissà per quanto tempo. Ha creato un criminale dotato di poteri speciali! Non lo capisci? Non li hai trattati... come tratteresti un figlio! Perché loro lo erano, da un certo punto di vista!"
"Eld io... mi dispiace... non avrei... non avrei dovuto? Erano questi gli ordini..." si giustificò, anche lui in lacrime.
"Il fatto che siano ordini non significa nulla quando sono disumani!" lo rimproverai.
"Non capisci... Talassa vive di questi esperimenti da decenni ormai. Io non l'ho trovato disumano... perché qui non lo è..." spiegò.
Corsi immediatamente via dal laboratorio. Sapevo di essere a Stratos; non riuscivo più a guardarmi intorno allo stesso modo.
"Potrebbero averlo fatto qui... o qui... o in quel punto... o in questo" pensavo mentre riuscivo solo a correre, lontano da quel luogo. Mi fermai solo quando il cartello con su scritto "Centro Militare e di Ricerca - Stratos" non divenne minuscolo ai miei occhi.
Ero arrivato vicino al mare, ma fuori dalla città, in una sorta di radura. All'improvviso, nella mia mente apparvero inquietanti immagini. Un laboratorio buio, illuminato solo da alcune capsule. All'interno di queste, dei bambini, simili a me. Subito dopo, un'altra immagine vedeva due bambini combattere l'uno con l'altro, seguita poi da un raccapricciante cadavere nell'immagine seguente.
Un bambino in lacrime, una capsula vuota, mio padre che osservava e io, che facevo lo stesso. Ero lì, "dietro le quinte" con mio padre, mia madre e un team di scienziati a osservare. Le sensazioni di inquietudine miste a curiosità di allora riaffiorarono dentro di me per un istante. Tutto questo accadde in poco tempo, come se i ricordi soppressi della mia mente fossero venuti alla luce tutti insieme, ora. Come se i blocchi che mi impedivano di ricordare fossero stati rimossi. Caddi a terra, svenuto, poco dopo.
Mi risvegliai in un letto, quello di un ospedale, con i miei compagni e mio padre vicino a me. Insieme a lui, anche Ademaus e Orkof.
Mentre tutti si accertavano delle mie condizioni, il piccolo televisore dell'ospedale trasmetteva le notizie del giorno. Fu in quel momento che nominarono Teknom, e, con lo sgomento di tutti e quattro, ci concentrammo sulla trasmissione.
"Abbiamo ricevuto oggi un messaggio del Comandante Supremo di Gerania, Teknom Pekos, che procederemo a trasmettere a coloro a cui è rivolto, ovvero la popolazione di Talassa"
La TV mostrava il Generale in quella che sembrava essere la cabina di controllo del Nexus.
"Cittadini di Talassa, qui è il Comandante Supremo Teknom Pekos. Ho una richiesta per voi, o per l'esattezza, ciò che si potrebbe chiamare un ultimatum". "Ultimatum?" ci chiedemmo tutti.
"Abbiamo scoperto che nella vostra città si nasconde una cellula terroristica di Gerania, e che voi, volenti o nolenti, stiate facendo loro da rifugio". Sullo schermo, le nostre foto, che lasciarono tutti, me compreso, sconvolti.
"Costoro si sono rifugiati nella vostra città qualche giorno fa, e noi vi concediamo tre giorni per riconsegnarli a Gerania su un particolare treno blindato, che al momento è in viaggio verso la vostra stazione. Vivi o morti che siano. Se queste richieste non dovessero essere esaudite entro il tempo, il Sacro Esercito di Gerania partirà al fine di radere al suolo la città. Non ho altro da aggiungere, la trasmissione termina qui". E così fu.
Si poteva già avvertire un leggero trambusto per le strade della città, essendo la notizia stata proiettata anche sui megaschermi dei palazzi. "Ci deve essere un cazzo di sbaglio" commentò Orkof. "'Sti qua non sono terroristi!". Adam annuì, e iniziò a pensare all'accaduto.
"Quel tipo è un pazzo" commentò Camilla. "Ha ucciso i regnati dello Stato e ne ha preso il controllo qualche settimana fa... e ora crede di essere un dio!". "Esatto" aggiunse Zemiron "è un pazzo con i suoi seguaci. Ecco cos'è veramente l'esercito di cui parla. Ed è per fermarlo che siamo venuti qui a Talassa. È vero però che sono ben armati, non so quanto converebbe un loro attacco..."
Improvvisamente, si spalancò la porta della sala in cui ero tenuto. Alcune persone, informate dal personale dell'ospedale, erano senza dubbio venute per prenderci.
"Terroristi!" ci urlarono. "Schifosi!" "Bastardi!"
Val fu sul punto di respingerli con un'onda d'urto, ma Ademaus lo bloccò; attaccare i civili non avrebbe fatto bene al nostro status.
"Vi sbagliate, coglioni! Questi non sono terroristi!" urlò Orkof.
"E che ce ne frega? Se non li consegniamo a Gerania ci ammazzano tutti!" risposero.
Orkof si lanciò contro di loro, nel tentativo di rallentarli.
"Dobbiamo assolutamente parlare con il Consigliere a capo di Stratos" spiegò Adam. "Un politico dalla vostra parte vi aiuterà senz'altro."
"Dobbiamo pensare a uscire di qui prima..." disse mio padre. Immediatamente, Val scagliò una sfera di energia contro il vetro della finestra, frantumandolo all'istante. Lo guardammo un attimo quasi sul punto di ridere e ci preparammo al salto.
Orkof ci avrebbe raggiunto dopo, facendosi strada tra la massa impaurita a pugni e spinte se necessario.
Non fu facile muoversi per la città senza essere visti, ma riuscimmo a fare un buon pezzo della via che separava l'ospedale dal palazzo governativo in furtività. La strada vicino all'edificio però era ancora più caotica delle precedenti; la gente temeva un eventuale attentato al Consiglio da parte dei terroristi.
"Spero possiate perdonarmi per quello che sto per fare..." disse Ademaus estraendo un dispositivo dalla tasca e legandolo al suo posto.
Da esso uscì una sorta di quanto meccanico, che coprì l'intera mano destra. Era un piccolo computer quello che aveva al braccio, sul quale premeva alcuni pulsanti, finché non si accese una luce blu. Appoggiò la mano sulla schiena di Val, ed egli rimase folgorato, cadendo a terra immediatamente.
"Ma che diavolo...?" chiese Camilla prima di ricevere lo stesso trattamento.
Toccò poi Zemiron, che svenne come gli altri e infine me. Riprendemmo conoscenza solo qualche minuto dopo, seduti all'interno del palazzo dietro una grande porta.
"Adam, che diavolo hai fatto?" disse Val leggermente alterato.
"Mi servivate per entrare qui, a me e Caelum è bastato dire di avervi catturati e ci hanno fatti entrare nella sede del Consiglio in pochi secondi. Un piano astuto, non trovate?" spiegò.
"E doloroso, soprattutto. Potevi avvertirci almeno!" commentò Camilla.
"Sarebbe stato meno divertente" rispose con una risatina. D'un tratto, la porta si aprì.
"Vieni avanti" disse una voce.
Entrammo tutti, in quell'enorme sala al cui centro si ergevano tre colonne, con altrettanti uomini seduti in cima ad essi.
"Il Triumvirato e il Consiglio hanno preso la loro decisione. Aeldus Zalcha, vuoi tu fermare la follia di Teknom?" mi chiese uno di loro.
"Certo... è per questo che siamo giunti fin qui!" risposi convinto. Riacquistai la determinazione caduta quando scoprii la verità sul mio passato. Decisi di mettere da parte quanto accaduto, per concentrarmi al massimo sull'obiettivo attuale.
"E così sia allora. Talassa ti supporterà in quest'impresa, lasciando che Gerania invada la città. In questo modo, potrete sconfiggere il vostro nemico. Andate a Stratos, e formulate lì un piano d'attacco. Ademaus ci informerà appena avrete terminato. È tutto"
Avevamo dalla nostra parte un'intera nazione, pronta a combattere Telos. Ma perché? Perché in così poco tempo?
Qualche sospetto lo avevamo tutti, ma Adam ci disse più volte di non preoccuparci. Dovevamo dedicarci completamente al piano, ma qualcosa, in ogni caso, non andava.

Usciti dal laboratorio, una voce maschile ci chiese di fermarci, e così facemmo. Apparteneva a un uomo dai capelli olivastri, in piedi vicino al muro. Realizzammo dopo che l'uomo era lo stesso incrociato il giorno prima.
"Mi è parso di capire che siete diretti all'hangar abbandonato di Stratos..." disse facendoci intendere di aver sentito.
"Sì... e lei ci stava ascoltando?" domandai.
"Stava origliando, eh?" disse in modo più schietto Camilla.
"Qualcosa ho sentito, ma non preoccupatevi, non ho cattive intenzioni nei vostri confronti" rispose. "Voglio solo chiedervi... un favore."
"Un favore? Di che tipo?" chiese Val.
"Quel Thomas Loreing sta dando qualche problema anche a noi militari, per questo ho chiesto a un mio subordinato di occuparsene. Ma non lo ha ancora fatto. Un po' di paura è comprensibile, è una recluta." spiegò.
"E lei assegna la cattura di un criminale che possiede un Mechasold a una sola recluta?" disse Zemiron contrario a quella decisione.
"Sì. Esatto. Loreing è un semplice imbecille. Catturarlo e combattere i suoi scagnozzi è fattibile se sei un soldato, specie se sei stato addestrato a Talassa." rispose.
"E... chi sarebbe questo soldato? Dobbiamo portarlo con noi?" domandai per spiegazioni.
"Orkof! Orkof vieni qui!" urlò. E da un corridoio secondario uscì, in corsa, un giovane uomo di corsa, che salutò il suo superiore.
"Lui è il soldato semplice Orkof, e finalmente svolgerà il suo incarico. Non essere maleducato, saluta coloro che ti accompagneranno" lo esortò.
"Disse colui che neanche ci rivela il suo nome!" rimproverò Camilla.
"Oh, chiedo venia allora, io sono Ademaus, chi mi conosce mi chiama Adam. Voi non siete tra questi però." spiegò.
Il cellulare di Adam squillò, e allora lasciò immediatamente la conversazione. Rimanemmo soli con Orkof.
"Spero di non dovermi rivolgere a voi con 'signore' o cose del genere, perché mi sono già rotto di doverlo fare ogni dannata volta" ci disse.
"Non preoccuparti, Orkof. Non ci servono appellativi del genere per parlarci, tranquillo." disse Val.
Ci mettemmo in marcia, il nostro ospite sapeva dove dirigersi, e durante il viaggio gli chiedemmo anche qualcosa su di lui, per non rimanere in silenzio durante la camminata. Arrivare all'hangar non prese tanto tempo, fortunatamente.
"Io sono qui per arrestare Thomas, è a 'sto obiettivo che dovrei dare la priorità. Voi mi farete da supporto, no?" ci domandò convinto.
"Ehm, non se ne parla proprio" rispose Zem. "Noi dobbiamo recuperare un mecha tenuto lì dentro. Non ci importa dell'esito di Loreing."
"E a me non importa del vostro rottame" rispose lui. "Se non prendo quel farabutto Adam mi fa il culo"
"Su su, calmiamoci. Sono sicuro che riusciremo a completare entrambi gli obiettivi" disse Val.
"Lo spero, Val" aggiunsi io.
Appena entrammo, degli energumeni armati (ne contammo sei) si palesarono nel complesso, un piccolo hangar rettangolare con un impalcatura a metà dell'altezza. Di fronte a noi, un Kite bianco, più grande di un comune Mechasold, con due bellissime ali d'acciaio sulle spalle e un cannone sul braccio destro; doveva trattarsi del VLX77.
Passando attraverso le gambe del robot, un uomo con un impermeabile nero, un cappello e degli occhiali scuri. Per quel poco che si vedeva, mi somigliava parecchio. Non tentò neanche di nascondere il suo fucile, ma lo teneva tranquillamente sulle spalle.
"Loreig!" urlò Orkof, già con la spada estratta. Thomas ci guardò tutti, uno alla volta.
"Capisco il soldatino, ma cosa spinge quattro ragazzi in questo posto pericoloso?" ci chiese.
"Quel mecha" risposi subito.
"Questo rottame? Finché non ci arriva il nuovo motore non serve a nulla, che ve ne fareste?"
"L'hai preso a mio padre, vero?" domandai aggressivo.
"Uhm, sì, forse. Volete arrestarmi?" rispose con un tono tale da volerci prendere in giro.
"Questi qua no, ma io sì, cretino!" disse Orkof.
"Sta' tranquillo, soldato, considera che arrestarmi è fuori discussione, e poi stavo parlando con quel ragazzo, non con te." rispose.
"Vi propongo un affare, uno scambio. La vostra affascinante amica per questo rottame. Che ne dite?" riprese.
"Camilla? Non se ne parla neanche!" irruppe subito Zemiron nel discorso.
"Non preoccuparti, accetto lo scambio" disse Camilla lasciandoci sbigottiti.
"Camilla, ma che stai...?" mi zittì.
"Questo è ragionare. Ora, vieni qui, da brava, avvicinati" disse con un sorriso viscido sulla sua faccia.
Camilla camminò lentamente verso Thomas, per poi fermarsi vicino a lui. In un istante, estrasse la lancia e tentò un affondo verso il malvivente, che però lo bloccò immediatamente, afferrando l'arma e strappandola dalle sue mani.
"Mi credi forse uno stupido, ragazza?" le disse facendo ruotare la lancia. La osservò attentamente, e la spezzò di fronte alla nostra amica. La sua reazione non fu delle migliori. Assunse uno sguardo scioccato, quell'arma doveva significare molto per lei.
"Bastardo, bastardo!" urlò tentando di colpirlo, ma venne bloccata da uno scagnozzo del criminale, che la afferrò e la immobilizzò.
Voletti sparare un colpo, ma mi accorsi subito dei tiratori sull'impalcatura, mi avrebbero sicuramente sparato appena estratte le mie armi.
"Sei mio, Loreing!" lo intimidì Orkof, che cominciò a correre verso di lui, bloccando con la spada i proiettili dei tiratori.
Nello stesso istante in cui spararono i loro proiettili, io sparai i miei, ferendoli gravemente. Val fece usò la magia per portarsi sulla destra di Orkof, che nel frattempo stava correndo contro Loreing che teneva il fucile puntato verso di lui. Subito, un'onda d'urto colpì il soldato, facendolo cadere dall'altra parte, e facendogli evitare in questo modo il proiettile nemico.
Due scagnozzi armati di bastone si lanciarono contro il mago, ma Zemiron fermò la corsa di uno lanciando il coltello. Val respinse il secondo con un un'onda d'urto.
Camilla approfittò del caos per colpire l'uomo che la teneva bloccata con un calcio sulla sua gamba. In questo modo si sbilanciò, e la ragazza si girò rapidamente verso di lui e lo colpì con un montante, poi un colpo diretto allo stomaco.
Lo scagnozzo indietreggiò ferito, ma non si arrese, e caricò verso la ragazza. Ella però lo respinse con un possente calcio.
Fu la volta, nel frattempo, degli ultimi due alleati di Thomas. Il primo venne ingaggiato subito da Zemiron, che bloccò i fendenti dello spadaccino nemico perfettamente, sferrando poi un contrattacco devastante, il secondo corse verso di me, pronto a colpirmi con la sua lama. Non mi feci cogliere impreparato, e sparai subito alla mano che brandiva l'arma, per disarmarlo. In preda ai dolori, sparai qualche altro colpo, e perse i sensi.
Loreing era rimasto l'unico nemico nella stanza, leggermente spaventato, visto che davanti a lui si trovavano cinque nemici da gestire da solo. Improvvisamente, la sua espressione si tramutò in un sorriso macabro. Dopo, una folle risata.
"Credete sia tutto finito? Credete di avermi sconfitto? Siete solo degli illusi, dei piccoli, poveri illusi!" ci disse in preda a una folle risata.
Gettò il cappello e gli occhiali scuri a terra, rivelando degli occhi quasi robotici. Afferrò il suo fucile e lo separò in due pistole, che a quanto pare componevano l'arma. Le lanciò in aria e subito si tolse l'impermeabile. Sotto di esso, celava una spada tenuta sulla schiena, un'asta appuntita tenuta in orizzontale sotto la spada e un coltello vicino a uno stivale. Le sue mani si infiammarono improvvisamente, e riafferrò le armi.
"Ma che diavolo...?" rimasi leggermente sorpreso.
Orkof caricò il nuovo Thomas, ma egli lo bloccò con un calcio rotante, che lo fece finire contro alcune casse. Loreing sparò qualche colpo che evitammo prontamente, dopo di che puntò le armi contro Orkof e si preparò a finirlo. Camilla e Zemiron lo attaccarono contemporaneamente, uno con la spada, l'altra a mani nude. Ma il nemico ripose le armi da fuoco velocemente, e improvvisamente estrasse l'asta che teneva dietro di se, che si estese al punto da raggiungere le dimensioni di una lancia. Colpì Camilla con un affondo, bloccato fortunatamente dall'armatura, e Zemiron con la parte contundente dell'arma, respingendolo. I miei proiettili, che sparai nel frattempo, vennero bloccati da una barriera magica. Tenette la lancia con una sola mano e con l'altra scagliò palle di fuoco che mi ferirono, dopo di che mi respinse con un'onda d'urto simile a quella di Val. Egli lanciò dei proiettili magici su di lui, ma li bloccò lanciando la stessa magia, che creò delle esplosioni che annullarono entrambi gli attacchi. Val congelò il terreno vicino a lui con una magia di ghiaccio, ma il nemico balzò in aria con una magia di vento e, dall'alto, tentò un attacco sul mago con la spada e il coltello.
Fortunatamente Valerious bloccò il colpo alzando un muro di pietra temporaneo.
"Val, ma come fai?" chiese Zemiron.
"Noi maghi siamo forti, forse troppo" rispose con un sorriso.
"E tu, Thomas, come fai? Usi... le nostre stesse armi!" gli dissi.
"Ecco perché siete degli illusi se credete di potermi sconfiggere, io sono contro di voi, io sono l'Antitipo!" replicò.
Orkof si rialzò, e si lanciò contro il nemico un'altra volta.
"Testardo il ragazzo!" commentò Camilla ferita.
Loreing bloccò la carica con la spada, e tenne il soldato impegnato in uno scontro di lame, con lui che tentava di rompere la guardia del temibile Antitipo. Zemiron lo attaccò mentre gestiva Orkof, e Thomas bloccò il suo attacco col pugnale.
"Pensi di poter vincere copiando il mio stile di lotta?" schernii Pronet. "Ti faccio vedere io come si usa quel coltello!" disse e, in un'istante, spezzò la guardia del nemico colpendolo con un fendente della spada, e successivamente affondando il coltello nella schiena.
Il nemico urlò di dolore e perse concentrazione, fu così che anche il soldato riuscì a ferirlo, rompendo la sua difesa.
Ennesimo urlo, il nemico si scrollò i due spadaccini di dosso, ma nel farlo perse le sue lame. Val non perse tempo, e scagliò su di lui una palla di fuoco, annullata da una sua palla di fuoco. Allora il mago, concentrando la sua energia, lanciò un raggio di luce ad alta potenza.
Il nemico contrattaccò lanciando lo stesso attacco, invece di annullarsi, i due attacchi collisero, e rimasero in contrasto.
"Sarà anche un plagio fatto bene, ma l'originale è invece perfetto!" disse il mago rafforzando il suo raggio di energia. L'Antitipo tentò lo stesso, ma fallì, e venne investito dall'esplosione magica che lo ferì gravemente, e lo scaraventò contro un pilastro che reggeva l'impalcatura. Tentò di rialzarsi e caricare un secondo attacco, ma riuscì a fermarlo colpendolo più volte con i miei proiettili, che lo ferirono sempre di più.
"Io... sono l'Antitipo... non posso perdere... NON POSSO!" urlò con dolore e si lanciò contro di me, con la lancia, nella speranza di uccidermi in un colpo solo. Camilla però lo fermò con un calcio seguito da un pugno diretto al volto. Di scatto, strappò la lancia dalle sue mani e lo trafisse con essa colpendo con la punta rivolta alle sue spalle.
Il morente Thomas strisciò verso di me, dunque. "Eheheheh... hai vinto tu... fratello..." disse a bassa voce.
"Fratello?" risposi.
"È una storia... divertente... ahahahahah" finì accasciandosi al suolo, ormai morto.
Zemiron e Val corsero a controllare il mecha, mentre Camilla si complimentò con Orkof per lo scontro. Si voltò e raccolse i due pezzi in cui era spezzata la sua vecchia lancia, e li ripose.
"Mio padre la riparerà" dissi io.
"Ci contavo Eld, sai?" rispose ridendo.
Improvvisamente, le porte dell'hangar si spalancarono. Entrò Adam, con una decina di soldati armati alle sue spalle.
Corse verso di noi, preoccupato.
"Incredibile... siete riusciti a sconfiggere Loreing... voi cinque..." commentò stupefatto.
"Beh, hai detto tu che è solo un imbecille, no?" commentò ironicamente Zemiron.
Camilla camminò furiosa verso Adam, e gli diede un sonoro schiaffo. "Quel Thomas non era normale, non sembrava neanche umano... e tu volevi mandare un soldato solo a combatterlo? Idiota!" lo rimproverò.
Adam cercò quindi di spiegarsi. "C'è stato un grosso malinteso. Vedete, Thomas Loreing non è un semplice criminale. È un Antitipo, ovvero il risultato di un esperimento di Talassa, per creare un soldato in grado di replicare, per mezzo di nanomacchine, tutte le abilità dei nemici. Vedete, un Antitipo può generare qualunque arma o abilità, e utilizzarla anche meglio dell'originale. Ho scoperto solo dopo questa verità, e mi sono precipitato qui appena ho potuto. Vi chiedo scusa."
"Un Antitipo? Meglio dell'originale? Ademaus, non è così... vedi, siamo riusciti a sconfiggerlo proprio perché comunque non era al nostro livello..." dissi io spiegando la cosa.
"A quanto ne so, quello non è il vero Antitipo, ma solo un prototipo... un prototipo scartato. Il progetto Sigma è stato completato da tuo padre solo di recente..."
Al solo sentire "Progetto Sigma", ci fissammo tutti. Che avessimo avuto tutti la stessa intuizione? E il fatto che mio padre fosse stato coinvolto... sarà stato questo a farmi chiamare Fratello?
Decidemmo di tornare indietro, quindi, sia per riposare, sia per ottenere chiarimenti.